A Ginevra (Svizzera), dal 16 al 18 settembre 2025 prende forma concreta Art List fin’ora piattaforma web ideata dall’artista Iraj Nabavi.
Art List è stata fondata con una missione semplice ma potente: creare un mercato vivace dove artisti internazionali possano mostrare opere uniche a un pubblico di appassionati e collezionisti. ArtList e tutti gli artisti aderenti, credono che l’accessibilità rappresenti una delle frontiere più entusiasmanti nel mondo dell’arte contemporanea.



Felice di essere tra gli artisti coinvolti, con alcuni pezzi unici della serie Herbarium

©Alessandra Calò, Herbarium (2024, lumenprint su AGFA Multicontrast Classic, cm 20,5 x 25,5).

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8, Rue Goetz Monin, Genève
Switzerland



La Collezione Paolo VI – arte contemporanea inaugura l’autunno espositivo con due mostre che intrecciano arte contemporanea, riflessione storica e spiritualità: sabato 4 ottobre 2025, alle ore 17:00, verranno aperte al pubblico PASSAGGI, mostra collettiva dei sei artisti finalisti della quinta edizione del Premio Paolo VI per l’arte contemporanea, e INIZIARE DALLA FINE. Paolo VI e la chiusura del Concilio Vaticano II, una suggestiva mostra fotografica che testimonia il ruolo svolto da Paolo VI nel Concilio Vaticano II. Due esposizioni autonome, ma legate da un comune intento: quello di rileggere, attraverso le immagini, le grandi domande dell’esistenza.


Giunto alla sua quinta edizione, il Premio Paolo VI per l’arte contemporanea – promosso dall’Associazione Arte e Spiritualità, ente gestore della Collezione Paolo VI – si conferma un osservatorio privilegiato per esplorare i linguaggi artistici capaci di interrogare il senso dell’esistenza e la dimensione spirituale dell’uomo contemporaneo.
La mostra “PASSAGGI” presenta le opere di sei artisti finalisti: Vanshika Agrawal, Alessandra Calò, Duo ES (Nicola Evangelisti e Silvia Serenari), Concetta Modica, Kanaco Takahashi e Zhiyu Liu. Diversi per provenienza, media e poetica, questi artisti condividono una sensibilità profonda per i temi della trasformazione, del limite, del trascendimento. I loro lavori – installazioni, fotografie, opere multimediali e pittoriche – danno forma a una spiritualità ampia e aperta, che si nutre di domande, silenzi, visioni interiori.
A conclusione della mostra, la giuria del Premio proclamerà il vincitore, che sarà invitato a realizzare una mostra personale nel corso del 2026.



A completamento dell’esposizione, la Collezione Paolo VI propone una serie di iniziative collaterali gratuite:
Visite guidate: sabato 8 novembre, 29 novembre e 6 dicembre, alle ore 17.00, sarà offerta al pubblico una visita guidata gratuita alle mostre – compresa nel costo del biglietto d’ingresso – condotta dagli educatori museali della Collezione Paolo VI.
Tavola rotonda con gli artisti finalisti del Premio Paolo VI: sabato 18 ottobre alle ore 17, gli artisti protagonisti della collettiva PASSAGGI, racconteranno le loro opere e la loro ricerca artistica in un incontro moderato da Natalie Zangari, dottoranda dell’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia.
Laboratorio didattico per famiglie: ispirato dalle opere della mostra PASSAGGI, il 13 dicembre alle ore 16:30 sarà organizzato un laboratorio didattico per avvicinare il pubblico più giovane al tema della spiritualità attraverso il linguaggio contemporaneo.
Pubblicazioni: Le mostre saranno accompagnate da due pubblicazioni, a cura della Collezione Paolo VI, con testi critici e apparati iconografici. I progetti editoriali sono realizzati con il contributo del Comune di Concesio.

COLLEZIONE PAOLO VI – ARTE CONTEMPORANEA
Inaugurata nella sua nuova sede dalla visita di papa Benedetto XVI nel 2009, la Collezione Paolo VI – arte contemporanea è il museo che conserva ed espone un patrimonio di dipinti, disegni, stampe, medaglie e sculture del ’900 riconducibile alla figura di Giovanni Battista Montini, raccolto in buona parte dal suo segretario don Pasquale Macchi.
È un museo unico al mondo, che testimonia il prezioso e profetico rapporto che papa Paolo VI intrattenne con il mondo dell’arte contemporanea. La Collezione non è esclusivamente una galleria d’arte sacra, e nemmeno un memoriale dedicato alla figura di Montini, bensì un museo che vuole concretizzare l’ideale di apertura ai linguaggi espressivi contemporanei che fu propugnato con tanta forza da Paolo VI.
Nella Collezione sono esposte circa 270 delle oltre settemila opere conservate, tra cui capolavori di molti dei più grandi artisti del Novecento: Chagall, Kokoschka, Matisse, Picasso, Magritte, Severini, Rouault, Casorati, Sironi, Morandi, Fontana, Hartung, Vedova, Manzù, Azuma, Pomodoro, Hockney…
La Collezione Paolo VI è stabilmente aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 17; il sabato dalle ore 14 alle 19; domenica e lunedì chiuso.

Collezione Paolo VI – arte contemporanea
Via Marconi,15
Concesio (Brescia)

Per informazioni e prenotazioni:
Tel. +39 030 21.80.817
Fax +39 030 27.50.885
E-mail: info@collezionepaolovi.it – www.collezionepaolovi.it

Ufficio stampa
Francesca Bresciani
M: comunicazione@collezionepaolovi.it
T: +39 3756183686



MAD (Made Anywhere) è un salone francese dedicato alle pratiche artistiche editoriali.
Dal 5 al 7 settembre, la Fondation Fiminco si trasforma in un luogo di ricerca e dialogo: una serie di mostre, conferenze, performance, per mettere in luce il libro d’artista come concetto, oggetto unico, archivio e multiplo dalla forma libera.
Grazie all’invito della curatrice Florence Drouhet, le edizioni e i libri d’artista di Alessandra Calò saranno presenti: CTONIO (2024, Studiofaganel), HERBARIUM (2023, Studiofaganel), Rogazioni Silvestri (2023, Edizioni Nuovappennino), Secret Garden (2021, Danilo Montanari Editore)


Made Anywhere | Fondation Fiminco
43, rue de la Commune de Paris

STAND B5 | Alessandra Calò, Zoe Rumeau, Regina Maria Anzenberger, Sandrine Elberg, Sébastien Siraudeau, Luc Perillat




CTONIO è il vincitore della sezione landscape del concorso internazionale SUGi x NAVA 2025 che quest’anno ha ricevuto 12.895 candidature per un totale di 1.288 artisti provenienti da 105 paesi del Mondo. La giuria – composta da Carissa Potter, Ralph Rugoff, Nicole Archibeque, Daniel Diego Lincoln – ha ritenuto che le immagini vincitrici selezionate ci mostrassero al meglio come avvicinare la natura.

Congratulazioni ai vincitori: Natela Grigalashvili, Gil Bartz, Avery Nielsen-Webb, Sarfo Emmanuel, Nicolò Rinaldi, Natalia Klimza, Lena Krämer, Tineke van der Pouw Kraan, Maan Limburg, Alessandra Calò, Weronika Nitsch, Sean Ellingson, Marcello Bonfanti, Natalie Karpushenko, Niqui Carter, Sergio Autrey, Franziska Nagelová, Muhammad Amdad Hossain.

Il concorso fotografico SUGi x NAVA celebra i modi in cui avviciniamo la natura, anche nei contesti urbani quotidiani “ritrovare l’atteggiamento e i modi in cui ci connettiamo con la natura”. Amiamo l’idea che la natura accenda anche il lato selvaggio della natura umana. SUGi invita fotografi provenienti da tutto il mondo a inviare i propri progetti. Nella IV edizione di questo concorso, le categorie sono: Persone e natura, Fauna urbana, Clima, Concettuale, Paesaggio, Nuova natura, Vita nascosta, Moda.
SUGi incoraggia le persone a investire nella natura e a ripristinare la biodiversità piantando SUGi Pocket Forests nelle città, nelle scuole e nei corsi d’acqua di tutto il mondo. NAVA Contemporary è una società di consulenza artistica che offre servizi di consulenza e una galleria online con una selezione curata di opere d’arte di artisti interessanti.

Un’interpretazione poetica delle foto d’archivio della Gaspésie, attraverso un operazione artistica a cura di Alessandra Calò con la partecipazione straordinaria della poetessa canadese France Cayouette.

Il Festival Les Rencontres de la Photo en Gaspésie accoglierà presso la Baia di Maria (Canada) l’artista Alessandra Calò (Italia) e la poetessa France Cayouette (Québec), per la presentazione al pubblico dell’installazione LES VOIX ed il lancio dell’omonimo libro. Il grande pubblico è invitato a incontrare le due artiste al calar della sera, nel cuore di questa installazione luminosa inedita dove poesia e fotografia si incontrano. Le due opere – l’installazione luminosa e il libro fotografico – sono il risultato di una residenza artistica congiunta condotta in Gaspésie la scorsa estate e di una collaborazione con i residenti della regione.
Nell’agosto 2024, grazie a ricerche e a un appello al grande pubblico, sono state raccolte fotografie d’epoca – e gli aneddoti che le accompagnano – presso gli abitanti della Baie-des-Chaleurs.
« Il mio approccio artistico si basa in gran parte sul recupero e la reinterpretazione di materiali d’archivio, a partire dai quali propongo una nuova visione della realtà. Sono appassionata delle antiche tecniche di stampa fotografica e gioco con le sovrapposizioni, che conferiscono a queste immagini un aspetto molto onirico », commenta Alessandra Calò. La poetessa della Gaspésie France Cayouette aggiunge: «Ho composto le poesie sulla base delle fotografie realizzate da Alessandra. Ho osservato a lungo questi magnifici ritratti fotografici, questi personaggi che appartengono a un’altra epoca e allo stesso tempo sono senza tempo, ai quali ho dato voce, seguendo la mia immaginazione. Ci offrono testimonianze intime legate al loro territorio, la Gaspésie, che è anche il luogo in cui vivo. Il libro è un oggetto inedito di cui sono molto orgogliosa».
La residenza ed il progetto artistico sono stati possibili grazie alla collaborazione della direzione artistica del Festival con l’Istituto italiano di Cultura di Montréal, il Centro Culturale Vaste Vague di Carleton sur mer.

Il libro LES VOIX è stato pubblicato da Danilo Montanari Editore e può essere acquistato in Italia presso lo store della casa editrice (www.danilomontanarieditore.com), in Canada presso il bookshop del Festival (www.photogaspesie.ca) o scrivendo a info@photogaspesie.ca

LES VOIX (le voci)

fotografie di Alessandra Calò
testi di France Cayouette

cm 16 x 24
pag. 66
Illustrazioni a colori con inserti mobili
Traduzioni in italiano a cura di Chiara Mezzalama.
Edizione limitata di 150 copie
Pubblicato in occasione del festival Les Rencontres de la Photo en Gaspésie a cura di Claude Goulet.



Il Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo riapre al pubblico presentando una serie di nuove opere acquisite, tra cui 𝑯𝑬𝑹𝑩𝑨𝑹𝑰𝑼𝑴 𝒊 𝒇𝒊𝒐𝒓𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒔𝒕𝒊 𝒓𝒐𝒔𝒂, sotto la curatela di Francesco Piazza, curatore della pinacoteca. Un lavoro svolto in maniera costante per anni, che renderà il Museo un luogo inedito, dove il paesaggio non sarà più solo oggetto di studio, ma materia viva, attraversata da memorie, fratture e possibilità.

Un ringraziamento speciale a Michele Spallino, presidente del Museo, per aver sostenuto con passione e intelligenza ogni fase della realizzazione di questo nuovo progetto; a tutte gli artisti che hanno accolto questa sfida con dedizione e sensibilità, contribuendo a costruire uno spazio di pensiero condiviso, dove natura e cultura tornano a parlarsi attraverso il linguaggio delle immagini e della materia:
Alessandra Calo’, Alessandro Di Giugno, CCTVYLLE, Cetty Previtera, Demetrio Di Grado, Federica Bartoli, Fonte& Poe, Giovanni Gaggia, Gianni Cusumano, Giuseppe Vassallo, Laura Pitingaro, Maria Vinci, Max Serradifalco, Michele Bono, Piero Roccasalvo Rub, Regine Hildebrand, Roberto Amoroso, Samantha Torrisi

Nella Pinacoteca del Museo Naturalistico Francesco Mina’ Palumbo, le opere instaurano una connessione profonda con l’eredità scientifica e culturale del museo, invitando a riflettere sul paesaggio, sul tempo e sulla memoria.

Il primo nucleo della collezione è nato proprio sulle Madonie, durante la residenza “Rammemor-azioni: come pratica filosofica e artistica nella rappresentazione del paesaggio“, dove artisti e artiste hanno abitato i luoghi, ascoltato i silenzi, raccolto tracce visibili e invisibili. Un’esperienza che ha generato lavori capaci di andare oltre la rappresentazione, interrogando i margini della natura, la sua fragilità e la sua forza latente. Le opere successive si sono innestate su questo orizzonte, sedimentandosi tra fossili, resti vegetali, mappe e mito, in un tempo che non è solo cronologico, ma geologico, culturale e immaginativo. A guidare idealmente il progetto, la figura di Francesco Minà Palumbo, medico e naturalista che ha fatto dell’osservazione e del rispetto per il vivente il fulcro della sua ricerca. La sua eredità – una sensibilità ecologica ante litteram, capace di unire rigore scientifico e attenzione poetica – continua a parlarci con lucidità e urgenza.

📍sabato 19 luglio 2025 ore 16,00
Museo Naturalistico Francesco Mina’ Palumb

Piazza San Francesco 3, Castelbuono (PA)Vassallo

ATLANTE NATURALE Castello di Postignano

Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria


Dal 2 agosto, il Castello di Postignano accoglie lo sguardo di Alessandra Calò con la mostra fotografica Atlante Naturale, a cura di Arianna Catania. Un lavoro visivo che esplora la relazione tra esseri umani, paesaggio e memoria attraverso immagini sospese tra realtà e immaginazione. Una mappa sensibile dove la natura si rivela e si trasforma, come accade anche nel borgo medioevale sito sulle colline umbre tra le pietre e i silenzi del Castello.


«ll silenzio della vita vegetale che si spegne sussurra una storia, a chi vuole ascoltarla.
Si scopre così che il viaggio di una foglia è come quello di un uomo, le venature dell’una, come i nervi dell’altro: tracciano una mappa, un diario di viaggio in cui cercare il proprio percorso.

Arianna Catania

Nelle sale del Castello di Postignano una serie di opere e videoproiezioni: Ctonio (2024), Herbarium (2023), Kochan (2018), Avvinta come l’edera (2017), Reliquiae (2016). Catalogo disponibile in mostra. L’esposizione fa parte della XIII edizione della rassegna culturale Un Castello all’orizzonte, che anima ogni anno il borgo umbro restaurato con un ricco calendario di eventi di vario genere. La mostra sarà visitabile tutti i giorni, fino al 3 novembre, dalle ore 10 alle 20, con ingresso gratuito.

📍Castello di Postignano, Sellano (PG)
06030, Umbria, Italy
Tel +39 0743 788911
Email info@castellodipostignano.it

info programma eventi: UN CASTELLO ALL’ORIZZONTE

Les Rencontres de la Photographie, Arles

ARLES BOOKS FAIR 2025
ÉCOLE NATIONALE SUPÉRIEURE DE LA PHOTOGRAPHIE D’ARLES
8 – 12 Luglio 2025 ore 13.00 – 19:30


Presso ENSP – École nationale supérieure de la photographie – e su invito dei Rencontres d’Arles – France PhotoBook organizza la quarta edizione della Fiera del Libro di Arles, dedicato alla ricchezza e alla varietà delle pratiche editoriali, questo evento sarà scandito da un programma di incontri con fotografi e autori. La Fiera del Libro di Arles riunirà oltre ottanta case editrici internazionali. Grazie alla collaborazione con Leporello Books (Roma) diretta da Chiara Capodici, verranno organizzati focus speciali non solo ad alcune delle case editrici italiane ma ad una serie di pubblicazioni fra quelle più interessanti nel panorama internazionale, con l’intervento diretto degli autori
 
mercoledì 9 luglio, dalle 17.30 alle 19.30
Regina Anzenberger, The Australian journey, pubblicato da Anzenberger Editions

giovedì 10 luglio, dalle 16.00 alle 19.00
Alessandra Calò – Ctonio, curato da Sara Occhipinti e pubblicato da Studiofaganel ed una selezione speciale delle sue pubblicazioni

venerdì 11 luglio, dalle 16.00 alle 19.00
Piero Martinello – The Weight of the Word, curato da M.T. Rezza, e pubblicato con FW:bookscon Piero Casentini


Programma completo: Les Rencontres de la Photographie, Arles | ARLES BOOKS FAIR 2025

Fotoscopia da GU.PHO. Festival

Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

Ritorna per la sua IV edizione GU.PHO. il primo FotoFestival Vernacolare Internazionale in Europa, dal 22 al 29 giugno nel Castello di Guiglia (Modena).
Per questa edizione, organizzata dal Comune di Guiglia in collaborazione con la neo costituita associazione GU.PHO.Centro per la fotografia vernacolare APS e con il Circolo Ribalta di Vignola, coinvolge tredici tra artisti e collettivi italiani e internazionali – Lukas Birk, Jean-Marie Donat, Tiane Doan na Champassak, Erik Kessels, Matthieu Nicol, Cemre Yeşil Gönenli, Alessandra Calò, Yvonne De Rosa, Francesco Lughezzani, Matteo Schiavoni, PetriPaselli, Sergio Smerieri, Vernacular Social Club – oltre a Leporello Photobooks e s.t. foto libreria galleria da Roma e Sugar Paper da Modena. Per quanto riguarda la direzione artistica Sergio Smerieri, pur restando parte attiva e fondamentale del comitato scientifico, passa il testimone a Giorgia Padovani e Marcello Coslovi.
Il Festival, dal respiro internazionale sia per i temi che per gli ospiti, è caratterizzato da due weekend intorno al tema della fotografia vernacolare, ovvero all’insieme delle immagini scattate da persone comuni (non professioniste) alle situazioni della vita quotidiana, per uso personale.

Si tratta dell’applicazione della fotografia alla dimensione natia, privata, paesana o familiare, dove l’obiettivo è quello di catturare un ricordo o un momento introspettivo e particolare. A completare il Festival ci saranno cinque talk: Non esistono fotografie private a cura di Michele Smargiassi, Midnight Spicy Picture Show a cura di Erik Kessels, The Shadow Archive a cura di Fabio Severo, Memoria futura a cura di Davide Tranchina e L’opera senza autore a cura di Luca Panaro e Sergio Smerieri. Oltre a questi ci saranno le presentazioni dei progetti di: Tiane Doan na Champassak, Matthieu Nicol, Yvonne De Rosa con Simone Azzoni, Cemre Yeşil Gönenli con Lukas Birk insieme ai ragazzi di Sugar Paper e Alessandra Calò in dialogo con i direttori del festival Giorgia Padovani e Marcello Coslovi. In programma ci sono poi l’incontro Photobooks for Breakfast organizzato da Sugar Paper, una rassegna di film dal titolo Quando la fotografia si mette in movimento curata da Giovanni Sabbatini (Ribalta Experimental Film Festival), un workshop Archives, Books, and Storylines, tenuto da Lukas Birk, oltre a letture portfolio domenica 22 giugno.

TUTTE LE INFO COMPLETE SU
https://gupho.art/

Alessandra Calò (IT) presenta il progetto FOTOSCOPIA: attraverso materiali d’archivio, Fotoscopia – nata in occasione dei cinquant’anni dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia – racconta storie e trasformazioni, celebrando la fulminante bellezza dei metodi diagnostici in un dialogo tra schizzi esegetici, screening mammografici e particolari d’arredo dell’ospedale. L’installazione, la pubblicazione e videoproiezione comprendono testi di Irene Russo. Alessandra sarà presente con Giorgia Padovani e Marcello Coslovi al talk del 28 giugno (h 17.30) e alle letture portfolio del 22 giugno.

TUTTE LE INFO COMPLETE SU
https://gupho.art/

6-7-8 giugno 2025 presso la Rocca malatestiana di Fano innaugura la XVI edizione di Centrale Festival: una rassegna di eventi focalizzati sulla fotografia e l’arte contemporanea che vede autori, curatori ed editori provenienti da varie regioni d’Italia coinvolti in esposizioni, visite guidate, conferenze.

Il festival è a cura di Marcello Sparaventi e Luca Panaro.

Per questa nuova edizione la curatela della proposta editoriale è stata affidata a StudioFaganel, che – oltre ad una vasta scelta di libri legati al tema del festival – propone la presentazione di CTONIO domenica alle ore 11,00 con un dialogo ed un approfondimento sui libri d’artista a cura di Luca Panaro.

