KOCHAN | les rencontres de la photographie en Gaspésie

17.06.2022

Kochan invitato a rappresentare l’Italia in Canada, nel festival fotografico Les Rencontres de la photographie en Gaspésie.
Il progetto, nato nel 2016 da una riflessione sull’identità, sarà ospite del prestigioso festival canadese, grazie al supporto dell’Istituto italiano di Cultura di Montreal.

La 13a edizione dei Rencontres de la Photographie en Gaspésie si svolgerà dal 15 luglio al 30 settembre 2022 in 12 comuni della penisola Canadese, città e parchi ospiteranno progetti fotografici selezionati dalla Commissione del Festival, che per quest’anno porta il tema “Speranza radicale“.
Secondo Claude Goulet, direttore esecutivo e artistico dei Rencontres, “questo tema è sorto come un grido di speranza per esprimere in modo forte e chiaro l’urgenza e la necessità di creare, come un’affermazione della necessità di agire rispetto al ambiente, alla convivenza, alle disuguaglianze, di fronte al un cinismo globale”.

Ecco il manifesto Radical Hope, scritto per la 13esima edizione del Festival:

Creare è il modo migliore per affermare che le arti sono vive e vegete.
Creare è il modo migliore per confermare che la cultura e l’arte sono beni essenziali.
Creare è il modo migliore per celebrare la presenza dell’arte nelle nostre vite.
Creare è il modo migliore per resistere.

Creare è il modo migliore per dare notizie di noi.
Creare è il modo migliore per avvicinarsi all’orizzonte infinito.
Creare è il modo migliore per rompere il silenzio, la solitudine.
Creare è il modo migliore per combattere la stupidità umana, il razzismo e l’ingiustizia.

Creare è il modo migliore per ricordare la fragilità del pianeta.
Creare è il modo migliore per far emergere la luce.
Creare è il modo migliore per calmare le nostre menti e aiutarci a vivere meglio insieme.
Creare è il modo migliore per celebrare la poesia!

Kochan è un nome. Quello del protagonista di Confessioni di una maschera (Yukio Mishima, 1949). Una sorta di diario di viaggio, che accompagna il lettore alla scoperta di frammenti di vita e identità del protagonista. Kochan è anche il nome del progetto fotografico che ho iniziato nel 2016 quando ho scoperto che la New York Public Library aveva messo online una buona parte dei suoi documenti d’archivio. Il recupero e il riutilizzo di materiali sono il punto di partenza della mia ricerca e produzione artistica. Il lavoro che realizzo con i materiali d’archivio mi permette di creare nuovi universi e raccontare, ogni volta, nuove storie, oltre ad essere un vero e proprio viaggio nell’immagine fotografica. 
Ho trascorso giorni interi tra carte geografiche, manoscritti e lettere. Ma è dalle mappe che sono stata attratta e, accompagnata dai loro segni e dalle loro tracce, ho deciso di affiancarle ad una serie di autoscatti. 
Partendo da riflessioni sul concetto di identità, in questo progetto anche io, come Kochan, ho cercato di immaginare il viaggio che ogni persona compie per scoprire e affermare se stesso.
Considerando il corpo come un territorio da esplorare, mi sono resa conto che nulla può essere considerato definitivo: i confini si ridisegnano, il territorio fisico è soggetto a cambiamenti cosi come i nostri atteggiamenti, le azioni ed il rapporto verso la natura e gli uomini.

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