CTONIO | book launch, Studiofaganel Gorizia

21.01.2025

Presso la galleria Studiofaganel sarà inaugurata la prima mostra dell’anno, che vede la città di Gorizia nuova Capitale Europea della Cultura 2025
Verrà esposto sotto forma di Opera d’arte Ctonio, il mio ultimo lavoro fotografico ma anche editoriale, che vede l’alternarsi di fotografie e parole, grazie al prezioso contributo letterario della poetessa Marilena Renda, invitata a prendere parte al progetto. In questa serie fotografica, le immagini e la parola traducono e rafforzano il significato della cavità, inteso come spazio generativo.

CTONIO | studiofaganel

17 gennaio – 28 febbraio
Opening 17 gennaio ore 18.30 alla presenza dell’artista
a cura di Sara Occhipinti e Marco Faganel

viale XXIV Maggio 15/c, 34170 Gorizia
Orari: lunedì – venerdì h16.00 – h19.00 sabato e mattine su appuntamento

CTONIO | il libro


Ctonio è un libro d’artista ispirato alle antiche tavole ottocentesche. All’interno sono presenti 12 inserti fotografici, rielaborati – e per questo unici – con intervento manuale da parte dell’artista.
La scelta stilistica ed i colori del libro fanno riferimento alla storia che esso racconta: un isola del Mediterraneo dove la pietra, la terra e la natura umana si mescolano con fatti, leggende, possibili verità e mitologie lontane. Il contributo letterario è a cura di Marilena Renda

CTONIO | il concept

In questa serie fotografica realizzata nella straordinaria cornice del Mediterraneo, l’artista Alessandra Calò tenta ancora una volta – in maniera poetica ed evocativa – di usare il mezzo fotografico come strumento per documentare sì lo stato dei luoghi ma soprattutto per scavare nella memoria e far leva sulla necessità di re- instaurare quel legame ancestrale che lega l’uomo alla natura. Non a caso il titolo del progetto Ctonio ci accompagna in una dimensione dove il dialogo con il luogo non può prescindere da una riflessione sull’identità. L’importanza rivestita dalla natura – oggi più che mai percepibile nel paesaggio mediterraneo contemporaneo – porta l’artista ad interrogarsi sulla storia che si cela dietro le infinite espressioni che essa offre allo sguardo, nel tentativo di riappropriarsi degli spazi generati dall’uomo. Nel secolo scorso le politiche economiche hanno incentivato l’occupazione e lo sfruttamento dei territori, cancellando progressivamente gran parte dei tratti caratteristici della zona mediterranea per delinearne dei nuovi. Le rapide trasformazioni del territorio hanno prodotto l’immagine attuale di un paesaggio ‘cavo’, caratterizzato da aree deturpate per lo sfruttamento della materia prima: la pietra calcarea (calcarenite).
Il giardino ipogeo diventa così la porta simbolica attraverso cui far passare la pratica artistica: lo studio morfologico e antropologico del territorio, il ritrovamento di antiche specie vegetali autoctone, ci danno conferma dell’esistenza di un antico legame sopito ma mai spezzato, che conserva ancora il calore tra le pietre battute dal sole e l’assordante silenzio della natura selvaggia.


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