ROCCA MALATESTIANA, FANO
6 giugno h.21-24
7 giugno h.10-13 / 16-20 / 21-24
8 giugno h.10-13 / 16-20
13-14 e 20 -21 giugno h.17.30-19.30
Ingresso gratuito
Visite guidate su appuntamento
a cura di Associazione Centrale Fotografia
​centralefestival@gmail.com

ALTRE SEDI
Museo del Palazzo Malatestiano, Fano
​Caffè Centrale, Fano
​CentraleEdicola​, Fano
Spazio RIN, Fano

La XXVIIIª edizione di PHotoESPAÑA ha come tema “Después de todo” (dopo tutto) e si terrà dal 30 aprile al 14 settembre. Il programma di quest’anno prevede un totale di 103 mostre e la partecipazione di 360 fotografi e artisti visivi. L’evoluzione storica della pratica fotografica e la sua rilevanza nell’ambiente sociale, politico, storico e culturale, non solo come documento ma anche come strumento creativo in tempi di incertezza, sono alcuni dei temi che la nuova edizione del festival esplorerà.

Ogni anno, circa cinquanta pubblicazioni vengono presentate per il Premio Los mejores libros de fotografía del año (al Miglior Libro di Fotografia dell’Anno), un bando con il quale PHotoESPAÑA vuole riconoscere l’eccellenza dell’industria editoriale nazionale e internazionale. Questa mostra è composta dai libri finalisti di ciascuna delle quattro categorie del Premio:

Investigación: Ricerca, sezione che raccoglie saggi teorici sulla fotografia, nonché libri che recuperano archivi significativi o presentano un nuovo approccio e una rilettura di opere di grandi maestri di questa disciplina.

Creación: Creazione, che raggruppa quelle pubblicazioni i cui autori presentano un lavoro personale, in cui prevale l’approccio concettuale e narrativo.

Bibliofilia: Bibliofilia, categoria in cui i libri si distinguono per la loro edizione originale, o per il loro particolare interesse, la bellezza e/o la rarità del formato, o per i materiali utilizzati nella loro produzione.

Primera publicación: Prima pubblicazione, per riconoscere il lavoro dei fotografi che presentano per la prima volta un libro di loro paternità.

La mostra dimostra così che negli ultimi anni i libri di fotografia sono diventati un oggetto da collezione per gli amanti del mezzo e un formato chiave a cui, grazie alle possibilità concettuali e creative che offre, sempre più autori si affidano per comunicare e arricchire i propri progetti.

Per ogni categoria, sono stati resi noti i nomi dei finalisti e rispettive case editrici, per un totale di 59 progetti editoriali. CTONIO rientra nella categoria BIBLIOFILIA, una categoria in cui i libri si distinguono per essere edizioni originali a causa del loro particolare interesse, del formato prezioso e/o raro, o dei materiali utilizzati per produrli.

La Collezione Paolo VI ha comunicato i sei artisti finalisti del “Premio Paolo VI per l’arte contemporanea”, il concorso promosso dall’Associazione Arte e Spiritualità (ente gestore del museo Collezione Paolo VI – arte contemporanea di Concesio) che premia le migliori proposte sul tema della spiritualità di artisti italiani o stranieri, con particolare ma non esclusiva attenzione agli artisti emergenti e “mid-career”. Il Premio Paolo VI, in linea con la mission dell’Associazione Arte e Spiritualità, intende promuovere gli “apporti offerti dall’arte, nelle sue varie manifestazioni, all’arricchimento spirituale della vita degli uomini del nostro tempo”: un’arte capace di interrogarsi sul senso dell’esistenza e sulla dimensione interiore dell’uomo, anche al di là dei confini dell’arte religiosa in senso stretto.
I finalisti dell’edizione 2025 sono: Vanshika Agrawal, Alessandra Calò, Nicola Evangelisti e Silvia Serenari, Concetta Modica, Kanaco Takahashi e Liu Zhiyu. Artisti tra loro molto diversi per poetica, media e approccio alla creazione artistica, ma accomunati da un’intensa capacità di riflessione esistenziale, che emerge nei loro lavori.
Ancora una volta, il Premio Paolo VI si conferma un prezioso osservatorio delle sensibilità artistiche contemporanee nel loro dialogo con la dimensione spirituale dell’esistenza – afferma Giuliano Zanchi, direttore della Collezione Paolo VI – I progetti selezionati testimoniano un’arte capace di suscitare interrogativi profondi e autentici, alimentando quella tensione verso il senso che caratterizza la nostra umanità“.
La mostra collettiva dei finalisti sarà inaugurata nell’autunno del 2025. A conclusione dell’esposizione, la Giuria individuerà il vincitore, che realizzerà la sua mostra personale presso la Collezione Paolo VI nell’anno 2026. Gli artisti finalisti sono stati selezionati dal Comitato Scientifico della Collezione Paolo VI – arte contemporanea, composto da Giuliano Zanchi (direttore), Paolo Bolpagni, Cecilia De Carli, Marisa Paderni, Elena Di Raddo, Marco Sammicheli, Paolo Sacchini e Michela Vallotti, che ha svolto funzioni di giuria. Il bando ha registrato 110 candidature, confermando l’interesse crescente attorno a questa iniziativa che, nata nel 2017, è giunta quest’anno alla quinta edizione.

COLLEZIONE PAOLO VI
Via Guglielmo Marconi, 15 25062, Concesio – Brescia
uffici aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 17,00

Domenica 27.04.2025 ore 15,30 presso i Chiostri di San Pietro, inaugura la nuova edizione di [PARENTESI] Book Fair per FOTOGRAFIA EUROPEA – Reggio Emilia. Conferenze, presentazione di libri, booksigning: un ricco calendario di eventi dove ascoltare ed incontrare artisti, giornalisti, curatori ed editori. Domenica 27 marzo alle ore 15,30 conversazione su CTONIO (2024, edizioni Studiofaganel) in presenza delle autrici del libro Alessandra Calo’ e Marilena Renda in dialogo con Sara Occhipinti.

Chiostri di San Pietro | Via Emilia S.Pietro 44/c, Reggio Emilia

    orari di apertura al pubblico:

    Venerdì 25 Aprile › h 10-21 Sabato 26 Aprile › h 10-21 Domenica 27 Aprile › h 10-18


    Esposizione collettiva presso la ex Chiesa di Santa Sofia (palazzo San Domenico, Agrigento) a cura di Benedetta Donato. L’esposizione raccoglie il lavoro di 25 fotografi che colgono – attraverso il linguaggio della fotografia – la specificità del femminile e le diverse rappresentazioni delle donne nel nostro tempo. Grazie al prezioso lavoro di Benedetta Donato e VisionQuesT 4rosso Contemporary Photography per avermi coinvolta scegliendo una fotografia della mia serie Kochan

    Vivere, Immaginare, Vedere, Amare. Quattro verbi che si fanno acronimo e manifestano con forza la vocazione della nuova grande mostra fotografica inaugurata ad Agrigento, nell’ambito delle iniziative per Capitale Italiana della Cultura 2025. “VIVA! Orizzonti sensibili sull’universo femminile” è il titolo dell’esposizione collettiva ospitata nella rinnovata sede dell’ex Chiesa di Santa Sofia, all’interno del Chiostro di San Domenico, uno dei cuori pulsanti della città. Promossa dal Rotary Club di Agrigento con il supporto di FUJIFILM Healthcare Italia, VIVA! rappresenta un manifesto visivo e sociale: 25 fotografi – 15 donne e 10 uomini – raccontano la donna da prospettive trasversali, inclusive, empatiche.La curatela è firmata da Benedetta Donato, che ha selezionato autrici e autori le cui opere riflettono le trasformazioni del ruolo femminile nel nostro tempo. Come spiega la stessa curatrice, il progetto nasce dal bisogno di “sovvertire immagini asfittiche, dove la figura della donna è stata spesso associata ad una sola categoria”. Ogni autore ha donato una propria opera che confluirà in un’ in un’asta benefica a favore della campagna internazionale End Polio Now, uno dei progetti più longevi e concreti della Rotary Foundation.
    Ogni opera è accompagnata da una scheda esplicativa ed è possibile approfondire la poetica di ciascun autore sfogliando l’elegante catalogo della mostra, disponibile in sede.

    FUJIFILM Healthcare Italia, attraverso il suo Managing Director Davide Campari, ha sottolineato come sostenere VIVA! significhi “dare valore a un concetto più ampio di benessere, che non si limita alla dimensione clinica, ma abbraccia anche quella culturale e sociale“. La mostra è visitabile gratuitamente fino all’8 dicembre 2025 presso l’ex Chiesa di Santa Sofia, nel cuore del Chiostro di San Domenico, accanto al Palazzo di Città e al Teatro Pirandello. Gli orari di apertura al pubblico seguiranno quelli degli eventi ufficiali di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, con aggiornamenti disponibili sul sito del Comune e della Fondazione Agrigento 2025.

    Tutte le opere in mostra saranno messe all’asta a sostegno di End Polio Now: un motivo in più per lasciarsi toccare da uno sguardo fotografico consapevole, sociale e solidale. La Mostra VIVA! Agrigento 2025 è molto più di una raccolta di fotografie: è un progetto culturale e umanitario che ci invita a ripensare il ruolo della donna nella società contemporanea, a partire dagli sguardi sensibili di chi ha scelto la fotografia come strumento di consapevolezza.

    Un viaggio tra immagini che curano, emozionano, raccontano. Un’iniziativa che celebra la fotografia come voce del presente e che rende omaggio a una città viva, pronta a farsi portavoce di valori universali.

    /e·vo·cà·re/ è un invito a lasciarsi trasportare dalle immagini create da Alessandra Calò per conoscere le protagoniste di queste opere attraverso l’eco creato dall’interazione dei diversi elementi della composizione. È un invito a lasciare da parte la razionalità, dando spazio all’immaginazione, ai ricordi e a alla casualità delle associazioni, per creare racconti di infiniti passati possibili.

    La selezione di opere in mostra presso la galleria Gate A26 di Modena fa parte del progetto Les Inconnues, una riflessione sulle storie dimenticate, sulle identità invisibili e sul mistero che avvolge il passato. Il titolo del progetto rimanda alla figura dell’Inconnue de la Seine, la donna sconosciuta ritrovata nella Senna nel 1878, il cui volto ha suscitato un’infinita curiosità per la sua identità mai rivelata. La figura di questa donna senza nome diventa il simbolo di tutte le vite che, pur avendo avuto una loro storia, sono state cancellate dalla narrazione ufficiale. Con questo progetto, l’artista ci offre la possibilità di ricostruire e riattivare, attraverso l’immaginazione, la memoria e le identità di donne sconosciute.

    Il valore aggiunto di queste opere risiede nel complesso e articolato processo creativo, un vero e proprio viaggio fisico e mentale alla ricerca del significato dell’immagine: ogni opera è il risultato di un procedimento che unisce tecnica e intuizione, con un’attenzione minuziosa all’armonia che questo unicum vibrante produce negli occhi di chi guarda. Affascinante è la gestione delle imperfezioni nel processo di stampa: lievi difetti o irregolarità sulla superficie sono volutamente conservati per raggiungere la resa estetica desiderata. Allo stesso modo, il “rumore” visivo intenzionalmente mantenuto delle immagini originali contribuisce all’atmosfera evocativa. Ad esso, si aggiungono elementi immaginifici provenienti da materiali d’archivio: fundus oculi, radiografie intestinali, visioni vegetali microscopiche, scansioni botaniche sono solo alcuni degli elementi, apparentemente discordanti, che Calò utilizza per amplificare il potere evocativo dei volti delle sconosciute, secondo la filosofia per cui «anche cose spaventose, se decontestualizzate, possono produrre bellezza». Questa riflessione permette di trasformare l’elemento inquietante in una componente estetica, che conferisce al lavoro una profondità simbolica. Tutti questi dettagli insieme creano un’aura che si integra perfettamente con il concetto di memoria fragile e sfuggente che il progetto vuole esplorare: ogni immagine si carica così di una propria identità nonostante l’apparente anonimato.

    La composizione dell’opera è un percorso iterativo che fonde materiali fisici e manipolazione digitale. In un primo momento, l’artista seleziona gli elementi, creando abbinamenti che rispondono a un impulso emotivo e concettuale: questa fase di creazione e studio digitale è necessaria per ottenere quell’elemento di rottura (il negativo) che segna il passaggio alla fase analogica. Emulsionare, impressionare, fissare le lastre diventano il processo e la pratica (il cosa e il come) nel quale accettazione e compromesso arricchiscono emotivamente l’opera, passaggio dopo passaggio, di una sua innegabile organicità e autenticità. Questa serie, realizzata a mano da Caló, risulta un universo visivo di immagini femminili eteree e oniriche, animate dalla sua caratteristica tecnica di sovrapposizione. Elementi eterogenei, tra loro estranei, formano un corpo unico con le protagoniste, aumentandone esponenzialmente il potere comunicativo. Il soffio vitale è dato dalla luce e dallo spessore delle lastre in cristallo, che intensificano la composizione valorizzando e amalgamando memorie e visioni che ciascuna parte porta con sé. Le imperfezioni diventano tracce di una pratica che non ha paura di spingersi nei territori dell’impermanenza, della transitorietà e dell’ignoto, in una costante ricerca di bellezza anche nei luoghi più inaspettati.

    info:

    GATE A26 | via Carteria, 26A, Modena

    𝐈𝐧𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟐𝟐 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟖.𝟎𝟎 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐚

    La mostra sarà visitabile fino al 20 aprile 2025
 sabato e domenica ore 16.30 – 20.00
    ringraziamenti speciali a: Luca Monzani, Davide Sabattini, Luca Alboresi, Emma Allú


    Particular global geographies exist as a nexus between the primeval world and the world we are accustomed to. These are mainly natural places that present as thin geographies or thin spaces. They are a conduit between geology, spirituality, and a sense of origin. Often, they are found away from the density of cities and are revered for their ability to transform the rancor of daily modern life into something meditative.

    I can think of a handful of thin spaces and imagine more. Some are contained to small sites, shrunk to accommodate the incessant sprawl of human geography. Visiting Sicily in 2016, I came across a site like this in the southern clime of the island. The month was February, early February to be precise, and though warm, the island had not yet awakened from the winter months. I traveled to Ispica on a guess to see the many caves and cave dwellings that permeate the area, creating a porous natural landscape where the natural world meets the human habitation of a millennium previously. Something is empty and haunting about the limestone caves in Ispica, buried under bramble and presenting as otherworldly, their floors covered in sand, their walls in indiscriminate scratchings, calls, and missives from the past. One cannot help but feel something obliquely generational, like an echo reverberating in a hollow honey-drenched skull.
    Favignana, an island off Trapani, a port I have visited, presents similar qualities. Though I have not visited the island itself, thanks to the present, I can navigate its Hypogeum garden, its disused and labyrinthian narrows. I am guided by pixel and drone position. This question simulates the antithesis of what I would expect to understand about the location itself in person, which, despite this, yields other permissive questions about how these spaces are now brokered into consciousness. The word Hypogeum itself reminds me of other significant thin spaces. One is the Saflieni Hypogeum in Malta, a reverent space where sound and echo are also a topic of profound mystical potential. So many purposes have vanished along the way in the consultation of human progress. We are left with a patchwork summary of intention and varying realities.

    Ctonio, by Alessandra Calò, published by Studiofaganel, designed by Andrea Occhipinti, concept by Andrea, Alessandra, and Sarah Occhipinti explores the dynamic mechanisms of Favignana’s natural limestone quarry turned garden and presents an eroded paradox in which human portraits fossilize, and become dust that replicates the natural world of the island. There is a haunting, specter-like quality to work. Everything is in a state of dematerialization, similar to the work of Jungjin Lee, where vistas are transformed by grain and a lack of clear resolve. In Ctonio, the abyss, or depths of the earth, according to Greek mythology, is delivered in a fervent display of fleeting, ephemeral imagery.
    With tip-ins and writing minimally gracing the pages, the book feels more like a book that dissipates while turning the pages, as if a strong wind could erase the whole of it as you try to read along. The strength of the work is its constraint, as a book of more images would lead to repetition without outcome. In this volume, the restraint gives it the impression of an artist book more than a trade copy. I had a similar experience with TR Ericsson’s recent book Nicotine. I had likened that experience to something of an early twentieth-century art periodical like The Studio, with its tip-ins and pictorial emphasis. In this case, I also reference Ruth Lauer Manenti’s granular book, I Imagined It Empty, published last year by Editorial RM. In the case of Ctonio and that book, there is a shared timeless quality to the work that puts it more between the 19th and 20th centuries.

    In Calò’s case, this is a direct result of using what appears to be vernacular images in her cast of characters. Some photos, even through the veil of smoke and dissolve, remind me of re-purposed studio portraits. One image reminds me of the work of Wilhelm von Gloeden or, more likely, Guglielmo Plüschow, whose predilections were slightly less problematic (only slightly) than his cousin’s. There is frontal quality to Plüschow photographs that is not exactly lacking in Von Gloeden, but the latter’s proliferation of satyrs overshadows the direct gaze found in Plüschow. I am reminded of the gaze/stare found in one particular image of Calò. However, most of her other portraits rely heavily on disembodiment and obfuscation, which characteristically adds ghostliness to the reading of the work.

    Much can be shared here in that summation of Calò’s work.  The effect is a perfect collaboration between the artist, editor, and designer. The book object feels precious and journal-like, and other references to work are happening right now from Jungjin Lee, Paul Cupido, Elizabeth Alderliesten, Margaret Lansink, and others who are using the employ of dissolve to stimulate conversations surrounding ephemeral portraiture. Historically, artists like Edmund Teske and Mario Giacomelli covered similar ground. This response to the world and its humans is not new, but how it is constructed in the iteration of the photobook counts. In the case of Ctonio, it is entirely permitted and inherently well-thought-through from start to finish.

    Brad Feuerhelm


    In recent years, Alessandra Calò has made a series of works that trace new emotional and physical geographies that materialize through the artist’s eyes to those who engage with her work. Her images in her latest work “CTONIO,” published by Studiofaganel in 2024, also work in the same direction: they shift perceptual boundaries of a place, the island of Favignana, through a gaze that is poetic but investigative at the same time. I spoke with Alessandra about this to understand how she worked to create this unique imagery, far from time but so anchored in a time of History.

    Alessia Rollo

    Alessia Rollo: Ctonio is a book that fits into your artistic reflection on nature, a theme you had already addressed in your other series such as Herbarium. Here, however, we have a specific place, an island in the Mediterranean, an area you are linked to by your birthplace. Tell us about this choice and how the series came about, where you made it and where its name comes from.

    Alessandra Calò: Residency, for me, means entering territorial social processes: observing and questioning the landscape, understanding the relationships that exist between environment and human settlement, finding the temporal thread that connects contemporaneity to its memory. Sometimes it is a tool for personal creation and growth; sometimes it becomes collective action. I had read up on the morphological characteristics of the island and got excited about the idea that it was the island of hypogean gardens. I, who have been carrying out the Secret Garden project since 2014 could hardly remain indifferent to the discovery. I had planned to print inside the hypogeum looking for sunlight: I had brought with me chemistry to prepare photosensitive emulsion, paper, fixing. But as often happens, a trivial cause such as adverse weather had made me change course, even with some reluctance. All the materials I had brought with me I then brought back home and earmarked for later projects. The only useful thing I possessed, therefore, was the camera. Changing the course of events, I became inspired by the island and its (few) inhabitants. Hours walking, observing, listening: I interviewed people asking them to tell me about memories related to childhood, family, their work; from those who knew, I asked for legends or rituals related to plants, mythological stories; anecdotes of common life, news facts, popular beliefs… because being an “islander” is not taken for granted, especially on an island like Favignana. By listening I was able to understand human dynamics and their relationship with the territory: I found out who the pirriaturi are* how and why the hypogean gardens were born* what are the natural native “ancient” species that have managed to resist genetic mutation (some of them with curative properties and others lethal).

    This series of images would not have come into being if I had not felt mixed emotions during this residency. Winter is the “real” dimension of the island that revealed to me its true being raw, restless, silent sometimes bestial and sometimes romantic, lonely and dark (in the deepest sense of its meaning) … The word CTONIO* popped up on the third day and from there I decided that whatever I would make would be called that. I can say that these images were born in the depths of the earth, thanks to the wild presence and silence around it.

    Alessia Rollo: The book is a work of art: you decided to work in an almost artisanal way with the images. What led you to this decision? Also tell us about the technique you used?

