In questa serie fotografica, Alessandra Calò indaga sull’arte scultorea, nello specifico quella dei Cimiteri Monumentali Europei.
La fotografia diventa un mezzo per restituire una visione personale – e inedita – sul tema della vita e della morte, con un intenso rimando al senso della bellezza dell’arte e dell’umanita, al concetto di fotografia come documentazione del vero ma anche rimando all’astrazione.
Queste nuove immagini umanizzate sono un invito alla contemplazione.
In questo progetto, staticità e umanità si incontrano in un punto, abbinati in una fratellanza quasi siamese. A tenerli vicini è la volontà di fissare il ricordo per farlo durare (finché riesce a durare). Tutto il resto è diplopia, la miseria visiva di dubitare che anche i riti possano non funzionare.
In this photographic series, Alessandra Calò investigate around Sculptural Art.
Photography becomes the pretext to return an unprecedented interpretation of the intense relationship between the beauty of art and humanity, materiality and abstraction, true and false, affinities and distinctions.
Subjects leading the viewer to an empathic and visionary contemplation, which springs from the surprising humanization of the plastic object thus return by artist.