ANOTHER TIME. ANOTHER SPACE

02.07.2018

Another Time. Another Space presenta i lavori di Fabian Albertini, Alessandra Calò, Paolo Paganello e Simona Saggion.
Pur partendo da approcci e percorsi artistici differenti, in realtà, molti dei progetti degli artisti coinvolti approdano a esiti simili. Per tutti loro, il lavoro fatto con la macchina fotografica passa in secondo piano per spostarsi direttamente sulle immagini.

C’è chi, come nel caso di Alessandra Calò, lo fa utilizzando immagini d’archivio. Da anni Alessandra raccoglie fotografie appartenenti a diverse tipologie: da lastre negative recuperate nei mercati delle pulci al proprio archivio di famiglia fino alle immagini diagnostiche ritrovate negli archivi dell’ospedale. L’approccio di Alessandra alle immagini è tangibile e ha a che fare con le qualità materiali del medium fotografico. La sua azione, che comprende la sperimentazione di nuove e antiche tecniche di stampa, permette alle immagini di staccarsi dal contesto che le ha prodotte per presentarsi a noi in tutta la loro unicità.

Nel corso degli anni Fabian Albertini ha messo sempre di più al centro della sua produzione la riflessione sul senso delle immagini in un mondo che ne è dominato, arrivando a realizzare progetti “cameraless”. Fabian utilizza le diverse possibilità offerte dall’immagine fotografica per deformarla, decontestualizzarla e poi riproporla in tutta la sua vulnerabilità. Non a caso uno dei suoi ultimi progetti riguarda le immagini prodotte dai sistemi di sorveglianza, dai sistemi di riconoscimento facciale e dai satelliti. È nell’interrogarsi su questa moltitudine che Fabian ci riporta all’essenza dell’immagine.

La coppia di artisti Saggion – Paganello si confronta con alcuni dei temi cari alla fotografia come il paesaggio, il corpo e la rappresentazione del cielo e delle stelle. Nel loro lavoro è il punto di vista a cambiare aprendo nuove prospettive sull’immagine. Il tema del tempo, indissolubilmente legato alla fotografia fin dalle sue origini, è messo in discussione con l’obiettivo di creare una nuova immagine dai punti di vista nuovi e sorprendenti.


L’accostamento delle opere per le sequenze presentate ad Arles funziona come una macchina del tempo in cui il rimando fra temi, suggestioni, elementi visivi e immagini crea, attraverso echi stilistici e di contenuto, un nuovo piano narrativo. Come se queste immagini raccontassero una storia simile ma accaduta in tempi e spazi diversi. Normalmente tendiamo a pensare che la fotografia ci presenti il passato, in realtà il medium può espandere la nostra percezione del presente fino ad un futuro lontano.

©Ilaria Campioli, curatrice

ANOTHER TIME. ANOTHER SPACE
Fabrian Albertini, Alessandra Calò, Saggion-Paganello a cura di Ilaria Campioli.

Noaddress Gallery | Les Rencontres d’Arles
2 luglio | 23 Settembre
Arles, France

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