    Alessandra Calò: For me, making a book means producing a “rib” of the work. Not a catalog but a small work of art that can be within everyone’s reach with the same dignity and without discounts. Thanks to the support and the constant presence of my editors in the creative phase (in this case Studiofaganel of Gorizia) the choice of materials – the paper, the cover – and of everything that makes up a book – the editing (by Sara Occhipinti), the choice of graphics (by Andrea Occhipinti) …is aimed at obtaining a unique final product. I have often made art books with a double print run: I like the idea of making something unique by including a photograph printed on special papers as in the case of “Herbarium,” an original glass plate for “Secret Garden I,” a hand-printed calligraphy as the cover in “Secret Garden II.” In this case, we opted by mutual agreement to manually apply 12 images to each book, on which, however, I intervened manually. I processed about 3900 images, including the cover photo. I worked about 1 month to make all the collateral material and then assemble it. This stylistic choice proposed by the publisher seemed to me to be optimal right from the start: Studiofaganel, like me, likes impossible challenges, and both of us, without even questioning the difficulty or the amount of work ahead of us, did not hesitate to approve it.

    Alessia Rollo: CTONIO’s images seem to draw the eye away from reality, to make the landscape an uncertain, personal, dreamlike place. What do you want to tell about this underground garden, what did you want the viewer to feel or think about the landscape?

    Alessandra Calò: This project is about a physical place that generates an inner place. As in all my artistic production, the goal of the image is not to tell about something that is seen. My photography is not documentation of reality but a kind of invitation to go further, to find one’s own meaning and story through the perception of the image. I wanted to associate this work with the concept of cavity understood as a generative space, whether it is understood as a womb or Sybil’s cavern. There is deliberately a past and a present mingling, creating overlapping subjects that override reality….

    Alessia Rollo: Flipping through the pages we notice that each photo is accompanied by a text. How did the collaboration with Marilena Renda come about?

    Alessandra Calò: Marilena Renda (Sicilian-born poet) I met in 2019. She had worked on my Secret Garden project, bringing to life the story of Lorella, an unpublished voice for an unknown woman depicted on an ancient negative plate. I had invited her to participate in the project after reading her novel Surrender Doroty! and the poetry collection The Subtraction. Initially it was just a hypothesis but I felt right away that she was the right person to whom I could entrust my imagery to “reorganize” it into words. We didn’t even have to make too many changes because they were perfectly “sewn on” to those images and reading them gave exactly that feeling felt while I was in residence. I immediately thought: those who live on the ‘Island know what an island means.

    Alessia Rollo: A question for Marilena Renda: your texts evoke mythological tales, ancestral ties between man and the earth, far away in time. This narrative level amplifies the dimension of the images. What reflections are the texts meant to trigger?

    Marilena Renda: The texts were born at the urging of Alessandra, who while she was on the island (I think of Favignana as an island squared, a further island) sent me vocals of conversations, telling me about plants, gardens, stories. It was through his stories and the parallel work I have been doing in recent years on my Sicilian chthonic that I have in a way reconnected with this dimension from which I have never completely distanced myself in recent years: the power of the maternal, the stories of travellers and writers: for me it is all always there, at my fingertips, and this is both very beautiful and quite terrible. I don’t want to trigger reflections, but I think it would be nice for the reader to engage his or her chthonic, which is not so far removed from his or her conscious dimension.

    Alessia Rollo: Alessandra, this book also contains concepts such as natural memory and the need to map places through a material, processual and personal dialogue. What is “sense of nature” right now, what do you think is the relationship to be established between humans and the ecosystem?

    Alessandra Calò: To this question I answer with a quote, “Every day I wake up and the world is to be remade.” (quoted from “Lorella” by Marilena Renda)

    CTONIO | mostra personale Lab1930, Milano

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Ctonio è l’ultimo lavoro di Alessandra Calò che viene proposto dal 25 febbraio al 28 marzo 2025 nello spazio espositivo esclusivamente dedicato alla fotografia contemporanea Lab 1930 di via Mantova 21 a Milano.
 Realizzate a mano in oleotipia – un’antica tecnica di stampa risalente alla fine del XIX secolo – queste opere uniche sono state esposte ad Unseen, Amsterdam (settembre 2024) e ad Approche, Parigi (novembre 2024). Il progetto è accompagnato da un testo critico di Lóránd Hegyi, ex direttore del Musée d’art moderne et contemporain de Saint-Étienne (Francia).

    Lóránd Hegyi scrive nel saggio critico «Seguendo l’artista che va sempre più a fondo nelle nere e impenetrabili masse di terra, pietra, cenere e ossa, l’osservatore si sente sempre più coinvolto, persino prigioniero impotente di un universo oscuro e inquietante che offre argomenti inaspettati e che consegna storie nascoste ed eventi dimenticati di epoche precedenti. Potremmo anche dire che è proprio questo “scavo” artistico ad alimentare reminiscenze e a porre in luce rinvenimenti non identificabili creando una storia plausibile anche se non dimostrabile. Attraverso l’intervento artistico, una storia prende vita dal materiale morto.»

    Poetic Metaphors and Urban Ethnography | Two approaches: Alessandra Calò and Pietro Bologna di Lóránd Hegyi

    Presentato in occasione di Unseen Photo Fair (Amsterdam 2024), questo volume contiene tre saggi critici di Lóránd Hegyi sui recenti lavori fotografici di Alessandra Calò (The Garden’s Tale, 2022 e Ctonio, 2024) e Pietro Bologna (Ettaro 2017-2024), la cui produzione artistica è caratterizzata da due approcci diversi. Alessandra Calò utilizza abilmente le immagini per creare narrazioni metaforiche che risuonano con il nostro mondo interiore e la nostra immaginazione, al punto che l’autore la definisce “maestra della drammaturgia dell’evocazione”.

    Come scrive Lóránd Hegyi nel libro: «Le immagini di Alessandra Calò ci danno fiducia nella competenza magica dell’arte: attraverso le immagini create artisticamente si crea una nuova consapevolezza della realtà. Questa consapevolezza è rivelazione e comprensione; è partecipazione al tempo e alla storia e allo stesso tempo una ricreazione del tempo in cui anche lo spettatore contribuisce alla storia infinita. Alessandra Calò è in grado di rivelare questa trasformazione del significato del tempo attraverso l’intensità delle sue immagini senza alcuna narrazione aneddotica o piacevole e pittoresca, ma solo con il suggestivo e potente enigma della visione.»

    Lab 1930. Fotografia contemporanea
    via Mantova 21, Milano 25 febbraio – 28 marzo 2025
    Vernissage
    martedì 25 febbraio h 18-20
    alla presenza dell’artista
    Informazioni al pubblico e appuntamenti: elena@lab1930.com

    Orari di apertura settimanali: martedì – venerdì h 10-18 su appuntamento


    CTONIO | book signing, Spazio BFT Piacenza

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Il 22 febbraio, presso lo spazio BFT di Piacenza sarà presentato il libro CTONIO, edito da Studiofaganel (Gorizia). Durante la giornata letture portfolio e a seguire dibattito con proiezione: dalla residenza d’artista alla pubblicazione del libro. Un percorso dove verranno approfondite tematiche legate alla progettazione artistica di un opera, il suo sviluppo concreto e la successiva deriva editoriale.

    CTONIO | il libro


    Ctonio è un libro d’artista ispirato alle antiche tavole ottocentesche. All’interno sono presenti 12 inserti fotografici, rielaborati – e per questo unici – con intervento manuale da parte dell’artista.
    La scelta stilistica ed i colori del libro fanno riferimento alla storia che esso racconta: un isola del Mediterraneo dove la pietra, la terra e la natura umana si mescolano con fatti, leggende, possibili verità e mitologie lontane. Il contributo letterario è a cura di Marilena Renda


    NDT | Ras al Khaimah Fine Art Festival 2025

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    A partire dal 31 gennaio 2025, sullo sfondo storico dell’Al Jazeera Al Hamra Heritage Village, avrà luogo la serata di apertura del 13° Festival dell’Arte di Ras Al Khaimah: una vetrina di arte e cultura, con opere di artisti locali e internazionali, selezionati da un comitato scientifico presieduto dal curatore svizzero Alfio Tommasini. Il festival vuole celebrare il potere della creatività, collegare le comunità e ispirare il dialogo. Una kermesse indimenticabile che celebra il ricco patrimonio e la visione artistica di Ras Al Khaimah. Durante tutto il mese di febbraio, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un universo unico, dove svariate opere d’arte saranno installate all’interno dello storico villaggio, capaci di dialogare in un ambiente che celebra la memoria e la storia in tutte le sue sfaccettature. Rifacendosi ad una frase di Oscar Wilde “La memoria è un diario che tutti portiamo con noi”, 200 artisti – locali ed internazionali – sono stati invitati a partecipare, per esplorare e condividere i loro ricordi e la loro memoria. Tra gli artisti italiani partecipanti figura Mauro Curti, le cui opere fotografiche sono state selezionate per il progetto Riturnè, avviato nel 2023 e ispirato al ritorno alla sua terra natale, la Provincia di Cuneo. Alessandra Calò, selezionata con una serie di immagini del suo progetto fotografico NDTNo Destructive Testing, che indaga la propria storia familiare attraverso due distinte eredità, un archivio fotografico e uno radiografico. Da qui nasce il titolo dell’opera, ovvero la dicitura apposta sulle lastre radiografiche, per indicare che il metodo non ha alterato l’oggetto e che la necessità di indagare non ha pregiudicato l’integrità del corpo. Riportata sul piano della genealogia familiare, la metafora descrive l’approccio dell’artista che non intende modificare il decorso delle storie personali ma in qualche modo osservarle, attraversarle quasi in controluce, ricordando le proprie radici prima di proiettarsi verso il futuro.

    Per maggiori informazioni su Ras Al Khaimah Art Festival: https://www.rakart.ae/2025-festival


    CTONIO | book launch, Studiofaganel Gorizia

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Presso la galleria Studiofaganel sarà inaugurata la prima mostra dell’anno, che vede la città di Gorizia nuova Capitale Europea della Cultura 2025
    Verrà esposto sotto forma di Opera d’arte Ctonio, il mio ultimo lavoro fotografico ma anche editoriale, che vede l’alternarsi di fotografie e parole, grazie al prezioso contributo letterario della poetessa Marilena Renda, invitata a prendere parte al progetto. In questa serie fotografica, le immagini e la parola traducono e rafforzano il significato della cavità, inteso come spazio generativo.

    CTONIO | studiofaganel

    17 gennaio – 28 febbraio
    Opening 17 gennaio ore 18.30 alla presenza dell’artista
    a cura di Sara Occhipinti e Marco Faganel

    viale XXIV Maggio 15/c, 34170 Gorizia
    Orari: lunedì – venerdì h16.00 – h19.00 sabato e mattine su appuntamento

    CTONIO | il libro


    Ctonio è un libro d’artista ispirato alle antiche tavole ottocentesche. All’interno sono presenti 12 inserti fotografici, rielaborati – e per questo unici – con intervento manuale da parte dell’artista.
    La scelta stilistica ed i colori del libro fanno riferimento alla storia che esso racconta: un isola del Mediterraneo dove la pietra, la terra e la natura umana si mescolano con fatti, leggende, possibili verità e mitologie lontane. Il contributo letterario è a cura di Marilena Renda

    CTONIO | il concept

    In questa serie fotografica realizzata nella straordinaria cornice del Mediterraneo, l’artista Alessandra Calò tenta ancora una volta – in maniera poetica ed evocativa – di usare il mezzo fotografico come strumento per documentare sì lo stato dei luoghi ma soprattutto per scavare nella memoria e far leva sulla necessità di re- instaurare quel legame ancestrale che lega l’uomo alla natura. Non a caso il titolo del progetto Ctonio ci accompagna in una dimensione dove il dialogo con il luogo non può prescindere da una riflessione sull’identità. L’importanza rivestita dalla natura – oggi più che mai percepibile nel paesaggio mediterraneo contemporaneo – porta l’artista ad interrogarsi sulla storia che si cela dietro le infinite espressioni che essa offre allo sguardo, nel tentativo di riappropriarsi degli spazi generati dall’uomo. Nel secolo scorso le politiche economiche hanno incentivato l’occupazione e lo sfruttamento dei territori, cancellando progressivamente gran parte dei tratti caratteristici della zona mediterranea per delinearne dei nuovi. Le rapide trasformazioni del territorio hanno prodotto l’immagine attuale di un paesaggio ‘cavo’, caratterizzato da aree deturpate per lo sfruttamento della materia prima: la pietra calcarea (calcarenite).
    Il giardino ipogeo diventa così la porta simbolica attraverso cui far passare la pratica artistica: lo studio morfologico e antropologico del territorio, il ritrovamento di antiche specie vegetali autoctone, ci danno conferma dell’esistenza di un antico legame sopito ma mai spezzato, che conserva ancora il calore tra le pietre battute dal sole e l’assordante silenzio della natura selvaggia.


    Tra i 10 nuovi libri d’arte da leggere per iniziare l’anno c’è anche CTONIO di Alessandra Calò, edito da Studiofaganel e con il contributo letterario di Marilena Renda.

    «Una selezione di libri d’arte che spazia dalle monografie su grandi maestri della fotografia come Mario Dondero e Giovanni Chiaramonte, ai percorsi contemporanei di artisti come Carlos Bunga e Alessandra Calò. Tra ristampe aggiornate, preziosi volumi illustrati e cataloghi di collezioni museali, ogni titolo offre uno sguardo unico su tematiche artistiche, culturali e paesaggistiche. Dai reportage fotografici all’esplorazione del rapporto tra uomo e natura, ogni opera rappresenta un invito a scoprire e riflettere attraverso l’arte.»

    CTONIO – Alessandra Calò, Marilena Renda

    «Ctonio è il titolo della nuova puntata del cammino nel mondo del libro d’artista di Alessandra Calò. Pugliese di origine, utilizza il mezzo fotografico come strumento per documentare lo stato dei luoghi in una dimensione mnemonica ed evocativa, in cui l’immagine elaborata ci conduce a mondi lontani in cui il tempo è sospeso. Attraverso un lavoro dai toni antichi – Ctonio secondo la mitologia greca è quanto appartiene all’abisso, alle profondità terrestri – Calò si pone di fronte a quesiti riguardanti la natura e il suo rapporto con l’uomo. Il giardino ipogeo diventa così la porta simbolica attraverso cui far passare la pratica artistica. È la riscoperta di una natura selvaggia che pone in evidenza l’antico legame tra l’uomo e la terra, in taluni casi abbandonata.»

    (Angela Madesani, Artribune)


    KOCHAN | Arte in Nuvola, Roma

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Roma Arte in Nuvola 2024:
    Roma si prepara ad accogliere dal 22 al 24 novembre (opening e anteprima stampa il 21) la quarta edizione di Roma Arte in Nuvola, uno degli appuntamenti più attesi nel panorama dell’arte moderna e contemporanea nazionale e internazionale, ideata e diretta da Alessandro Nicosia, prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la direzione artistica di Adriana Polveroni e promossa con Eur S.p.A.

    Dal 22 al 24 novembre Roma sarà arte e visioni, identità e dialogo. Non mancherà poi la grande fotografia contemporanea con “Il gioco delle identità”, a cura di Arianna Catania, che traccia un percorso inedito attraverso 50 opere di artisti che hanno segnato la storia della fotografia dagli anni ‘60 ad oggi: Nan Goldin, Luigi Ontani, Shirin Neshat, Liu Bolin, Franco Vaccari, Kanehe Muholi, e ancora Letizia Battaglia, Vanessa Beecroft, Lisetta Carmi, Kensuke Koike, Francesco Jodice, sono solo alcuni degli autori che guideranno lo spettatore in una esposizione originale e non cronologica sul tema dell’identità. Tra essi, anche il mio progetto Kochan

    𝐈𝐋 𝐆𝐈𝐎𝐂𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐈𝐃𝐄𝐍𝐓𝐈𝐓𝐀’

    Un viaggio nella fotografia contemporanea tra realtà e finzione
    A cura di Arianna Catania

    La mostra traccia un percorso inedito attraverso cinquanta opere di artisti che hanno segnato la storia della fotografia dagli anni ‘60 ad oggi. Ritratti senza tempo, scomposizioni di corpi, autoritratti di denuncia, indagini antropologiche, che mettono al centro l’identità, in primis quella dell’artista che sceglie di raccontare la sua storia personale, l’universo magmatico della propria vita interiore, talvolta diventando l’attore protagonista della scena.
    Ma anche l’identità dell’altro, e quella collettiva: ciò che ci permette di riconoscerci come parte di una Storia comune, perché tutte le identità sono interconnesse.

    I fotografi contemporanei, dunque, sovvertendo, manipolando, mescolando linguaggi e tecniche, scegliendo approcci e stili diversi, creano immagini capaci di rappresentare e rileggere il nostro tempo, trasformando la realtà in immaginazione. La mostra è un omaggio alla fotografia d’autore come arte pienamente contemporanea.

    Il carattere che le immagini fotografiche prodotte da Alessandra Calò ha realizzato è quindi piuttosto quello della metamorfosi, dello sconfinamento costante. La componente non esplicitata, ma fondamentale di questo progetto, è infatti il tempo. Se la fotografia fissa il momento – e nel fissarlo ne decreta anche l’essere già accaduto, passato, sicché qualsiasi ritratto è sempre postumo – Calò sembra lavorare proprio in direzione opposta a questa contrainte: la geografia non è un dato fisso, ma l’interazione perenne di molti elementi cosiddetti naturali e antropici, il corpo che emerge o si sovrappone a questi lacerti di luogo è altrettanto frammentario e per questo, più che indicare o descrivere, evoca. E cos’è l’evocazione se non la forma più rispettosa del mistero nel rapporto fra il reale e le sue rappresentazioni?

    Alessandra Sarchi

    Sede e Orari | LA NUVOLA
    Viale Asia, 25 – Roma (EUR)
    date e orari di visita: 22 – 23 – 24 novembre 2024 | dalle ore 10:30 alle ore 20:30


    CTONIO | nominato al World Photo Annual

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    CTONIO è stato nominato nella categoria Fine Art del prestigioso concorso internazionale World Photo Annual del REfocus Awards. Si ringrazia la giuria del concorso per il lavoro svolto e per aver scelto l’immagine “Il Nascondiglio” appartenente al progetto su candidature provenienti da tutto il mondo.


    CTONIO tenta in modo poetico ed evocativo di utilizzare il mezzo fotografico come strumento per scavare nella memoria e fare appello alla necessità di ristabilire il legame ancestrale tra uomo e natura. Il progetto ci porta in una dimensione in cui il dialogo non può prescindere da una riflessione identitaria.


    CTONIO | a ppr oche, Paris

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Dal 7 al 10 novembre torna a ppr oche il salone parigino dedicato alla fotografia sperimentale. Per questa ottava edizione saranno presentate 15 mostre di artisti internazionali, incentrate sull’immagine come strumento di reinterpretazione, esplorando i temi della memoria e dell’identità:
    a ppr oche è il salone parigino dedicato alla fotografia contemporanea e si svolge in contemporanea con la fiera Paris Photo. Concepito con uno sguardo curatoriale e composto esclusivamente da mostre personali, nel salone vengono invitati artisti e gallerie che propongono una fotografia alternativa e sperimentale. Un nuovo tipo di fiera d’arte che mette in mostra gli artisti e invita al dialogo. In collaborazione con Ikigai Labs, la mostra introduce un ppr oc he extended – un’estensione virtuale dal 15 al 17 novembre 2024 – che collega l’evento fisico con una mostra online, co-curata da Dominique Moulon.

    Dalla collaborazione tra Emilia Genualdi – direttore fondatore – e la galleria Lab1930 Fotografia Contemporanea (Milano) per l’ottava edizione del salone sarà presentata la nuova serie fotografica Ctonio, in una tiratura limitata di 8 oleotipie stampate a mano su carta cotone, accompagnate dal testo critico di Lóránd Hegyi e dal nuovo libro edito da Studiofaganel.

    a ppr oche è ritenuto dalla critica un salone innovativo e culturalmente esclusivo; attualmente è un momento chiave della scena culturale parigina che beneficia della rete pluralistica di opinion leader e collezionisti. Per questa nuova edizione, gli artisti e le gallerie invitate a partecipare sono:

    Daniel Bourgais (FR) — Galerie Data (FR)
    Alessandra Calò (IT) — Lab 1930. Fotografia Contemporanea (IT)
    Isabelle Chapuis (FR) — ANALIX Forever (CH)
    Alexandre Dupeyron (FR) — Galerie du Jour agnès b. (FR)
    Hiên Hoàng (VN) — Mucho Mas ! (IT)
    Sara Imloul (FR) — Hopstreet Gallery (BE)
    Benoît Lefeuvre (FR) — Galerie Porte b. (FR)
    Sandrine Marc (FR) — Résidence PICTO LAB (FR)
    Jackie Mulder (NL) — Janknegt Gallery (NL)
    Inês d’Orey (PT) — Galeria Presença (PT)
    Homayoun Sirizi (IR) — Ag Galerie (IR)
    Jesse Wallace (FR) — Galerie Echo 119 (FR)
    Elles Walschaerts (BE) — Nationale 8 Gallery (BE)
    Susanne Wellm (DK) — Galerie XII (FR-USA)
    Antoine De Winter (BE) — Hangar Gallery (BE)

    a ppr oche Paris | 8th edition
    7 – 10 November 2024
    Le Molière, 40 rue de Richelieu – Paris I


    CTONIO | pubblicazione su Suboart magazine

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Il Nr 24 di Novembre di Suboart Magazine contiene una pubblicazione del progetto fotografico Ctonio e un piccolo estratto dal testo critico di Lóránd Hegyi che accompagnerà la futura mostra. La rivista Suboart è stata fondata da Nina Seidel (Austria) e Carolina Castilho (Portogallo). In versione on line o cartacea, invita artisti internazionali a condividere – in uno spazio accessibile e stimolante – i loro nuovi progetti, attraverso immagini, interviste ed approfondimenti.



