χθόνιος

il fossile

Ho voluto chiamare il mio progetto χθόνιος (ctonio, in greco) perchè sono partita dalla profondità della terra e dal buio per raccontare una storia.
La storia è la mia personale visione dell’Isola di Favignana, che mi ha ospitata nel periodo di dicembre grazie ad una residenza artistica supportata dal Ministero della Cultura, Creatività Contemporanea.
La storia è il risultato di ore di cammino, osservazione e ascolto di tutti gli elementi vivi che compongono l’isola: la terra, la pietra, la gente.
In questo preciso ordine ho cercato di costruire (o forse ricomporre) una serie di avvenimenti che hanno caratterizzato e reso unico questo luogo.

Sono partita dalla terra che i pirriaturi scavavano per portare alla luce la pietra, la calcarenite.
Sono arrivata alla terra, che oggi è custodita nelle cavità che danno luogo ai giardini ipogei.
In questo luogo, passato e presente reale si mescolano con fatti, leggende, possibili verità e mitologie lontane: a restituirci queste parole, fondamentale è il contributo letterario di Marilena Renda, invitata a prendere parte al progetto.

La fotografia e la parola traducono e rafforzano il significato della cavità, inteso come spazio generativo.

l'Isola delle capre
Il giardino Ipogeo

I wanted to call my project χθόνιος (chthonic) because I started from the dark and earth depth to tell a story.
The story is my personal vision about Favignana Island, which hosted me in December (thanks to an artistic residence supported by Italian Ministry of Culture).
The story is the result of walking, observing and listening to all the living items who make the island: earth, stone, people.
In this precise order I have tried to construct (or may be recomposed) a series of events that have characterized this land.
I started from the earth, which the pirriaturi dig to have the stones.
I arrived at the earth, which today is kept into cavities and gives rise to the underground gardens.
In this land, the past and the present mixing with story, legends, possible truths and mythologies: to give us these stories, I’ve chosen the original Marilena Renda’s words (Sicilian writer).

Photography and literature translate and reinforce the cavity meaning, understood as a generative space.

il cardo mariano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Mozia, accanto al mare, sacrificavano bambini e animali per assicurarsi la ricchezza o ringraziare della fortuna. Le famiglie più ricche scambiavano i loro figli con i figli dei poveri. Le vittime dei sacrifici morivano con una finta maschera di giubilo. Nelle urne, vicino al mare, riposano le ceneri mescolate degli agnelli e dei bambini. Il nostro pensiero non osa avvicinarsi alla morte dei bambini, ma l’idea di una mescolanza di sostanze, l’acqua salmastra e la cenere, le ossa diverse che si confondono, ci parla di un mutamento di stato ormai sereno, di una materia che confondendosi trova pace.

i piedi nell'ipogeo
il canto delle sirene

A Marettimo, gli abitanti del luogo ti ingannano dicendoti che è facile la strada fino a Punta Troia. Ho avuto paura, lungo la strada, ma la paura non è un ostacolo. A Punta Troia i nemici dei Borboni sprofondavano in una fossa di sette metri senza aria né luce. Tu arrivi sulla spianata del castello, il vento è forte e ti ha tolto le forze, da lì la fossa è lontana e il mare è vicino, ma oggi il vento è forte e le barche non sono partite, devi rifare la strada difficile.

all'ombra del carrubo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’era un dio, una volta, con il volto di viscere e le zampe di leone. Abitava in una foresta di cedri divini, piena di deviazioni e strade senza uscita. La strada per entrare e uscire dalla foresta era complessa e piena di pericoli, e Humbada, questo era il suo nome, muovendosi per il bosco provocava terremoti. Nel creare delle rappresentazioni del mondo ctonio gli antichi si mostrano consapevoli della simmetria tra alto e basso e della natura doppia dell’invisibile. Qui si muove il desiderio, dice Ade. Qui da me troverete l’anima, qualunque cosa sia, e tutte le cose belle che all’uomo è dato vedere.