    CTONIO | Studiofaganel Edizioni

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    CTONIO è diventato un libro, edito da Studiofaganel (Gorizia).
    Il giardino ipogeo diventa così la porta simbolica attraverso cui far passare la pratica artistica: lo studio morfologico e antropologico del territorio, il ritrovamento di antiche specie vegetali autoctone, ci danno conferma dell’esistenza di un antico legame sopito ma mai spezzato, che conserva ancora il calore tra le pietre battute dal sole e l’assordante silenzio della natura selvaggia.

    Il libro è ispirato alle antiche tavole ottocentesche.
    All’interno sono presenti 12 inserti fotografici, rielaborati – e per questo unici – con intervento manuale da parte dell’artista. La scelta stilistica ed i colori del libro fanno riferimento alla storia che esso racconta: un isola del Mediterraneo dove la pietra, la terra e la natura umana si mescolano con fatti, leggende, possibili verità e mitologie lontane. Il contributo letterario è a cura di Marilena Renda.


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    Fotografie: Alessandra Calò
    Testi: Marilena Renda
    Concept: Alessandra Calò, Marco Faganel, Sara Occhipinti
    Editing: Sara Occhipinti
    Design: Andrea Occhipinti
    Editore: studiofaganel, 2024
     
    dimensione 21,5 x 28,5 cm
    pagine 56
    Stampato in Ottobre 2024 da Poligrafiche San Marco, Cormons
    Carte: Satogami Indigo Blue 116, Fedrigoni Woodstock Camoscio 170, Arena Extra White Smooth 70
    Tiratura: 300 copie numerate e firmate

    CTONIO | concept

    In questa serie fotografica realizzata nella straordinaria cornice del Mediterraneo, l’artista Alessandra Calò tenta ancora una volta – in maniera poetica ed evocativa – di usare il mezzo fotografico come strumento per documentare sì lo stato dei luoghi ma soprattutto per scavare nella memoria e far leva sulla necessità di re-instaurare quel legame ancestrale che lega l’uomo alla natura. Non a caso il titolo del progetto Ctonio ci accompagna in una dimensione dove il dialogo con il luogo non può prescindere da una riflessione sull’identità.
    L’importanza rivestita dalla natura – oggi più che mai percepibile nel paesaggio mediterraneo contemporaneo – porta l’artista ad interrogarsi sulla storia che si cela dietro le infinite espressioni che essa offre allo sguardo, nel tentativo di riappropriarsi degli spazi generati dall’uomo. Nel secolo scorso le politiche economiche hanno incentivato l’occupazione e lo sfruttamento dei territori, cancellando progressivamente gran parte dei tratti caratteristici della zona mediterranea per delinearne dei nuovi.
    Le rapide trasformazioni del territorio hanno prodotto l’immagine attuale di un paesaggio ‘cavo’, caratterizzato da aree deturpate per lo sfruttamento della materia prima: la pietra calcarea (calcarenite). Partendo dal presupposto che l’uomo è sempre stato abituato a vede la Natura dal punto di vista del profitto, ci rendiamo conto che raramente egli si accorge del rapporto che sussiste con la complessità dell’ambiente di cui è parte. Egli è pertanto incline a credere che la natura si addomestichi sfruttandola per trarne beneficio finché ce ne sia vantaggio.
    Alla fine degli anni ‘50 il fenomeno della migrazione verso luoghi meno ostili e lavori più proficui ha portato lo spopolamento di vaste aree e la popolazione è stata letteralmente sostituita da una importante presenza selvatica, che si è riappropriata dello spazio, ristabilendo quell’ecosistema complesso e autosufficiente che solo l’enigmatica legge della Natura poteva ristabilire.
    Lo spazio che un tempo è stato “crocevia e luogo di pianificazione” oggi si rigenera e restituisce – nella ricchezza della sua vegetazione – la memoria sedimentata di chi lo ha abitato e reso luogo unico nel suo genere.


    KOCHAN a Bucarest

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Dal 27 settembre al 19 ottobre 2024, Kochan sarà esposto a Bucarest presso SwitchLab Gallery.  La mostra è curata da Simone Azzoni ed è organizzata in collaborazione con il festival Grenze Arsenali Fotografici ed il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest

    Il lavoro di Alessandra Calò tatua il corpo in lacerti di paesaggio, sostituendo l’appartenenza geografica della pelle “territoriale” con una mappatura, un portolano di cabotaggio, in cui micro e macro sono reciproche influenze, specchiature di una mise en abyme infinita: essere nel paesaggio in cambiamento come parte indistinta di esso. Kochan è volto che letteralmente si ritrae alla rappresentazione, ri-tratto dell’essere fantasma, dell’inessenza. Sfondo e primo piano in un paesaggio che allude sia alla percezione potenziale di una impotente segnatura geografica, sia alla sua rappresentazione. Inseparabili sono l’oggetto dal soggetto, l’ambiente dal suo abitante. Un tatuaggio che supera l’identità del corpo per inghiottirlo nelle tappe di un viaggio a rotte eccentriche, divergenti. Volto e confini sono sovrapposizioni che non rivelano né causa né conseguenza del cambiamento. Le sindoni della Calò archiviano una prassi del contemporaneo: appropriarsi dell’ambiente e ad identificarsi e dialogare con esso. Il disegno del paesaggio si compie non nel mezzo artistico (tanto meno fotografico), ma nella costruzione di un senso che attraversa la perdita della rappresentazione stessa.
    Vissuto e costruito, contemplato e utilizzato: se il paesaggio è inseparabile dall’uomo e dalla memoria, qui il soggetto narrante è al tempo stesso oggetto-maschera inscritto in una realtà di geometrie de-costruite.
    L’opera della Calò è stratificazione e compressione di tempo, spazio e luoghi e crollo di riferimenti segnaletici e artistici. Le sue narrazioni dipanano cenni biografici da maschere vuote, che perduto il volto, sono solo ennesimi simulacri tra altre astrazioni.
    Kochan è un planisfero di mappe narrative di luoghi che non esistono, frammenti in cui gli spazi si comprimono in universi emotivi e i ritmi di ciò che è in filigrana accelerano un processo di deterioramento della materia.
    Ma è in questi “quasi fossili”, che riverbera un irrinunciabile senso di memoria e patrimonio.

    Simone Azzoni

    Situato all’interno dell’iconico edificio Casa Scânteii di Bucarest, Switch Lab è uno spazio dedicato all’arte contemporanea fondato nel 2017 dall’artista visivo rumeno Dani Ghercă. La galleria promuove attivamente diverse forme di pratiche visive, spaziando tra fotografia, video, installazioni e altre forme di rappresentazione visiva contemporanea.

    SwitchLab produce principalmente mostre, workshop e conferenze d’artista con particolare attenzione ai giovani artisti emergenti, collaborando con istituzioni d’arte contemporanea pubbliche e private per organizzare, progettare e curare mostre.

    info:
    SWITCH LAB Casa Presei Libere | Building A2, Floor 3 – Bucharest


    Per l’edizione 2024, I Rencontres de la photographie en Gaspésie accolgono due artiste internazionali per una residenza d’artista che si svolgerà nel mese di settembre. Le artiste invitate per questa edizione sono: Alessandra Calò (visualartist, Italia) e Taissia Froidure (soundartist, Francia), che trarranno ispirazione dalla costa gaspesiana per creare opere inedite che saranno presentate alla 16ª edizione dei Rencontres nel 2025.
    Questi progetti di residenza internazionale sono sostenuti dall’Istituto Italiano di Cultura di Montréal e dall’associazione francese Photaumnales Diaphane, in collaborazione con il centro di arte contemporanea Vaste Vague di Carleton Sur Mer.

    L’italiana Alessandra Calò e la francese Taïssia Froidure sono state invitate in residenza sulla costa della Gaspésie per trarre ispirazione dalla regione e creare opere d’arte che saranno presentate l’anno prossimo nella 16° edizione des Rencontres de la photographie en Gaspésie. Ad esse si aggiunge – in forma straordinaria – l’autrice France Cayouette, che collaborerà con Alessandra Calò traendo ispirazione dalle sue immagini, per produrre testi poetici inediti.

    Il nome Gaspésie deriva dalla parola “Gaspé”, che significa “fine del mondo” nella lingua degli Mi’kmaq, gli antichi abitanti della zona. Siamo al confini del Quebec, in Canada, in una penisola che si protende nell’Oceano Atlantico. Situato tra il mare e le montagne di Carleton-sur-Mer, Vaste et Vague è un centro gestito da artisti facente parte del complesso culturale Le Quai des arts. É l’unica sede accreditata per le arti visive contemporanee dell’area della regione canadese Gaspésie. Sostiene la ricerca e la sperimentazione artistica professionale. Il suo mandato è quello di riunire gli artisti del suo territorio, promuovere l’arte visiva attuale e contemporanea, fornire un forum per lo scambio e il confronto di idee, sostenere la ricerca e la sperimentazione degli artisti che ne fanno parte, sensibilizzare il pubblico sulle pratiche artistiche emergenti e incoraggiare il collegamento tra cultura e istruzione. Vaste et Vague offre ai visitatori un programma di mostre multidisciplinari. Ha un programma di residenze che mette in contatto artisti e studenti o il pubblico in generale. É un vero e proprio laboratorio di ricerca e sperimentazione con una serie di attività di formazione e sviluppo in diverse discipline artistiche, tra cui performance art, pittura, tecniche di stampa, ecc.

    per saperne di più: www.photogaspesie.ca


    Presso la Galleria palermitana Veniero Project, avrò luogo la mostra collettiva “Che peste vi colga! Cronache da un mondo che fatica a salvarsi“, ideata e curata da Francesco Piazza.

    In mostra, opere di Andrea Buglisi, Alessandra Calò, Loredana Catania, Tiziana Cera Rosco, Demetrio Di Grado, Max Ferrigno, Alfonso Leto, Danilo Maniscalco, Alessandro Signorino, Samantha Torrisi.
    Il Giubileo Rosaliano non è solo un momento di celebrazione, ma un’opportunità di crescita che evidenzia il legame indissolubile tra tradizione e contemporaneità. In questa mostra Palermo si trasforma in un teatro di narrazioni non delimitate da confini geografici, ma estese verso una dimensione più ampia e globale, rappresentando, in piccolo, ciò che accade a qualsiasi latitudine. Le storie personali e collettive che qui prendono vita intrecciano un tessuto ricco di significati e simboli, offrendo uno spaccato delle dinamiche umane che trascendono le limitazioni territoriali. In tale contesto, possiamo intendere le opere esposte come preghiere visive o, meglio, ex voto di speranza, non per desideri o bisogni egoistici, ma per aspirazioni e necessità condivise. Santa Rosalia, patrona della città, diventa un simbolo tangibile di questa speranza e di questa ricerca, un punto di riferimento spirituale per coloro che si affidano alla sua intercessione in momenti di difficoltà. Il titolo, deliberatamente provocatorio, attinge alla memoria popolare dell’antica maledizione associata alla peste come castigo divino per i peccati. Tuttavia, in una inversione di prospettiva, questo gioco di parole viene traslato nel contemporaneo, dove le “pesti moderne” assumono una rilevanza più sinistra e tangibile. Questa scelta semantica, se da un lato agisce come una denuncia nei confronti dell’umanità, rimproverandola implicitamente per non aver saputo cogliere l’opportunità dell’azione salvifica della Santa e, di conseguenza, aver impedito che i benefici di tale azione fossero trasmessi alle future generazioni, dall’altro incita energicamente a superare queste crisi attraverso azioni che coinvolgano non solo l’ingegno ma anche la solidarietà e la coesione sociale.

    Le opere presentate da Alessandra Calò per la collettiva palermitana, fanno parte della serie The Garden’s Tale (per gentile concessione della galleria Lab1930, Milano). Un estratto del testo critico scritto da Lóránd Hegyi recita:
    «Il tempo rappresentato nell’immagine fotografica appartiene all’autorità impersonale dell’atemporalità. Sconosciuta, nascosta, enigmatica, l’atemporalità si concretizza nell’universo fragile e delicato della fotografia di Alessandra Calò. Anche se sembra occuparsi principalmente di questioni relative alla relazione specifica tra luce e oscurità, questo lavoro va invece inteso nel contesto dell’indagine artistica che mette in discussione le entità specifiche del tempo reale e del tempo immaginato. Mentre il flusso reale del tempo è inarrestabile e misurabile, il tempo immaginato sembra resistere a qualsiasi misura, a qualsiasi comparabilità con altri fenomeni, e per questo rimane enigmatico. L’oscurità quasi scioccante, irritante, con cui ci troviamo sorprendentemente a confrontarci nelle immagini fotografiche dell’artista, determina l’intero aspetto visivo; questa oscurità è oggettiva e immutabile poiché la luce non esiste affatto. Fotografia senza luce, si direbbe, ma in realtà la luce è definitivamente presente in un modo precisamente misurato e accuratamente trattato che apre percorsi verso un mondo interiore di immaginario.»

    info: mostra ad ingresso gratuito, dal 13 luglio al 31 agosto 2024

    Galleria Giuseppe Veniero
    Piazza Cassa di Risparmio, 21/22, 90133 Palermo
    tel 333 6066232 mail: frpiazza65@gmail.com

    ART STAYS è il Festival di Arte Contemporanea considerato uno degli eventi più importanti della dell’est Europa. Nato nel 2003, il festival propone una selezione di artisti di alto livello (ricordiamo edizioni passate con la partecipazione di Ai Weiwei e Yoko Ono) e di grande prospettiva.

    Il festival è reso possibile dal Comune di Ptuj e dal Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia. Anche quest’anno i direttori e curatori Jernej Forbici e Marika Vicari invitano il pubblico in un viaggio attraverso l’arte contemporanea in compagnia di artisti internazionali curatori, musicisti e galleristi.

    La 22a edizione di Art Stays, il più grande festival d’arte contemporanea della Slovenia, The Space, fonderà ancora una volta artisticamente il patrimonio culturale della città con la produzione artistica contemporanea di artisti provenienti da tutto il mondo. L’edizione di quest’anno si interroga su cosa sia lo spazio, di che tipo di spazio stiamo parlando e se ciò che ci circonda sia davvero tutto ciò che c’è.

    L’inaugurazione del festival si terrà il 4 luglio alle 18.00 nel Monastero dei Domenicani, seguita dal concerto di apertura della band argentina La Fanfarria del Capitan alle 21.00 sul palco del festival in Piazza Slovenska. L’inaugurazione della mostra principale del festival, The Space, nella Galleria civica di Ptuj avrà luogo venerdì 5 luglio alle 19.00, mentre la festa di apertura di Art Stays si terrà sabato 6 luglio a partire dalle 20.00 al Castello di Ptuj.

    Il programma completo del weekend d’apertura è disponibile qui

    Con il progetto SPAZI DI TRANSITO PER IDENTITÀ MOBILI – a cura di Livia Savorelli – Alessandra Calò partecipa al Festival, invitata con gli artisti: Navid Azimi Sajadi, Davide Maria Coltro, Nicola Evangelisti, Armida Gandini, Carla Iacono, Saba Mausomiam, Mona Lisa Tina

    ART STAYS
    Prešernova ulica 1, 2250 Ptuj, Slovenija

    Comunichiamo che in data 10 giugno 2024 la pagina Instagram alessandra__calo – dopo oltre 15 anni di lavoro – è stata hackerata e successivamente oscurata. Sono stati eseguiti tutti i controlli e le denunce del caso e ci solleviamo da ogni responsabilità per eventuali futuri abusi o comunicazioni che potrebbero provenire da pagine similari verso i nostri follower.

    La nuova pagina è stata creata e porta il seguente nome e relativo link: SECRET GARDEN

    Saremo davvero grati se continuerete a seguirci e sostenerci, riconoscendo quanto è ignobile questo torto subito.

    Secret Garden tra le mostre protagoniste del Festival Gu.Pho. dl 20 al 23 giugno presso il Castello di Guiglia (MO).

    GU.PHO. è il Festival Internazionale di Fotografia Vernacolare che si svolge dal 20 al 23 giugno nel Castello di Guiglia (Mo), una sede FAI facente arte del percorso Terre dei Castelli. Il Festival si pone come obiettivo la riflessione sulla fotografia e le sue evoluzioni, raccontandola attraverso gli occhi di artisti contemporanei che lavorano sulla rilettura delle fotografie d’epoca, trasformandole in progetti autoriali.

    L’edizione 2024 vede la partecipazione di autori internazionali, quali: Lukas Birk, Alessandra Calò, Karel de Mulder, Jean-Marie Donat, Joan Fontcuberta, Erik Kessels, Maurizio Locatelli, Sara Munari, Thomas Sauvin, Chantal Rens. Tra i relatori: Joan Fontcuberta, Michele Smargiassi, Thomas Sauvin.

    Tre giorni ricchi di incontri, proiezioni, letture portfolio e workshop. Per info sul programma: www.gupho.art

    Castello di Guiglia
    Via G. di Vittorio, 2
    41052 Guiglia MO – Italy

    âmes sœurs | Galerie Courcelles, Paris

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    âmes sœurs è una collettiva di arte contemporanea che si terrà a Parigi – dal 27 maggio al 27 luglio – presso la Galleria Courcelles di Véronique Adraï, al 110 boulevard de Courcelles. Le artiste invitate a partecipare sono: Alessandra Calò, Marie Bienaimé, Juli About , Candice Srpuyt.
    Il vernissage è previsto per il 26 maggio alle ore 18.00 alla presenza delle artiste.

    D’abord, j’ai toujours réuni des artistes.
    Ceci aussi pour faire un pas de côté dans nos parcours individuels, dans notre quotidien chargé, et prendre le temps de rêver ensemble, de refaire le monde quelque part.
    J’ai proposé à Alessandra, Marie, Juli et Candice cette rencontre artistique car j’avais imaginé cette association depuis un moment déjà, j’en avais rêvé…
    Quatuor exceptionnel, et dont le travail rentre en résonance avec ma propre sensibilité, il intègre naturellement dans sa création une forme de poésie qui me touche beaucoup.
    Parce que ces femmes artistes ont l’énergie de celles qui travaillent sans relâche, et partent à la recherche du beau, du sens et d’une certaine vérité, la leur. Elles ont des choses à m’apprendre, parce qu’ils sont dans leur époque avec leur talent, leur sensibilité, leur fragilité, leurs doutes, leur approche et leur technique, qu’elles n’ont pas toujours les mêmes références que moi, et qu’elles peuvent m’émouvoir autant que me surprendre. Et si en plus, elles sont passionnées dans leurs pratiques artistiques, alors c’est encore plus riche. En retour, je me sens une responsabilité, en tant que galeriste, de créer les conditions pour les accompagner, de créer les conditions de leurs rencontres, et de sublimer cette association auprès de vous.
    Et puis j’aime cette idée de collectif d’artistes, de connecter entre elles différentes pratiques artistiques, la photographie, la sculpture, le dessin et la peinture, parce que je suis tout en réalité.
    “Les gens pensent qu’une âme sœur est leur association parfaite, et tout le monde lui court après. En fait, l’âme sœur, la vraie, est un miroir, c’est la personne qui te montre tout ce qui t’entrave, qui t’amène à te contempler toi-même afin que tu puisses changer des choses dans ta vie.”, Elizabeth Gilbert
    C’est précisément ce que je suis venue chercher chez Alessandra, Marie, Juli et Candice.
    Qu’elles vous émerveillent, éveillent vos sens autant qu’elles me transcendent par leur travail sensible et délicat. Les âmes sœurs finissent par se trouver quand elles savent provoquer une vraie rencontre.
    Alessandra, Marie, Juli et Candice, vous êtes mes âmes sœurs artistiques!
    ©Véronique Adraï, commissaire d’expo


    OMBRA RACCOLTA | Palermo

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria


    MARTHA – Music ART House Academy è lieta di invitarvi all’inaugurazione della mostra “Ombra raccolta” di Alessandra Calò e Rossella Palazzolo, a cura di Vito Chiaramonte e Martina Martire.
    “Ombra raccolta” prende spunto da un verso della poesia di Valerio Magrelli “C’è silenzio tra una pagina e l’altra” (Aequator lentis, in Ora serrata retinae, 1980), il quale ci aiuta a descrivere, raccontare il lavoro compiuto dalle due artiste in mostra.
    Per un verso, il richiamo all’ombra, e dunque ad una immagine altra di un corpo, (una visione) riprodotta, riportata su una superficie altra grazie ad una fonte di luce posizionata al suo opposto. Quindi un’idea di immagine che muta e si trasforma, modellata con il moto della luce come è l’atto creativo dell’artista. Per l’altro verso, la raccolta e l’allusione al gesto del prendere con le mani, ad un fare manuale delicato che fa pensare alla necessità di circondarsi di determinate strutture, o al desiderio di collezionare un insieme di elementi ponendoli vicini tra loro, talvolta sovrapposti, per instaurare nuove relazioni, sperimentare (tentando) nuove forme di dialogo. Un desiderio di collezione o raccolta che le due artiste esplorano sia per motivi di studio che per istinto o vocazione. In entrambi i lavori emerge un delicato studio delle forme nello spazio della rappresentazione, intime configurazioni da “osservare” in silenzio e lentamente, per recuperarne l’archetipo sapore. L’insieme dei lavori ci porta davanti ad un atlante di immagini, in cui perdersi e, forse, ritrovarsi, ciascuna portatrice di una storia a sé, di un’esperienza vissuta, spesso inattesa e per questo sorprendente e unica.

    Idoli leggeri che si staccano dal fondo della somiglianza, le immagini sono, nell’opera di Alessandra Calò, un azzardo di relazione con un altro completamente inatteso, uno sguardo che si fa attraversare da bagliori e ombre per proiettare immagini leggere come fiabe.La raccolta dell’ombra, come se l’ombra fosse una collezione possibile dei corpi perduti, è la logica che attraversa il lavoro di Rossella Palazzolo.
    Entrambi i modi di procedere affrontano il tema dell’ombra che viene dall’opacità di un corpo vegetale, fragile o tagliente, concreto o desiderato, ma con percorsi simmetrici. Nel lavoro di Alessandra Calò l’ombra proiettata diventa bagliore che incontra la luce opaca di mani e gesti di cura, in quello di Rossella Palazzolo l’ombra raccolta acquista corpo e spazio.
    Nel primo caso sono i corpi a parlare con la loro emanazione, nel secondo è l’emanazione di un corpo non più visibile a farsi nuovo corpo. Ancora una volta, forse, siamo in presenza dei miti fondanti dell’immagine, quello di Narciso e quello di Butade.


    L’evento è patrocinato dal Comune di Palermo. La mostra sarà visitabile dal martedì al sabato dalle ore 16:00 alle 19:30 e su prenotazione scrivendo a
    info@marthapalermo.it
    Durata: 27 APRILE – 27 GIUGNO 2024 Ingresso: Gratuito

    OMBRA RACCOLTA
    di Alessandra Calò e Rossella Palazzolo a cura di Vito Chiaramonte e Martina Martire

    Opening: Sabato, 27 aprile 2024, ore 18:0

    MARTHA – Music ART House Academy
    via Siracusa, 32 Palermo – 90141

    UNSEEN Photography Fair è la fiera di Amsterdam dedicata alla fotografia e al collezionismo. La galleria Lab 1930 Fotografia Contemporanea (Milano) partecipa anche quest’anno proponendo il nuovo progetto fotografico Ctonio, in dialogo con Ettaro, progetto fotografico di Pietro Bologna.

    Di tutta la serie Ctonio, saranno presentati al pubblico 8 pezzi unici realizzati in oliotipia su carta cotone, accompagnati dal testo critico di Lóránd Hegyi.

    In occasione di Unseen, sarà presentato il libro Poetic Metaphors and Urban Ethnography | Two approaches: Alessandra Calò and Pietro Bologna. Il volume contiene tre saggi critici di Lóránd Hegyi sui recenti lavori fotografici di Alessandra Calò (The Garden’s Tale, 2022 e χθόνιος | CTONIO, 2024) e Pietro Bologna (Ettaro, 2017-2024).

    Unseen Photography Fair | Westergas Amsterdam, Klönneplein 1
    Opening su invito: 19.09.2024 h 17.00 – 22.00
    Aperture al pubblico: 20.09 h 11.00 – 21.00 | 21.09 h 11.00 – 19.00 | 22.09 h 11.00 – 19.00

    Info:

    LAB1930 Fotografia Contemporanea | Via Mantova, 21, 20135 Milano MI

    Premio Le Reggiane per esempio 2024

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    In occasione della Giornata internazionale della donna, l’8 marzo nella Sala del Tricolore di Reggio Emilia si è svolta la cerimonia dedicata alle “Reggiane per esempio” in cui sette concittadine sono state insignite del Primo Tricolore per essersi distinte nell’ambito delle arti: pittura, scultura, fotografia, video e multimediale, illustrazione e disegno. Nell’edizione 2024 delle “Reggiane per esempio” sono state presentate da enti e associazioni sedici candidature, sette le donne selezionate dalla giuria per ricevere l’ambito riconoscimento: Alessandra Calò, Cecilia Di Donato, Elisa Pellacani, Giulia Sassi, Laura Sassi, Donatella Violi e Sandra Cosmi.

    Motivazione per il Premio Le Reggiane per esempio – under 50 – ad Alessandra Calò:

    «Premiata per essere un’artista e una fotografa con riconoscimenti al livello internazionale, attenta ai temi della memoria e dell’identità femminile, della fragilità e marginalità, della ricerca e del recupero di materiali d’archivio che, riattivati e rielaborati, ispirano le sue personali visioni artistiche. Ha esplorato il concetto di bellezza in modo contemporaneo, valorizzando l’imperfezione e le differenze.
    L’aspetto collaborativo e di dialogo, personale ed interdisciplinare, sono centrali nel suo approccio: il costante confronto con soggetti afferenti a contesti e discipline diverse – letteratura, poesia, scienze naturali, mediche, geografiche – genera nelle sue opere una feconda ricchezza di innesti e un’interessante stratificazione di lettura nei suoi emozionanti progetti.»

    Le candidature presentate da enti, associazioni e istituzioni sono state valutate da una commissione composta da esperti quali James Bradburne direttore generale della Pinacoteca di Brera (2015-2024), Sara Piccinini direttrice Collezione Maramotti, Valentina Galloni dirigente del Servizio culturale del Comune di Reggio Emilia: A completare la giuria anche rappresentanti della Consulta di genere: Valeria Gasparini dell’Ordine dei commercialisti, Luisa Vastano di Odmeo, Francesca Salami dell’Ordine degli avvocati, Giorgia Manzini di Professare al femminile. Infine, come previsto dal bando, alla valutazione hanno partecipato anche vincitrici delle scorse edizioni: Anna Maria Ferrari (2023), Rossella Bonaccini (2022), Valeria Perdonò (2021) e l’assessora alle Pari opportunità Annalisa Rabitti.

    Le candidature under 50 – Alessandra Calò proposta dal Consorzio Solidarietà Sociale Oscar Romero e da Soroptimist Club Reggio Emilia, Antonietta Casini proposta da Il Giardino del Baobab di Reggio Emilia APS, Valeria Cavallini proposta dall’Istituto Alcide Cervi, Cecilia Di Donato proposta dal Centro Teatrale MaMiMò APS, Marta Marilungo proposta dalla Camera del Lavoro Territoriale di Reggio Emilia – CGIL, Elisa Pellacani proposta da CNA e dall’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia (Comitato Pari Opportunità), Giulia Sassi proposta da Professare al femminile, Yuliia Shuba proposta dal Coro Interculturale di Reggio Emilia APS e dal Progetto fotografico “Note ritrovate”, Giovanna Zampagni proposta da APS ALL ART CONTEMPORARY. .

    Le candidature over 50 – Cosmi Sandra proposta da Soroptimist, Degani Silvia proposta da Camera del Lavoro Territoriale di Reggio Emilia – CGIL. Regista, Mori Clelia proposta dall’Istituto Alcide Cervi, Pozzoli Sara proposta dal Teatro dell’orsa, Sassi Laura proposta da FLAG NO FLAGS Contemporary Art Associazione Culturale, Il Giardino del Baobab di Reggio Emilia APS e Zonta club international Reggio Emilia, Tagliavini Leda proposta da Comitato di Reggio Emilia e Guastalla Società Dante Alighieri APS, Violi Donatella proposta da Professare al femminile.

    Insieme al sindaco Luca Vecchi e all’assessora Annalisa Rabitti, alla premiazione hanno partecipato Deanna Veroni, le assessore comunali Mariafrancesca Sidoli (centro storico e attività produttive), Raffaella Curioni (educazione), l’assessore Nicola Tria (lavori pubblici) e l’attrice Valeria Perdonò – già vincitrice del premio Reggiane per esempio nel 2021 e co-fondatrice del Collettivo Amleta, associazione di promozione sociale che si batte per contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo.
    Durante la cerimonia di premiazione l’assessora Annalisa Rabitti ha conferito una menzione speciale a Rosanna Chiessi, editrice e gallerista, promotrice di avanguardie artistiche del secondo Novecento, straordinaria protagonista dell’arte italiana ed internazionale scomparsa nel 2016. Nella Biblioteca Panizzi è conservato il fondo Rosanna Chiessi, con l’Archivio fotografico storico-artistico Pari & Dispari, costituito da 54 album fotografici, riviste, negativi, cataloghi d’arte e la documentazione relativa alle sue performances e mostre, recentemente donati dalla figlia Laura Montanari.

    L’opera nasce come omaggio ad Anna Atkins e Constance Fox Talbot, le prime due donne che hanno realizzato fotografie e libri illustrati utilizzando immagini fotografiche. Lo studio del loro lavoro mi ha dato la possibilità di approfondire la ricerca sulle prime tecniche di stampa.
    Si tratta anche della mia personale riflessione sul concetto di “immagine latente”. Infatti, attraverso l’utilizzo di emulsioni fotosensibili, ed in assolute condizioni domestiche – quasi a voler ricreare le azioni che compivano queste artiste nel XIX secolo – ho voluto impressionare su lastra frammenti di immagini femminili, che assomigliano più alla materializzazione di un sogno che ad un ritratto fotografico vero e proprio. Il processo di stampa – in questo caso ai sali d’argento – mi ha permesso di confrontarmi con l’elemento naturale, oltre che con quello casuale, facendo emergere la difficoltà e l’umanità del processo, che non possiede tra i suoi requisiti la precisione o l’assenza di difetto. Il concetto di tempo e la trasformazione da qualcosa di immateriale ad una forma visibile rimangono gli aspetti centrali del mio lavoro, e mi permettono di riflettere e dialogare costantemente con quelle che sono le qualità materiali del medium fotografico.
    Le protagoniste di Les Inconnues possono essere considerate, in un certo senso, il risultato di un’indagine e il tentativo di tornare indietro nel tempo, quasi a voler prendere contatto con le protagoniste femminili della storia della fotografia.


    Les Inconnues

    Opening: sabato 6 febbraio 2024 ore 18:00
    Dal 7 gennaio al 23 marzo 2024
    Dal martedi al venerdi, dalle 10,00 alle 17,00 (su appuntamento)

    Lab1930 Fotografia Contemporanea
    Via Mantova, 21

    20135 Milano

    Ph.: +39 347 8001904
    E-mail: elena@lab1930.com
    www.lab1930.com

    In occasione di ARTEFIERA 2024, Maison laviniaturra presenta la mostra “Secret Garden” di Alessandra Calò, con la curatela di Serena Ribaudo.
    Questo evento segna un ulteriore capitolo nella stagione espositiva della Maison LaviniaTurra, celebre atelier-salotto di moda fondato dalla talentuosa fashion designer Lavinia Turra. La Maison prosegue così la mission di promuovere le artiste donne attraverso una serie di mostre che fondono abilmente l’arte visiva e l’alta moda.

    A partire dal 27 gennaio 2024, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un universo unico, dove le creazioni sartoriali di Lavinia Turra si fondono armoniosamente con le opere suggestive di Alessandra Calò. La mostra rappresenta un’esperienza sinestetica, un connubio di mondi apparentemente distanti, ma capaci di dialogare in un ambiente che celebra la creatività in tutte le sue sfaccettature.

    “Secret Garden” di Alessandra Calò si presenta come una “grande opera d’arte” che va oltre i confini temporali e culturali, trasformando il concetto di identità in un messaggio universale. È un invito a esplorare, a guardare oltre le apparenze, a immergersi nel giardino segreto della mente umana e a connettersi con la memoria collettiva che ci unisce tutti, indipendentemente dalle diversità individuali. Alessandra Calò affronta così il concetto di identità e la preziosa connessione con la memoria collettiva.

    Scrive la curatrice Serena Ribaudo: “The Secret Garden, il fascinoso progetto di Alessandra Calò, mi ha riportato alla mente in maniera fulminante alcuni dei versi più celebri del grande pittore e poeta Dante Gabriel Rossetti tratti dal componimento Sudden light: ‘I have been here before, but when or how I cannot tell’. D’altra parte, con Dante Gabriel Rossetti, la Calò condivide molto da vicino lo sguardo di dolcezza, l’incanto, lo spettacolo del femminile. In Secret Garden vediamo sfilare dinanzi ai nostri occhi un firmamento di donne, stelle fuggevoli nell’ evanescenza, nell’incertezza dei loro tratti fisiognomici, del loro vissuto, della loro identità. Altrimenti dimenticate e abbandonate all’abisso di un greve oblio, vengono invece ri-novellate, ri-magnetizzate; mirabilmente vengono loro donate una nuova fiamma, una nuova storia, un nuovo cuore segreto. All’interno del loro “diorama” in cui la Calò evoca, grazie all’uso sapiente di elementi di natura, un giardino segreto, queste figure femminili sono trasformate in una sorta di nuovo misterioso Mito nel cui palpito, nei cui misteriosi moti, tutte {e perché no? tutti} ci riconosciamo e ci immergiamo sognanti: ‘I have been here before, but when or how I cannot tell’”.

    La mostra vuol essere un viaggio nell’interno della mente umana, un giardino segreto che si svela a coloro che sono capaci di andare oltre l’apparenza. Il cuore del progetto è costituito da una raccolta di antiche lastre negative, raffiguranti ritratti femminili, abbinate a piccoli giardini collocati all’interno di un dispositivo. Ma questo è solo l’inizio: ogni donna ritratta nel progetto viene dotata di un nome e di una storia, un’avventura ispirata liberamente ai racconti di grandi scrittrici contemporanee coinvolte nel processo creativo dell’artista. Ciò che emerge è un intreccio unico di storie e identità, una variegata raccolta di donne provenienti da diverse sfere della vita, dalla letteratura alla musica, dalla poesia all’impegno politico e sociale. Queste donne, con background eterogenei e forme d’espressione artistiche differenti, diventano le protagoniste di racconti che si sviluppano come diari personali, rendendo ogni storia straordinariamente attuale e significativa.

    I ritratti delle donne, raffigurati sulle antiche lastre negative, giungono a noi senza ulteriori dettagli biografici e ci immergono in un viaggio che attraversa due binari paralleli: il tempo reale e l’immaginazione. Questo doppio binario permette al pubblico di sperimentare una nuova modalità di lettura delle opere, lontana dalla necessità di una chiara e fedele interpretazione ancorata all’immagine. La magia sta nell’ascoltare le voci di queste donne, nascoste dietro i ritratti statici, e nell’esplorare l’intimità delle loro esistenze attraverso frammenti di storie che si intrecciano in un percorso collettivo.

    Con questa mostra, Alessandra Calò crea un ponte tra passato e presente, tra realtà e immaginazione, offrendo al pubblico l’opportunità di intraprendere un viaggio unico attraverso le storie intime di donne che, seppur appartenenti a un’epoca passata, parlano ancora con forza e attualità.

    Questo evento segna un ulteriore capitolo nella stagione espositiva della Maison laviniaturra, celebre atelier-salotto di moda fondato dalla talentuosa fashion designer Lavinia Turra.
    La Maison Lavinia Turra (Bologna) è uno spazio che da sempre contamina la moda con l’Arte Contemporanea, invitando le artiste a confrontarsi e dialogare con lo spazio e le collezioni. Per questa occasione, sono state prodotte dei pezzi unici di alta moda sartoriale: blouses in seta stampata, raffiguranti alcuni ritratti del Secret Garden.


    Opening: sabato 27 gennaio 2024 ore 17:30
    Dal 27 gennaio al 22 febbraio 2024
    Da martedì al sabato su appuntamento

    APERTURA SPECIALE IN OCCASIONE DI ART CITY WHITE NIGHT: Sabato 3 febbraio 2024 dalle ore
    20.00 alle ore 24.00

    Maison laviniaturra
    Via dei Sabbioni 9

    40136 Bologna

    ufficio Stampa | CULTURALIA DI NORMA WALTMANN
    Agenzia di comunicazione e ufficio stampa
    tel : +39-051-6569105 mob: +39-392-2527126
    email: info@culturaliart.com
    web: www.culturaliart.com

    Kochan | ARTEFIERA Bologna

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Dal 2 al 4 Febbraio, la città di Bologna ospita Artefiera – Fiera di arte Moderna e Contemporanea, che quest’anno compie 50 anni. Presente anche quest’anno la sezione dedicata a Fotografia e Immagini in Movimento sotto la direzione artistica di Giangavino Pazzola. Tra le gallerie italiane presenti, VisionQuesT di Clelia Belgrado (Genova) con una proposta artistica declinata al femminile: Alessandra Calò, Francesca Galliani e Guia Besana.

    «Il corpo femminile in tre diverse rappresentazioni ma la cui declinazione data da ognuno delle tre artiste, lo trasforma in un segno, quasi un verso, uno sberleffo agli stereotipi o alle bambole che spesso posano davanti all’obiettivo La fotografia non solo per riflettere su se stessi e come ci rapportiamo alla diversità, ma per trasmettere questi grandi temi della vita, trasformando ogni immagine in testimonianza e rappresentazione simbolica. Una ricerca personale con il quale consegnare esperienze autobiografiche traducendole in temi universali.»

    Clelia Belgrado, galleria VisionQuesT Contemporary Photography

    Calò lavora con materiali d’archivio, vecchie carte, che evidenziano come i confini e le denominazioni cambino nel tempo, come la geografia disegnata sia tutt’altro che definitiva. Allo stesso modo, il corpo cambia, si allarga o restringe, si smussa o si affila, si copre di segni, cicatrici, muta piano piano la forma e il rivestimento, la pelle. Così il tentativo di legare l’identità individuale a una facies definita è destinato a fallire, l’identità resta sempre un’approssimazione. Il volto, gli arti e l’intero corpo della medesima persona non sono gli stessi nelle diverse fasi della sua vita. Il carattere che le immagini fotografiche prodotte da Alessandra Calò ha realizzato è quindi piuttosto quello della metamorfosi, dello sconfinamento costante. La componente non esplicitata, ma fondamentale di questo progetto, è infatti il tempo. Se la fotografia fissa il momento – e nel fissarlo ne decreta anche l’essere già accaduto, passato, sicché qualsiasi ritratto è sempre postumo – Calò sembra lavorare proprio in direzione opposta a questa contrainte: la geografia non è un dato fisso, ma l’interazione perenne di molti elementi cosiddetti naturali e antropici, il corpo che emerge o si sovrappone a questi lacerti di luogo è altrettanto frammentario e per questo, più che indicare o descrivere, evoca. E cos’è l’evocazione se non la forma più rispettosa del mistero nel rapporto fra il reale e le sue rappresentazioni? La forma più prossima alla ritualità religiosa o magica da cui probabilmente sono scaturite le primissime immagini prodotte da Sapiens. Per questo il lavoro di Alessandra Calò, ispirato nel titolo al protagonista di Confessioni di una maschera di Yukio Mishima, è svelante, nel senso che accoglie il velo, la maschera, la deformazione che ogni rappresentazione produce, come l’unico modo di un fare artistico in cui la fotografia si contamina con altre tecniche, e l’oggetto fotografato non è più, e solo, quello visto, ma quello sognato e immaginato.

    Alessandra Sarchi, autrice e critica d’arte

    PAD. 25 Stand B102

    ORARI D’INGRESSO:
    SPECIAL PREVIEW & PRESS SU INVITO: giovedi’ 1 febbraio 11:00 – 12:00
    PREVIEW SU INVITO giovedi’ 1 febbraio 12:00 -17:00
    VERNISSAGE SU INVITO giovedi’ 1 febbraio 17:00 – 21:00
    VENERDI’ 2 FEBBRAIO 11:00 -12:00 riserv. VIPs – 12 :00 – 20:00 apertura al pubblico
    SABATO 3 E DOMENICA 4 FEBBRAIO 11:00 – 20:00

    DOVE: Quartiere Fieristico di Bologna, Padiglioni 25 e 26 Ingresso Piazza della Costituzione, 6

    In occasione della commemorazione del cinquantacinquesimo anniversario del terremoto del Belìce, domenica 14 gennaio saranno presentate le nuove opere acquisite dal Museo delle Trame Mediterranee, alla Fondazione Orestiadi, con sede a Gibellina.


    Felice di far parte di questa collezione, insieme agli artisti: Pietro Asaro, Guido Baragli, Elio Bianco, Crescenzio Cane, Elio Cassarà, Florinda Cerrito, Gaetano Cipolla, Solveig Cogliani, Costanza Ferrini, Houda Kassatly, Filippo Lavaccara, Giulio Piscitelli, Carla Sutera, Max Serradifalco, Croce Taravella, Samantha Torrisi, Annamaria Tosini, Giovanni Valenza, Katerina Velliou.

    La mostra è visitabile negli orari di apertura del museo sino al 24 marzo 2024.

    Il Museo delle Trame Mediterranee propone un itinerario espositivo che mette a confronto persistenze e contaminazioni linguistiche, stilistiche e culturali, in una sintesi armoniosa e complessa della cultura contemporanea.

    La collezione nasce dalla donazione di Ludovico Corrao e della famiglia, cui si aggiungono i lavori donati dagli artisti – a conclusione della loro permanenza in atelier a Gibellina – e da donazioni di privati e pubblici. Gli artisti hanno sempre aperto i propri studi alla gente del luogo, sia attraverso le collaborazioni con gli artigiani sia tramite i laboratori svolti con gli studenti. La collezione è distribuita negli spazi esterni, nel Granaio e negli edifici centrali del Baglio Di Stefano, dove è esposta la raccolta del Museo delle Trame Mediterranee con abiti, tappeti, reperti, manufatti, ceramiche classiche e moderne. Ogni parte della collezione racconta un percorso che nasce dalla passione di Corrao per l’arte e dalle sue amicizie con i pittori italiani Renato Guttuso e Corrado Cagli in un primo momento e poi con gli altri artisti delle avanguardie.

    MUSEO DELLE TRAME MEDITERRANEE

    martedì / domenica
    9.00 / 13.00 – 15.00 / 18.00

    ultimo ingresso ore 17.00

    chiuso il lunedì

    Sabato 28 Ottobre 2023 presentazione del libro presso la Biblioteca di Casina

    Rogazioni Silvestri.Erbario Mistico d’Appennino è un progetto nato grazie alla residenza artistica svolta da Alessandra Calò in Appennino.
    Nasce come tentativo per ripercorrere e risaldare il legame che unisce la vita dell’uomo a quella del suo habitat terrestre. Unendo fotografia e parole – grazie all’invito alla collaborazione con Mara Redeghieri – oggi è diventato un libro, che ci parla attraverso immagini e preghiere

    Il libro si presenta come un breviario, ed è suddiviso in capitoli che custodiscono immagini e preghiere contemporanee (testi inediti a cura di Mara Redeghieri). Partendo dalle antiche Rogazioni pagane – eco delle antiche litanie di Gallia e Roma rivolte al culto delle Dee Madri protettrici della fertilità, della semina e del raccolto fruttuoso – nascono per questo libro preghiere nuove, dedicate all’Acqua, alle Rocce, alle Foglie, alle Bestie, agli Avi con una preghiera finale a Maria di Magdala.
    Durante la presentazione le artiste dialogheranno con Villiam Morelli, botanico esperto di Etno-Botanica ovvero la scienza che studia le relazioni tra piante e uomo e studioso delle valenze – anche religiose e storico-culturali – che ne derivano.
    Morelli inoltre si occupa della banca dati della flora spontanea per la provincia di Reggio Emilia e della raccolta e preparazione dati per la banca dati regionale gestita dall’Istituto per i Beni Culturali e Ambientali della Regione.

    Rogazioni Silvestri.Erbario Mistico d’Appennino
    Libro d’artista curato e pubblicato dal Comune di Casina (RE).
    fotografie di ©Alessandra Calò, testi di ©Mara Redeghieri
    Info:
    Stampato nell’agosto 2023 da La Nuova Tipolito, Felina (RE)
    Carte: Fedrigoni Paper
    Pagine: 78
    Dimensione: 12,5 x 22,5 cm
    Tiratura: 500 trade edition numerate da 1 a 500
    9 special edition numerate da I a IX, con inserto originale

    sabato 28 ottobre 2023 – ore 11.00
    BIBLIOTECA (Casa della Cultura) di Casina

    via G. Marconi, 7 Casina (RE)
    Presentazione con firma copie per tutti i partecipanti

    «Memory is the diary we all carry about with us.» (Oscar Wilde)

    A homage to the Human Experience” is the title I have chosen to summarize the artistic work of Alessandra Calo (1977), an Italian photographer living and working in Reggio Emilia. From the 19th century photographic techniques such as karyotype, cyanotype, or calotype, up to the depths of Favignana island, also called Aegusa (goat island) in the Greek ancient times, ancient herbariums, photographic prints and maps, hands of the most fragile ones among us, Alessandra’s work shows a peculiar fascination with the past, with the manual, human experience, that she immortalizes in her work. The final result is paradoxically complex and intriguing at the same time, leaving the viewer with a sense of inexplicable melancholy.

    Being simultaneously sharp and blurred, her photographs capture not only a specific moment in time but also witness the death of that moment. Referring to the words of the French philosopher Roland Barthes who argued that photography is connected to death, inauthenticity, and the ability to “wound” the spectators, we can easily agree on the fact that the absence of presence, the impossibility of getting in contact with what is present, plays the role of the “wound” in Barthe’s sense. As Sontag says in On Photography, Photography is the inventory of mortality. … Photographs state the innocence, the vulnerability of lives heading toward their destruction, and this link between photography and death haunts all photographs of people.

    Ana: Alessandra, if we return a bit to the past, could you remember what was your first photographic experience/first encounter with photography and the image that comes to your mind?

    Alessandra Calò: I think I have always had a passion for photography: when I was 3 years old, I remember, my father gave me a toy camera… until now, I have never been separated from it! I also remember a lot of film rolls during school trips (someone complained because I take pictures of places and not people) … Furthermore, I thought that by producing and accumulating images, I would never forget anything about my life and my experiences. 

    Ana: How would you describe your photographic language?

    Alessandra Calò: I believe that my photographic language is “evocative”. I’m not a reportage photographer (maybe I can’t tell a real story through the camera). My research is focused on the transformation and reinterpretation of archive materials … What the viewer watches is not reality, it is an input that initiates him to create a story…

    Ana: I see your work as an attempt to resurface the human experience, by honoring ancient photography techniques. A huge portion of the emotional language in your photography is conducted by techniques such as karyotype, cyanotype prints or even printing on glass. How did you get into exploring and mastering this 19th-century technical side of photography?

    Alessandra Calò : I am fascinated by everything ancient and forgotten, especially because of the manual nature, with a high rate of defects. The defect, for me, means “humanity.” (i.e., the hand of the man who intervened on the matter). I started in the darkroom through gelatin silver printing processes, and then my passion led me to calotype, cyanotype, and oleotype… I’m always looking for three-dimensionality in my artwork and this is my motive-in addition to paper print – I research alternative materials, such as glass.

    Ana: For this interview, I have selected 4 of your projects that speak to me the most: Les Inconnues, Kochan, HERBARIUM I fiori sono rimasti rosa and Chthonic. I would like us to touch on some aspects of each of these works to give a more comprehensive image of your artistic process. I was interpellated with Herbarium I fiori sono rimasti rosa because of the complexity of the symbolism. Common, fragile weeds, the 19th-century calligraphy of the amateur Antonio Cremona Casoli (also a herbalist if I am not mistaken?)** and hands of individuals with special needs…. What was the idea behind this project that also resulted in a book?

    Alessandra Calò: The project was born from the Museum commission. I’ve worked with disabled people for 4 months in the Civic Museum, and my goal was to create an inspired artwork thanks to people and the vast cultural heritage held there. Exploring archives, we have discovered Antonio’s little-known herbarium. It was a starting point for me to reflect on new ways of conceiving images. While well-known herbarians stand out for their completeness and commitment to research, Antonio has the purity of a kind of curiosity that has yet to know scientific rigor. With the same approach, I’ve guided the group in the creation of an ideal herbarium, where the concept of beauty widens to include imperfection, fragility, and marginality.

    We have picked weeds (city wild herbs, apparently worthless) and transformed them into calotypes, printing them in the darkroom. I asked myself: could something considered by society as waste become a resource? Could something that is considered ugly and useless, be transformed into beautiful artwork?
    The project has 3 layers: the second one is the hands of my group (I asked them to imagine the act of picking herbs…imagination and reality are not very easy for them), the third is Antonio’s calligraphy because his words were a link between past and present. At the end of our experience together, the group asked me where Antonio was and why he didn’t come to us… A very strong bond had been created!

    **Antonio’s herbarium dates from the time he was 13 years old. Antonio became a famous lawyer in the history of our city.

    Ana: The Chthonic is your tribute to Favignana Island, the land itself, the inhabitants, stories, and legend. Is there any particular story you would like to share, and could we maybe retrace one personal story? And what interests me the most: the techniques used, and where were the images of the inhabitants found?

    Alessandra Calò: When I arrived on the island, I felt a very dark and intense feeling. In addition to photographs, I interviewed the local inhabitants (the fisherman, the employee, the priest, the child, the driver, the historical professor, the doctor, the woman at the supermarket …). Listening to everything, I had the feeling that it wasn’t just one person speaking but the island and its depths. Therefore, I have chosen to represent reality through stones and nature and decided that the inhabitants had to be imagined… so, the persons you see, are photographs recovered from the archives.

    Ana: You are also a real researcher and collector from what I could understand: old photos, maps, books, plants…. What are the places you typically turn to find the material?

    Alessandra Calò: I love antique and flea markets because I can buy (even at low prices) some things that inspire me. Sometimes people who know me offer me objects, or I search online for someone who makes public images of their collections (for example NYPL)

    Ana: As for any artist expressing a strong symbolic language, I have to ask you how important is the written word for you: literature and/or poetry. What are the authors that have influenced your work?

    Alessandra Calò: In my point of view, images, and literature are very linked, like complementary. I will give you an example: when I read a book, I imagine the story, the objects, the persons….so, I create a lot of mental images. Instead, when I observe pictures and images… I create my own story.

    When I was a child, at school and at home, I was always encouraged to read books. Now, my preferred books are those of Japanese writers (for example Haruki Murasaki) because within those books there is so much imagination and so many clues to imagine. I also love poetry for the use of such delicate or bold words, often with so many meanings… every time you reread it, you discover a new meaning. 

    I find poetry very powerful because of its multiple interpretations. 

    Ana: The previous question brings me to the Kochan series, named after Yukio Mishima’s novel The Confession of a Mask. The first association that came across my mind were recent feminist theories of nationalism, especially one text written by Rubina Saignol in which she describes how the bodies of women became political signs, territories on which the political programs of the rioting communities of men were inscribed. There is also the theory of «my body my territory» as a recognition of possession, belonging, demands, and a declaration against the multiple forms of violence that our bodies have experienced in different contexts. In this specific context, I dare to ask you how much are you influenced by feminism in this work, and what is your opinion on female body integrity in a public space today?

    Alessandra Calò: Art is a means of communication – so, it can be political.
    This project, in a certain way, is a means to ask ourselves what is “identity” and furthermore, our understanding of the differences between the idea and the reality of “being someone”. My process to arrive at these images has been long and tiring. I looked for a metaphor, and “the journey” seemed the most suitable to me.

    Mishima’s autobiographical book (Confessions of a Mask, 1948) was an inspiration to accompany my project.

    There are many symbols and parallels in these images: ancient geographical maps (places that no longer exist today), superimposed bodies (every day we are in transformation inside and outside ourselves): every day the borders are rewritten by the hand of man (wars and political decision), the morphology of the territory changes due to atmospheric events…also, we are continually changing because of physiological or social reasons.

    Can we really know who we are? Are we the same person every day as yesterday? And tomorrow will we be the same? Time passes, and we travel through time adapting and changing (like the territory) but without precise coordinates.

    I think Feminism is an attitude, and it should belong also to men.

    It is not necessary to declare yourself as a feminist, instead, it is necessary to be free to express yourself without having to be offended, ignored, or judged…
    Art is a means of communication, and it can also be political.
    As an artist, I communicate through images and my research is focused on issues around identity, linked to nature and fragile conditions: in my artworks, there certainly emerges a relationship with feminism, but it is never explicit nor too aggressive.
    Certainly, these evocative images encourage us to reflect and create connections.

    Ana: I do feel this care for the female condition through a collective memory in your series« Les Inconnues », a tribute to Anna Atkins and Constance Fox Talbot for which you have managed to collect more than 300 photographic glass plates (from what I was able to read)! What was the message you wanted to convey with these poignant portraits?

    Alessandra Calò: When we look at a photographic portrait, we know the subject is – or was – real, that precise moment he/she had expression, facial features, clothes… but nothing else is allowed to us because the shot captured that moment only. Everything else, need to imagine.
    Starting from these portraits (unknown identities) I wanted to remember every woman, especially two women who made the history of photography in a “silent” way.

    The work was born as a tribute to Anna Atkins (the first woman who adopted the photography medium to make illustrated books) and Constance Fox Talbot (the first woman who took photographs).

    These presences can be considered as the result of an investigation into beauty and the attempt to go back in time as if I wanted to get in touch with women in the history of photography. From a practical perspective, the study of their work allowed me to research and use the first printing techniques, such as calotype and cyanotype. From the intellectual perspective, it stimulated me to my reflection on the concept of “latent image”: latency is a time, like a “limbo”. In photography, it means the image is already there but has not been revealed yet.

    Indeed, I wanted to impress on glass, a portion of female portraits, which resembles more to a dream materialization than a real professional photo.  The use of handmade photosensitive emulsions is both a tribute to the times these photographers were living, in the nineteenth century, and it allowed me to compare myself with the natural element and the unpredictability of outputs. The final texture itself is unique and mysterious, pointing out the difficulty and the humanity of the process, where the defect is a predominant characteristic.

    The project is also a tribute to female beauty, the protagonists of the pictures are unknown people who became fascinating pictures…  To look at them means to look inside ourselves and discover some things about us. Often, the observations and feelings are different because each person has a personal sensibility.

    Ana: Lastly, what are the media and subjects you would like to research more in your future projects?

    Alessandra Calò: I think the future always remains a past to rework.
    At this moment, I believe the topics of my research are still focused on memory and bonds. I feel a need to re-establish connections between people and nature. To get it, I need to dig and collect information from the past to contextualize it in the present.

    Ana Malnar | www.paristheotherway.com

    Dopo essere state presentate in anteprima all’ultima edizione di Gibellina Photoroad/open air &site-specific festival, approdano all’Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica, le nuove produzioni fotografiche di Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola. Gli artisti sono stati selezionati per il progetto Imaginarium dedicato alle “nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana”, a cura di Arianna Catania.
    Le opere saranno presentate con una mostra che inaugura venerdì 6 ottobre nei suggestivi spazi dell’Ex Tonnara di Favignana, oggi uno polo museale tra i più estesi e prestigiosi del Meridione d’Italia, ed entreranno a far parte della collezione fotografica permanente dell’Ex Stabilimento Florio. 

    Imaginarium – promosso dall’Associazione culturale On Image in partnership con Comune di Favignana, Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo (Roma), festival Planches Contact (Francia), Format Festival (Regno Unito), Visual Impact, Miarté, è uno dei progetti vincitori dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2022”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a sostegno dell’arte emergente e delle nuove produzioni artistiche.

    Il progetto ha coinvolto i quattro artisti italiani- Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola– in residenze artistiche sull’Isola di Favignana (Trapani), finalizzate alla produzione di nuove opere inedite.

    Arianna Catania, curatrice - Marco DI Meo, progettista - Alessandra Calò
    Arianna Catania, curatrice – Marco Di Meo, progettista – Alessandra Calò, artista ( ph. Fabrizio Cicconi)

    IMAGINARIUM: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea” è la prima tappa di un percorso che vuole svilupparsi sul lungo termine. Grazie a “Strategia Fotografia 2022” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC, abbiamo dato l’opportunità a quattro artisti/fotografi contemporanei italiani di creare nuovi progetti. L’obiettivo è creare una rete tra eccellenze a livello internazionale e particolar modo in Sicilia, mettendo al centro la fotografia contemporanea. Abbiamo messo in dialogo due realtà della stessa provincia di Trapani, Gibellina che presenta un festival internazionale di alto livello e che ha l’arte nel suo DNA, e Favignana che vuole puntare proprio sulla fotografia per creare nuove occasioni culturali di qualità, in un territorio al centro dei circuiti turistici” afferma Arianna Catania, Curatrice e ideatrice del progetto.
    Alessandra Calò (Taranto, 1977) è una fotografa italiana che reinterpreta materiali d’archivio e ritratti di famiglia, rinnovando i linguaggi della fotografia; Nicolò Degiorgis (Bolzano, 1985) è un artista visivo, editore, e fotografo legato alla tradizione documentaria; le fotografie di Valentina Vannicola (Roma, 1982) possono essere invece incluse nel campo della “fotografia messa in scena” (o staged photography), quell’area della fotografia contemporanea che si presenta come scene reali create secondo le dinamiche della cinematografia, con progetti che si concentrano sulla trasposizione da un’opera letteraria a una fotografia. Giorgio Di Noto (Roma, 1990) conduce sin dal 2011 una ricerca sui materiali e i linguaggi della fotografia, studiando il rapporto tra il processo tecnico e il contenuto delle immagini.


    ALESSANDRA CALO’ 
    χθόνιος 
    Questa storia è il risultato di ore di cammino, osservazione e ascolto di tutti gli elementi vivi che compongono l’isola di Favignana: la terra, la pietra, la gente. In questo preciso ordine l’artista ha cercato di costruire (o forse ricomporre) una serie di avvenimenti che hanno caratterizzato e reso unico questo luogo. Calò è partita dalla terra, che i pirriaturi scavavano per portare alla luce la pietra – la calcarenite – ed è arrivata alla terra, che oggi è custodita nelle cavità che danno luogo ai giardini ipogei. In questo luogo, passato e presente reale si mescolano con fatti, leggende, possibili verità e mitologie lontane.
    Il progetto si arricchisce del contributo letterario di Marilena Renda: la fotografia e la parola traducono e rafforzano il significato della cavità, inteso come spazio generativo

    Intervista ad Arianna Catania e Alessandra Calò su ND-NoiDonne, a cura di Lorendana Cornero: QUI

    Giuseppe Giuranna  Alessandra Calò Nicola Della Maggiora per Festival Filosofia 2023, a cura di Cristina Muccioli e Maria Teresa Mori.

    Lo spazio culturale ArteSì, in collaborazione con Azimut, presenta “Pagine d’aria | il tesoro espressivo del corpo”, un progetto espositivo inedito, realizzato in occasione del Festival Filosofia 2023, in programma dal 15 al 17 settembre, edizione dedicata al tema “Parola”.
    L’esposizione, organizzata e curata da Maria Teresa Mori e Cristina Muccioli, è inserita nel programma ufficiale del Festival nella sezione Programma Creativo e avrà luogo presso la Sala del Leccio del Complesso San Paolo, Modena. Protagonisti invitati a confrontarsi sul tema: Giuseppe Giuranna, Alessandra Calò e Nicola Della Maggiora di differente provenienza e linguaggio ma ampiamente conosciuti ed apprezzati nel panorama artistico internazionale.

    Focalizzandosi sul significato e la pratica della “Parola”, gli artisti Giuranna, Calò e Della Maggiora hanno dato vita ad un dialogo originale che lascerà allo spettatore l’opportunità di riflettere sul potere della comunicazione. In Visual Vernacular – tecnica utilizzata da alcuni artisti sordi per raccontare storie attraverso segni, gesti ed espressioni facciali – Giuranna propone una video installazione denominata “Il Faro | metafora della comunicazione” (regia di Alessandra Guidetti).
    Qui, il confine tra la lingua ed il gesto artistico genera una forma espressiva comprensibile attraverso il senso della vista ma intraducibile in maniera letterale. L’alternanza simbolica della luce del faro – impersonificata dall’artista – fa leva sulla dicotomia “presenza/assenza”, creando la sospensione e la riattivazione della comunicazione.

    per visionare l’opera video clicca qui

    Per Calò, l’opera diventa un pretesto per riflettere sul potere della comunicazione, che è variabile e si fonda sull’aspetto corporeo e non soltanto sulla parola. Partendo proprio dal Video di Giuranna, l’artista tenta di instaurare un dialogo fallimentare tra l’immagine in movimento ed il frame: nella LIS (Lingua dei Segni Italiana) ad esempio, se viene meno una delle componenti linguistiche, la comunicazione decade.


    Sulle sue opere Muccioli scrive: “Alcuni di questi gesti attoriali performati da Giuranna sono stati selezionati, isolati con la cura di chi salva e conserva, custodisce e rende grazie, da Alessandra Calò, artista internazionale da anni coinvolta e accolta sentitamente dalla sensibilità di chi pensa, collabora con e frequenta il Festival della Filosofia. Aliena da ogni intento di replica o di mimesi del reale, Calò offre il suo racconto per figure, le sue intercettazioni di palpiti epidermici, tendinei, muscolari. Sono stralci di discorso recitato dal corpo di Giuseppe Giuranna, stampati su una garza di seta che crea una meravigliosa, incantevole eco visiva con l’immagine stampata sullo sfondo, distanziata abbastanza da farsi scoprire da uno sguardo capace anch’esso di movimento: da lontano, da vicino.”

    Nella giornata di sabato 16 settembre, successiva alla visita guidata a cura della critica d’arte Cristina Muccioli, verranno eseguite le performance “L’albero” e “Il Soffione” grazie alla presenza di Nicola Della Maggiora, artista sordo, educatore e docente L.I.S. nonché esponente di spicco della Visual Vernacular Italiana. È previsto il servizio di interpretariato LIS – lingua dei segni italiana – e viceversa per il pubblico sordo e udente a cura di Maria Dellino e Tiziana Santoro.

    15 – 16 – 17 SETTEMBRE 2023
    Sala del Leccio Complesso San Paolo, Modena
    venerdi 9.00 – 23.00 | sabato 9.00 – 23.00 | domenica 9.00 – 21.00


    Per visionare tutto il programma del festival, clicca qui

    Grazie al bando “Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea” indetto da Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura, 4 artisti vengono invitati in residenza sull’Isola di Favignana: Alessandra Calò, Giorgio Di Noto, Niccolò De Giorgis e Valentina Vannicola. Differenti per stile e media con cui esprimono la loro visione artistica, gli autori hanno prodotto opere che saranno esposte in anteprima durante il Festival Fotografico di Gibellina (Gibellina Photoroad) e successivamente entreranno a far parte del patrimonio museale della Tonnara Palazzo Florio, del Comune di Favignana.

    Dichiara l’artista: «Ho voluto chiamare il mio progetto χθόνιος (ctonio, in greco) perchè sono partita dalla profondità della terra e dal buio per raccontare una storia». In questo luogo, passato e presente reale si mescolano con fatti, leggende, possibili verità e mitologie lontane: a restituirci queste parole, fondamentale è stato il contributo letterario di Marilena Renda, invitata a prendere parte al progetto.
    La fotografia e la parola traducono e rafforzano il significato della cavità, inteso come spazio generativo.
    »

    GIBELLINA PHOTOFESTIVAL | Land of imagination
    a cura di Arianna Catania

    28-31 luglio 2023
    Gibellina TP


    Per visionare tutto il programma del festival, clicca qui

    «Alcune divinità greche sono rappresentate mentre dondolano su un’altalena tra una stagione e l’altra, o mentre sono appese morte a un albero. Alcune di queste giovani donne furono trasformate in stelle, altre furono dimenticate. Sono chiamate le sante, le non toccate, e fecero di tutto per proteggersi dal desiderio, ma la maggior parte di loro finirono per arrendersi alla ruota del tempo, alla vita come gli altri. Dondolano sugli alberi o sulle altalene, per l’eternità, mentre pregano di essere dimenticate bambine.»

    ©Marilena Renda

    Erbario Mistico d’Appennino

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    La residenza, per un artista, significa entrare nei processi sociali territoriali, interrogare il paesaggio avendo cura delle relazioni che esistono tra ambiente e insediamento umano. Per questo, la residenza ha un valore rilevante anche in contesti periferici e marginali, perché spesso diventa strumento di creazione e azione collettiva di trasformazione degli immaginari.

    Ho scelto di lavorare nel Bosco della Péntoma (località Bergogno), per cercare di ripercorrere il sentiero: quel legame, virtuoso e osmotico, che da millenni unisce la vita dell’uomo a quella del suo habitat terrestre. Attraverso il cammino, l’osservazione e l’ascolto ho rielaborato una personale ed intima riflessione, su quanto il territorio naturale circostante abbia da sempre influito in maniera indelebile sulla nascita del patrimonio mistico e sacro di un popolo: miti, leggende, espressioni rituali, riti sciamanici da sempre volti a guarire e ad espellere la radice del male nell’essere umano.

    «Un tempo, si misuravano le distanze in base ai passi, alla lunghezza percorsa dall’alba al tramonto; si misurava il tempo in base al movimento delle stelle nel cielo, alla durata di una torcia accesa… Non c’erano libri, carte geografiche…C’erano solo le pietre. Perché – a differenza di qualsiasi altro materiale – la pietra è (quasi) eterna»
    ©Normanna Albertini, La roccia come un libro eterno

    Già al tempo di Ovidio esistevano antiche processioni pagane che si svolgevano nelle campagne per attirare la benedizione divina nei campi, sull’acqua e sui frutti della terra. Cristianizzati i riti, esse presero il nome di Rogazioni (dal verbo latino “rogare” che vuol dire chiedere per ottenere qualcosa).
    Arrivato nel Bosco della Péntoma, il prete alzava la Croce e rivolgendosi ai quattro punti cardinali, recitava l’invocazione magica, che tutti aspettavano:

    «A peste fame et bello Libera nos Domine!
    A flagello terremotus Libera nos Domine!
    Ut fructus terrae dare et conservare digneris Te rogamus,
    audi nos!»

    Attraverso un antico processo fotografico ed accompagnata dalle Rogazioni contemporanee di Mara Redeghieri ho ripercorso e restituito una personale visione del legame sacro ed indissolubile tra creature umane e creature silvestri.

    Dal 9 luglio al 31 Ottobre presso il Castello di Sarzano (Loc. Casina, Reggio Emilia)
    La sede espositiva rispetterà i seguenti giorni ed orari:
    sabato – ore 16,00<19,00
    domenica e festivi – ore 10,00<12,00 e 16,00<19,00

    Sono stata coinvolta in un progetto di green therapy, grazie a Caroline Salomon, presidente della associazione di promozione sociale Arte in Orto con sede nei giardini di Villa Arnò, dimora storica ottocentesca, annoverata tra le più prestigiose dell’Emilia Romagna.
    L’associazione propone eventi e progetti, alcuni in particolar modo rivolti alle associazioni o alle persone fragili, per i quali l’esperienza a contatto con la natura diventa terapia.
    Nasce cosi Artisti in Erba, con la partecipazione del gruppo de I Raccontastorie facenti parte di Strade (Reggio Città Senza Barriere).


    Insieme a Giorgio, Mikkel, Martina, Jacopo, Sara e Martina realizzeremo un libro d’artista dove fotografia e racconto si fonderanno per dare vita ad un opera unica, proprio come ognuno di noi. Attraverso l’esperienza del giardino, I raccontastorie si lasceranno ispirare per la creazione di nuove storie da narrare, accompagnando ogni pagina dei loro scritti con tavole botaniche originali, realizzate con l’antica tecnica di stampa fotografica ai sali di ferro.

    «Quando ti piace un fiore, semplicemente lo cogli. Ma quando ami un fiore, lo annaffi tutti i giorni»

    Martina

    “HERBARIUM i fiori sono rimasti rosa” sarà tra i progetti ospite di Ragusa Photo Festival.
    Dal 20 al 27 luglio la mostra si terrà a Palazzo Cosentini (Ibla, Ragusa) sotto la direzione artistica di Claudio Composti.

    Dal 2012 Ragusa Photo Festival costituisce un’occasione di approfondimento dedicata ai diversi linguaggi delle arti visive rievocando la più antica delle peculiarità del Mediterraneo, l’armonia del dialogo tra culture diverse nel “mare fra le terre”: per raccontare il volto del presente e offrire un’esperienza di conoscenza e di benessere attraverso la speranza di artisti e intellettuali che ripongono nell’umana facoltà intuitiva del riconoscere un nuovo rinascimento verso un’illuminazione creativa e culturale. Il Festival si distingue per il sostegno ai giovani autori e per l’attenzione al territorio, alla Sicilia e alle questioni che interessano l’area mediterranea. Si avvale del prezioso supporto di un comitato scientifico composto da studiosi ed esperti di diverse discipline per valorizzare il contributo della pluralità di voci, dare vita a un network virtuoso e destare l’interesse di un pubblico variegato. Ogni edizione individua un tema attorno al quale ruotano mostre ed eventi di formazione, coinvolgendo artisti, autori, critici e operatori culturali di primissimo piano.

    Il messaggio del percorso visivo dell’undicesima edizione vuole essere un contributo creativo per invitare ad accomunare il valore delle relazioni umane ad ogni scelta personale, sociale, politica, civile, economica e ambientale.
    Già negli anni ’90 il critico d’arte Nicolas Bourriaud in risposta alla crescente disgregazione della socialità, riteneva l’arte in grado di rispondere a questo disagio. Oggi i contatti umani si sono inabissati ancora di più. Le nostre relazioni rischiano di essere sostituite dalle svariate connessioni che costituiscono quelli che il filosofo Emanuele Coccia definisce “corridoi di intimità” a proposito dei tanti “salotti digitali”. Per il suo ruolo interattivo, nel presente digitale, le immagini sono vissute per esempio, come oggetto di scambio sui social network, che portano a riflettere su come la fotografia concorra a creare ed alimentare le relazioni sociali; così come testimone della perdita di efficacia delle istituzioni che dovrebbero regolare pacificamente le relazioni internazionali, conferma un triste paradigma che credevamo relegato ormai nei libri di storia.
    La fotografia ha il potente ruolo di essere un’opportunità immediata di relazione. E per la sua capacità di far metter dal punto di vista dell’altro, l’edizione 2023 propone spunti di riflessione sullo stato delle relazioni, sui diversi aspetti e modelli, a tutti i livelli, stabili o transitorie. Partendo dalla necessità di attraversare questo difficile passaggio epocale e per metabolizzare gli effetti delle metamorfosi vissute negli ultimi anni, quest’anno sollecitiamo una doverosa riflessione culturale sulle relazioni umane in cui la fotografia è quasi sempre presente e gioca un ruolo di rilievo. Apre a nuove relazioni di senso o che a volte gridano un malessere che non ha nome e chiarezza e ricerca consolazione in immagini del passato o di ideali futuri.

    Dal 20 al 27 luglio 2023
    Ibla, Ragusa
    Segui il programma completo
    qui

    “HERBARIUM i fiori sono rimasti rosa” arriva a Verona!
    Dal 12 maggio al 4 giugno saremo ospiti del Festival Grenze – Arsenali Fotografici, con una mostra curata da Francesca Marra e Simone Azzoni.

    Grenze nasce come sperimentazione zero per riportare a Verona un’occasione pubblica di confronto, studio e analisi sui modi in cui in fotografia declina la distanza tra vedere, guardare, osservare e meravigliarsi. Sotto lo stesso cielo ma con orizzonti diversi.
    Alla sua VI edizione, il Festival Internazionale di Fotografia Grenze-Arsenali Fotografici pone come riflessione la meraviglia, citando da Platone «È proprio del filosofo questo che tu provi, di essere pieno di meraviglia: né altro inizio ha il filosofare che questo».

    Una vecchia officina meccanica restituita alla città sotto nuova veste, apre le sue porte ed inaugura ospitando “Herbarium. I fiori sono rimasti rosa” (Alessandra Calò, 2022) un progetto realizzato grazie a Reggio Emilia Città Senza Barriere, Musei Civici di Reggio Emilia, ed ora in collaborazione con ArtVerona.

    Vernissage: 12/05 H 18,30

    Il Meccanico | Grenze-Arsenali Fotografici

    Via San Vitale 2/B, 37129 Verona

    Mostra visitabile dal 12/05 al 04/06 (ingresso gratuito) sabato e domenica H 10.00 – 12.00 e H 15.00 – 19.00, dal lunedì al venerdì H 16.00 – 19.00 su prenotazione al numero +39 327 7341027 o scrivendo una mail a: grenze.arsenali.fotografici@irene

    se vuoi scoprire il programma del Festival, clicca qui


    Aprile ci porta a Parigi, in occasione della collettiva ELLE(S) – a cura di Veronique Adraï della galleria Courcelles – che ha inserito l’installazione NDT No Destructive Testing tra le opere della sua esposizione. Tre artiste con differenti medium artistici ma accomunate dalla figura femminile e gli echi lontani: Anne Christine Roda, Candice Spruyt, Alessandra Calò.


    «Sono tutte queste donne, spesso sconosciute, che hanno ispirato questo trio di artiste. Queste donne nell’ombra, ma che faranno le grandi artiste di domani. Donne di ieri e di oggi, che si accostano in un’atmosfera intima e misteriosa. Sono queste donne luminose, forti e fragili allo stesso tempo, indipendenti, ribelli, introverse ma sempre molto presenti nelle opere. Calò, Roda e Spruyt ci offrono dipinti, disegni e fotografie con un universo forte e sensibile, e attraverso una messa in scena particolare e commovente per ognuna di loro. Come alla ricerca di una forma di verità, la poetica di queste tre artiste continua a percorrere strade diverse che vi invito ad esplorare. Una mostra dal forte simbolismo, che interroga la natura umana e questo desiderio di catturare i movimenti dell’anima attraverso quelli del ritratto di una donna. Il lavoro di questi tre artisti è notevole per la sua densità, la sua forza e la sua maestria.» (©Veronique Adraï )

    ELLE(S)
    PEINTURE, PHOTOGRAPHIE ET DESSIN

    dal 3 aprile al 20 maggio 2023

    Anne-Christine Roda / PEINTURE
    Alessandra Calò / PHOTOGRAPHIE
    Candice Spruyt / DESSIN

    GALERIE COURCELLES
    110 Boulevard de Courcelles, Paris

    La nuova collaborazione con NEA MAGAZINE

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Nea Magazine è un laboratorio editoriale in cui si incrociano esperienze, attitudini comunicative ed esigenze culturali. Il suo principale campo di azione è la produzione cartacea di volumi che raccolgono un lavoro di ricerca intorno al legame tra scrittura e fotografia. 

    Nel 2019 è nata la mia prima collaborazione con il team diretto da Riccardo S. D’Ercole: abbiamo ragionato su un possibile territorio comune che riguarda immagini e parole, fotografia e narrativa. Abbiamo cercato di ricostruire la storia degli individui immaginando una biografia a partire dal recupero di questa lastra fotografica.

    «Non piangere Martina, come la neve. Guarda il sole di nuovo sorgere dietro le colline, stringi in braccio il tuo figlio e dagli il mio nome. Edoardo, che nell’ora più bella se ne va, Edoardo che muore ignoto, ma di cui restano i gesti, trasformatisi in parole su questa carta, di cui resta una sola lacrima che si mescola a questo inchiostro, e scrive il mio nome.» (Edoardo, in battaglia fu: Futuro)


    Nasceva cosi Nea Magazine Issue n. 0 – Dispaccio, una limited edition matrice unica “Anno I” con fogli sciolti battuti a macchina Marathon DLX 2000 e stampe fotografiche su carta fotografica Fujifilm 180 gr.

    Nel 2022 arriva una nuova collaborazione, che vede a Febbraio 2023 l’uscita di Nea Magazine Issue n. 2 – Rivista: in formato 26×18 e con 104 pagine (digital print on Fedrigoni Arena Rough Ivory paper 100 gr., cover: Colorplan purple 270 gr., brossura a filo refe cucita a mano)

    Anche in questa occasione ho avuto il piacere di collaborare con Riccardo D’Ercole che – attraverso la voce del pittore fiammingo Abraham Brueghel – ha saputo interpretare alcune immagini della serie The Garden’s Tale.

    INFO: www.neamagazine.it


    La galleria VisionQuesT di Genova è lieta di di presentare la mostra LES INCONNUES di Alessandra Calò (omaggio ad Anna Atkins e Constance Fox Talbot)
    Il progetto nasce come omaggio ad Anna Atkins e Constance Fox Talbot, le prime due donne che realizzarono fotografie e libri illustrati utilizzando immagini fotografiche.
    Sin dalle origini della fotografia nasce un connubio straordinario tra immagine fotografica ed editoria, destinato a durare nei secoli. Nell’Ottocento, contestualmente all’invenzione della Fotografia, nascono i primi preziosi libri fotografici auto-prodotti, preludio a una crescita esponenziale del futuro mercato editoriale e alla nascita di un vero e proprio culto per appassionati e collezionisti.
    Il primato dell’invenzione del libro fotografico spetta a una donna, Anna Atkins: una figura straordinaria e illuminata di scienziata e artista, che insieme ad Constance Fox Talbot, ha segnato una tappa fondamentale nella Storia dell’editoria fotografica.

    Lo studio del loro lavoro ha dato la possibilita ad Alessandra Calò di approfondire la ricerca sulle prime tecniche di stampa come calotipia e cianotipia.
    Si tratta anche della personale riflessione sul concetto di “immagine latente”. Infatti, attraverso l’utilizzo di emulsioni fotosensibili, ed in assolute condizioni domestiche – quasi a voler ricreare le azioni che compivano queste artiste nel XIX secolo – Alessandra Calò ha voluto impressionare su lastra frammenti di immagini femminili, che assomigliano piu alla materializzazione di un sogno che ad un ritratto fotografico vero e proprio. Il processo di stampa – in questo caso ai sali d’argento – le ha permesso di confrontarsi con l’elemento naturale, oltre che con quello casuale, facendo emergere la difficolta e l’umanita del processo, che non possiede tra i suoi requisiti la precisione o l’assenza di difetto.
    Il concetto di tempo e la trasformazione da qualcosa di immateriale ad una forma visibile rimangono gli aspetti centrali del suo lavoro, e le permettono di riflettere e dialogare costantemente con quelle che sono le qualita materiali del medium fotografico.
    Le protagoniste di Les Inconnues possono essere considerate, in un certo senso, il risultato di un’indagine e il tentativo di tornare indietro nel tempo, quasi a voler prendere contatto con le protagoniste femminili della storia della fotografia.

    Stampa fotografica: gelatina d’argento su cristallo extrachiaro
    Dimensione opera: cm 35x35x7
    Tiratura: pezzo unico

    LES INCONNUES di Alessandra Calò
    (omaggio ad Anna Atkins e Constance Fox Talbot)
    Vernissage venerdì 3 marzo 2023 dalle 18:00
    4 marzo – 6 maggio 2023
    dal mercoledì al sabato ore 15:00-19:00 e su appuntamento

    VisionQuesT 4rosso
    Piazza Invrea 4 r – 16123 Genova Italy
    +39 010 2464203 – 335 6195394
    www.visionquest.it

    info@visionquest.it

    KOCHAN | Spazio Lavì – ArtCity, Bologna

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    dal 28 gennaio all’11 febbraio 2023 KOCHAN, progetto fotografico di Alessandra Calò, sarà ospite presso la galleria Spazio Lavì – di Monica Manfrini e Piero Orlandi. – durante le giornate di ArteFiera, in occasione di ArtCity, la collaterale di arte contemporanea estesa in tutta la città. L’esposizione bolognese è curata da Alessandra Sarchi, scrittrice e critica d’arte, e sarà accompagnata da un catalogo con testo critico, edito da Spazio Lavì.

    Scrive la curatrice: “Cosa unisce una mappa o una carta geografca oggetto bidimensionale, perlopiù ricavato su carta, al corpo umano, pulsante senziente, vivo e di carne? In apparenza poco. Tuttavia fin dal Medioevo e poi nel Rinascimento sono state realizzate riproduzioni del corpo umano che lo
    iscrivevano in una sorta di ordine cosmico, collegandolo non solo alla Terra ma anche agli astri, e così per esempio le vene diventano fumi, il corpo umano era il microcosmo che riproduceva il macrocosmo. Non so se Alessandra Calò, quando nel 2016 ha iniziato il progetto Kochan, avesse presente questi esempi che si trovano in libri miniati e fogli di umanisti; sappiamo che la memoria visiva si nutre delle fonti più disparate e lavora di analogie e correlazioni anche quando non ce ne rendiamo conto. La sovrapposizione che Alessandra Calò opera fra carte geografiche e il proprio corpo fotografato, da una parte, richiama il desiderio di centratura che illustri antenati umanisti hanno esplorato, dall’altro proprio perché l’idea di confine, di margine, di centro e periferia è da lei messa in discussione critica – come da tutto il migliore pensiero critico novecentesco e postcoloniale istituisce un rapporto nuovo fra il paesaggio e il corpo riprodotti. Calò lavora con materiali d’archivio, vecchie carte, che evidenziano come i confini e le denominazioni cambino nel tempo, come la geografa disegnata sia tutt’altro che definitiva. Allo stesso modo, il corpo cambia, si allarga o restringe, si smussa o si afla, si copre di segni, cicatrici, muta piano piano la forma e il rivestimento, la pelle. Così il tentativo di legare l’identità individuale a una facies definita è destinato a fallire, l’identità resta sempre un’approssimazione

    Il volto, gli arti e l’intero corpo della medesima persona non sono gli stessi nelle diverse fasi della sua vita. Il carattere che le immagini fotografiche prodotte da Alessandra Calò ha realizzato è quindi piuttosto quello della metamorfosi, dello sconfinamento costante. La componente non esplicitata, ma fondamentale di questo progetto, è infatti il tempo. Se la fotografa fissa il momento – e nel fissarlo ne decreta anche l’essere già accaduto, passato, sicché qualsiasi ritratto è sempre postumo – Calò sembra lavorare proprio in direzione opposta a questa contrainte: la geografa non è un dato fisso, ma l’interazione perenne di molti elementi cosiddetti naturali e antropici, il corpo che emerge o si sovrappone a questi lacerti di luogo è altrettanto frammentario e per questo, più che indicare o descrivere, evoca. E cos’è l’evocazione se non la forma più rispettosa del mistero nel rapporto fra il reale e le sue rappresentazioni? La forma più prossima alla ritualità religiosa o magica da cui probabilmente sono scaturite le primissime immagini prodotte da sapiens. Per questo il lavoro di Alessandra Calò, ispirato nel titolo al protagonista di Confessioni di una maschera di Yukio Mishima, è svelante, nel senso che accoglie il velo, la maschera, la deformazione che ogni rappresentazione produce, come l’unico modo di darsi di una fare artistico in cui la fotografa si contamina con altre tecniche, e l’oggetto fotografato non è più, e solo, quello visto, ma quello sognato e immaginato.

    Lavì! City
    www.spaziolavi.it
    Bologna, Via Sant’Apollonia, 19/A


    Dal 28 gennaio all’11 febbraio 2023 – inaugurazione giovedì 28 gennaio, ore 17,30.

    Tutti i giorni 17,30-19,30 / 2, 3 e 5 febbraio dalle 16 alle 20, 4 febbraio dalle 16 alle 23.

    Catalogo in galleria

    The Garden’s Tale | Lab1930, Milano

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    The Garden’s Tale (Il racconto del giardino) il nuovo progetto fotografico di Alessandra Calò, viene proposto in anteprima nell’omonima mostra in programma dal 24 gennaio al 7 marzo 2023 nel nuovo spazio espositivo dedicato alla fotografia contemporanea Lab 1930 di via Mantova 21 a Milano.
     
    L’esposizione milanese, curata da Elena Carotti, direttore dello spazio espositivo, e accompagnata da un saggio critico di Lóránd Hegyi, già direttore del Musée d’art moderne et contemporain Saint-Étienne Métropole, si presenta come un’unica installazione composta da undici opere.

    Notturni selvatici e oggetti inanimati vengono entrambi fotografati nella loro drammatica staticità. Il risultato sono opere fotografiche che invitano a penetrare l’oscurità alla ricerca della luce, opere dove si percepisce la delicata fragilità del nostro tempo nel sottile brusio del silenzio notturno; facendo emergere costantemente il confronto, sempre presente, tra il mondo della natura e il mondo costruito dall’uomo.

    Scrive Lóránd Hegyi nel suo testo in catalogo: “Alessandra Calò guida lo spettatore nel suo universo notturno e rivela una visione estremamente acuta e poetica di variazioni illimitate di micro-realtà quasi invisibili e di piccoli elementi apparentemente insignificanti della natura e dell’ambiente umano. Lo spettatore entra in questo universo poetico paradossalmente non attraverso la luce ma attraverso l’oscurità; l’immaginario sostituisce la documentazione delle cose. Meno lo spettatore può vedere, più può percepire. Meno la luce irradia le cose, più il destinatario comprende la vita essenziale delle cose.”

    “Le opere di Alessandra Calò sono un viaggio alle radici della nostra identità, un momento di raccoglimento su ciò che nell’oscurità sfugge al racconto. Una fotografia paziente, fatta di velature e trasparenze, elegante nella semplicità compositiva, dove la costante è il ritmo taciturno del buio e chi osserva viene immerso nella solenne grandezza della natura.”
     

    Per spiegare meglio il significato di questo nuovo lavoro fotografico, Alessandra Calò si rifà ad una frase del filosofo italiano di origine armena Giorgio Agamben: “Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio […] è colui che sa vedere questa oscurità, che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente[…]”.
    Un invito a saper guardare attraverso il buio, dove le immagini che poco alla volta escono fuori sempre più nitide si intersecano con esso e prendono luce.

    La mostra The Garden’s Tale è accompagnata da un photobook dedicato, edito da Lab 1930 in tiratura di 70 copie numerate e firmate dall’artista + 20 special edition con una stampa originale al suo interno. ORDINA IL LIBRO CLICCANDO QUI

    HERBARIUM i fiori sono rimasti rosa

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    HERBARIUM. I fiori sono rimasti rosa arriva a Roma

    Martedì 13 dicembre alle ore 18:30 presso la sede romana della Libreria Marini in Via Perugia 18 (Pigneto) si terrà una piccola mostra e la presentazione del libro – edito da StudioFaganel.
    Grazie alla partecipazione straordinaria di Laura Pugno, tenteremo di costruire una trama di riflessioni intorno ai temi delicatamente accennati eppur forti e presenti in questo lavoro: fragilità e resistenza, diversità intesa come ciò che non rientra nei canoni, persistenza della memoria nelle tracce della scrittura e nei materiali d’archivio…

    Lo Studio Bibliografico Marini si occupa di letteratura e arte del Novecento, libri d’artista, volumi illustrati con incisioni originali, grafica d’arte, è una libreria on line con un database di circa 50.000 volumi d’arte e letteratura contemporanea, cataloghi di mostre, cataloghi ragionati, manuali, monografie e saggi, fotografia, cinema, storia, politica, filosofia, religione, critica letteraria, geografia, arti applicate, arte classica e moderna, ecc.

    Marini bookshop specialises in rare and out-of print books, first editions, contemporary art, original prints. Member of the ALAI (Associazione Librai Antiquari d’Italia), ILAB (International League of Antiquarian Booksellers) and FPBA (Fine Press Book Association).

    HERBARIUM i fiori sono rimasti rosa è il libro d’artista di Alessandra Calò, pubblicato da studiofaganel editore.
    Nel libro è riconoscibile uno dei tratti distintivi del lavoro di Calò: la sovrapposizione di diversi livelli che creano un’immagine unitaria, armonica, simbolica.
    Per questo progetto l’artista ha messo insieme tre diverse immagini-simbolo: mani, vegetali, scrittura.
    Le mani sono quelle di alcune persone con fragilità con cui Calò ha svolto un laboratorio durato quattro mesi, con una camera oscura allestita presso Palazzo dei Musei, per un progetto collaborativo dal nome ‘Incontri! Arte e persone’ che si sviluppa a partire dal progetto di Reggio Città senza Barriere ‘B. Diritto alla bellezza’, parte integrante del programma di mandato dell’Assessorato Cultura del Comune di Reggio Emilia. I vegetali, raccolti in una prima fase del laboratorio, non sono piante nobili e curate, ma quelle che comunemente sono definite “erbacce”, rimandando al concetto di fragilità/diversità intesa come “ciò che non rientra nei canoni” e con l’obiettivo di scoprire la bellezza delle piccole cose.
    Sono stati realizzati poi degli erbari fotografici utilizzando delle tecniche antiche di stampa a contatto dell’800, come la callitipia, che non privilegiano la precisione, l’alta risoluzione, ma al contrario, determinano un processo creativo fatto di tentativi e errori che risulta più “umano” e inclusivo.
    Infine il terzo livello, quello della calligrafia, è tratto da un erbario di Antonio Cremona Casoli del 1883-845, conservato presso i Musei civici di Reggio Emilia, che non ha un approccio rigorosamente scientifico, ma più “sentimentale”. Con quest’ultima operazione Calò riesce a reinterpretare e valorizzare una parte di un archivio, mettendo in relazione il contemporaneo con il passato.
    “HERBARIUM i fiori sono rimasti rosa” è per Alessandra Calò uno spunto per riflettere su nuovi modi di concepire l’immagine: nella rappresentazione del gesto di cura evocato dai protagonisti, l’azione immaginata diventa iconica e, grazie alla sovrapposizione delle immagini, s’innesca una simbiosi tra umanità e natura raffigurata.

    Il libro è concepito come una cartella con immagini in 16 singole tavole. Ogni cartella ha sulla copertina una fotografia in cui c’è solo l’elemento vegetale: la scelta è ricaduta sulla felce, una pianta altamente resistente. Ognuna di queste fotografie è stampata dall’artista, così ogni cartella è diversa dall’altra, a simboleggiare la biodiversità e la neurodiversità.

    Laura Pugno, poeta, saggista e scrittrice. Tra gli ultimi libri, i romanzi Sirene e La ragazza selvaggia, Premio Campiello Selezione Letterati (Marsilio 2016-2018); il saggio In territorio selvaggio (Nottetempo 2018); l’Oracolo manuale per poete e poeti, con Giulio Mozzi (Sonzogno 2020); le raccolte di poesia Noi (Premio Franco Fortini 2021, Amos/A27 2020) e L’alea (Perrone 2019), la fiaba Melusina, illustrata da Elisa Seizinger (Hacca). Collabora con L’Espresso e Le parole e le cose ed è tra i curatori della collana di I domani di Aragno. Ha ideato il festival di poesia I quattro elementi (Madrid 2018-2019), la serie di podcast Oltrelontano. Poesia come paesaggio per Radio3Suite e la Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea (Il Saggiatore, 2021). Scrive per il cinema e il teatro e fa parte del comitato scientifico del Premio Strega Poesia. Dal 2015 al 2020 ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.

    info&more

    Una grande emozione far parte del progetto “IMAGINARIUM: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea“, curato da Arianna Catania.
    Dal 5 al 12 dicembre l’isola di Favignana sarà lo scenario della mia prossima produzione artistica, che andrà ad arricchire la collezione del Museo Villa Florio.
    Grazie alla Direzione Generale Creatività Contemporanea per aver premiato il bando Strategia Fotografia. Grazie ai partner con i quali inizio questa meravigliosa avventura: On Image Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, FORMAT International Photography Festival, Festival Planches Contact.

    Potrai seguire il progetto in residenza sul mio profilo Instagram e Facebook

    Strategia Fotografia 2022 è un bando pubblico indetto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e si prefigge come obiettivo di sostenere tutti i musei, istituti e archivi pubblici che intendono ampliare le proprie collezioni o estenderle alla fotografia contemporanea; inoltre sostiene gli enti e gli organismi di diritto pubblico e privato (come ad esempio le istituzioni culturali, le fondazioni, le associazioni senza scopo di lucro) che promuovono la fotografia contemporanea in Italia e all’estero, attraverso la committenza di nuove opere fotografiche che confluiscano in eventi, manifestazioni, mostre e festival di rilevante importanza culturale e incrementino le pubbliche collezioni.
    Strategia Fotografia 2022 ha come obiettivo a lungo termine quello di assicurare la qualità e la continuità dell’incremento del patrimonio pubblico di fotografia contemporanea attraverso strategie di acquisizione adeguate e coerenti, di stimolare il mecenatismo nel settore e le donazioni a favore del patrimonio pubblico, di garantire la conservazione e valorizzazione del patrimonio pubblico di fotografia contemporanea di recente acquisizione e di favorire lo sviluppo di reti e sistemi nazionali di promozione e diffusione della fotografia contemporanea in Italia e all’estero.

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    KOCHAN in Svizzera alla Consarc/galleria

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Il progetto fotografico Kochan esposto in versione integrale per una personale a cura di Daniela e Guido Giudici, che l’artista Alessandra Calò farà a Chiasso (Svizzera) presso la sede di Consarc/galleria, il 27 novembre.
    La mostra sarà visitabile ad ingresso gratuito dal 28 novembre fino al 19 febbraio 2023 (chiusura per festività natalizie dal 24 dicembre all’11 gennaio).

    KOCHAN | Consarc galleria
    Dal 27 novembre 2022 al 19 febbraio 2023
    Via Grütli, 6830 Chiasso, Svizzera
    T +41 (0) 91 683 79 49 (niente pubblicità)
    galleria@consarc.ch

    ORARI DI APERTURA
    ME– VE 10-12 / 15-18
    SA su appuntamento
    Chiuso DO, LU, MA e Festivi

    «Alessandra Calò con le sue cartografie su epidermide rende ibrida e fertile di possibilità l’identità dei soggetti fotografati, trascesi e dilatati in un paesaggio psichico di memoria attiva, allegorica e futuribile.
    Metafisici, ulteriori rispetto a ogni datità somatica rintracciabile, questi cesellati e poetici lavori fotografici sono paradossali: invece di fermare, di catturare come sempre si dice, l’attimo in un click, lo aprono, lo dischiudono.
    »
    Cristina Muccioli (Festival Filosofia 2021)

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    KOCHAN | Photaumnales Festival

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Il progetto fotografico Kochan sarà esposto per la XIX edizione di Photaumnales, il Festival dell’Hauts-de-France, che quest’anno affronta il tema della cartografia come indagine terrestre ed immaginifica.
    Sotto la direzione artistica di Fred Boucher ed Emmanuelle Halkin, la mostra sarà inaugurata il 7 novembre ad Amiens, presso la galleria dell’Université de Picardie Jules Verne – UFRArts. L’incontro con l’autrice e la presentazione del libro (2022, Danilo Montanari Editore) si svolgerà l’8 novembre presso la sala conferenze de l’École d’art du Beauvaisis (Beauvais).

    LES PHOTAUMNALES | Diaphane pôle photographique
    Dal 17 settembre 2022 al 31 dicembre 2022
    ——–
    KOCHAN, 7 Novembre – 11 dicembre 2022

    Amiens – Université de Picardie Jules Verne – UFRArts
    RENCONTRE, 8 Novembre Beauvais – École d’art du Beauvaisis

    «Alessandra Calò explore dans toutes ses séries l’épaisseur du passé dans l’affirmation plastique d’un présent qui se nourrit de ce terreau mémoriel. Elle utilise tous les paramètres photographiques pour rendre à la surface de l’image une dimension tactile qui lui fait si gravement défaut. Pour ce faire elle recourt souvent à des procédés de mixage, de double exposition qui permettent de creuser cette surface pour y ménager des surgissements de palimpseste. Dans ce balancement entre visible et lisible il était logique que comme nombre d’artistes contemporains elle recourt à la carte. Sa dernière série Kochan nous invite à la surface de ce voyage exploratoire»

    « Une surface peut être un palimpseste, un plateau, un tissu ou une peau, faisant apparaître des ressemblances non identitaires, virtuelles. »
    Christine Buci-Glucksmann L’œil cartographique de l’art Galilée 1996

    Christian Gattinoni

    info&more

    Inaugura a Bologna la mostra Herbarium. I fiori sono rimasti rosa, presso il noto atelier-salotto bolognese di moda, fondato dalla fashion designer Lavinia Turra. Ancora una volta l’arte nelle sue diverse forme, e la moda – come espressione di alto artigianato – si fondono per dare vita ad un progetto espositivo ricco di suggestioni e fascinazioni. L’obiettivo della Maison infatti è quello di creare un luogo di incontro dove poter far confluire mondi diversi ma sinestetici: la stilista Lavinia Turra oltre a dar vita alle sue note collezioni prêt-à-couture crea spesso pezzi unici da collezione, in collaborazioni con le artiste invitate a partecipare.
    Dal 15 settembre al 31 ottobre, per il lancio della nuova collezione FW22-23, Lavinia Turra presenterà alcune creazioni nate dalla collaborazione con l’artista: con le antiche tecniche di stampa fotografica, Alessandra Calò ha reso uniche delle sete pregiate, entrate a far parte della collezione.

    Tra le creazioni stilistiche dell’atelier, si intrecciano e mescolano le opere facenti parte del progetto Herbarium i fiori sono rimasti rosa, progetto di intenso significato sociale e simbolico, frutto di un percorso condiviso con alcune persone fragili facenti parte del progetto sociale “Incontri! Arte e persone” ideato e promosso da Reggio Città Senza Barriere.
    Da questa osservazione della natura e della sua imperfezione, l’artista insieme ai partecipanti, ha trasformato le erbe spontanee (le cosiddette “erbacce”) in impronte su carta fotografica grazie alla tecnica del fotogramma, la stessa tecnica usata da molti artisti delle avanguardie del ‘900 come Man Ray. Partendo da questa pratica, ha successivamente dato vita a sovrapposizioni di immagini e simboli che rimandano al concetto di fragilità e umanità, unendo alle forme delle erbe quelle delle mani stesse dei partecipanti e ancora, calligrafie del secolo scorso, appartenute al tredicenne Antonio Cremona Casoli, autore anch’esso di un erbario.

    Nel suo testo critico, la curatrice Azzurra Immediato sottolinea: «…La ricerca che riconosce l’animo umano come abitante di questa terra, con il suo mistero esistenziale e la sua attesa immanente, è parte dell’abbecedario attuato da Alessandra Calò, nei suoi progetti artistici ed in particolare da Herbarium. I fiori sono rimasti rosa…. che, sviluppandosi in una forma composita di teche, stratificazioni di supporti e scrittura, sembra perimetrare una dispersione di storie, di soggetti, di un tempo passato e di visioni in grado di porre in stretto dialogo il presente, il suo processo di analisi ed un trascorso altero che Alessandra Calò, insieme alle sei persone che l’hanno accompagnata nei Musei Civici di Reggio Emilia, ha ricostruito in maniera simbolica, frutto di una armonia oggettivata dal raccordo tra il processo fotografico e il fine semantico iniziale. Se la sovrapposizione, invero, definisce una sorta di ‘scrittura fotografica’ attribuibile alla Calò, Herbarium è sublimazione di un cammino che si è mosso a partire dall’osservazione delle antiche raccolte naturalistiche sino alla realizzazione di un erbario rayografico…. Un’esperienza che ha scelto di radicarsi in una ramificazione di rarità, umane e naturali, attraverso cui, inoltre, la sperimentazione continua – legata a doppio filo con la relazione tra λόγος e τέχνη – per farsi esegesi della meraviglia dell’imponderabile, della bellezza che rimanda alla dimensione essenziale dello spirito e che fa persino del difetto, dell’imperfezione, il carattere di una plusvalenza ontologica avente luogo nell’alveo della purezza umana, laddove la verità non è una certezza bensì una pluralità di punti di vista tali da rendere veritiere talune dinamiche.»

    info:

    15 settembre – 31 ottobre 2022
    HERBARIUM i fiori sono rimasti rosa

    Opening giovedì 15 settembre ore 17:30
    dal martedì al sabato, dalle 17:00 alle 19:00
    Su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario telefonare al 320 9188304
    Maison laviniaturra, via dei Sabbioni 9, Bologna

    KOCHAN

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Danilo Montanari Editore, 2022

    limited edition of 100, numbered and signed by artist

    cm 32×22, pages 32

    Kochan è un nome. Quello del protagonista di Confessioni di una maschera (Yukio Mishima, 1949). Una sorta di diario di viaggio, che accompagna il lettore alla scoperta di frammenti di vita e identità del protagonista.Kochan è anche il nome del progetto fotografico che ho iniziato nel 2016 quando ho scoperto che la New York Public Library aveva messo online una buona parte dei suoi documenti d’archivio. Il recupero e il riutilizzo di materiali sono il punto di partenza della mia ricerca e produzione artistica. Il lavoro che realizzo con i materiali d’archivio mi permette di creare nuovi universi e raccontare, ogni volta, nuove storie, oltre ad essere un vero e proprio viaggio nell’immagine fotografica.Ho trascorso giorni interi tra carte geografiche, manoscritti e lettere. Ma è dalle mappe che sono stata attratta e, accompagnata dai loro segni e dalle loro tracce, ho deciso di affiancarle ad una serie di autoscatti.Partendo da riflessioni sul concetto di identità, in questo progetto anche io, come Kochan, ho cercato di immaginare il viaggio che ogni persona compie per scoprire e affermare se stesso.Considerando il corpo come un territorio da esplorare, mi sono resa conto che nulla può essere considerato definitivo: i confini si ridisegnano, il territorio fisico è soggetto a cambiamenti così come i nostri atteggiamenti, le azioni ed il rapporto verso la natura e gli uomini.


    Kochan is a name. He is the protagonist of the Japanese novel Confessions of a Mask (Yukio Mishima, 1949). This novel serves as a kind of a travel diary that leads the reader to discover the identity and life fragments of its protagonist. Kochan is also the name of my photographic project, one that I began in 2016 when I discovered that the New York Public Library had posted a large part of its archival documents online. The recovery and reuse of old materials is the starting point of my research and production as an artist. My work with archival materials allows me to create new universes and tell new stories each time, and it also makes it possible for me to take a real “journey” into the photographic image. I spent entire days looking at maps, manuscripts, and letters. But I was especially attracted to the maps, and, using their signs and traces, I decided to combine them with a series of self-portraits. In this project, like Kochan, I tried to imagine the journey that each of us makes in order to affirm our own self. Conceiving of the body as a territory to be explored, I realized that nothing can be considered definitive: the boundaries are always redrawn, and all is subject to change, from the physical territory to our attitudes, actions, and relationship toward Nature and fellow human beings.

    Per acquisto clicca qui

    Metti un italiano a Montréal

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Dopo l’esperienza canadese ai Rencontres de la Photo en Gaspésie, continua la collaborazione tra Alessandra Calò e L’Istituto Italiano di Cultura di Montréal.
    Nasce cosi “Metti un italiano a Montréal”, una sorta di diario di viaggio per immagini a cura di Alessandra Calò e Fabrizio Cicconi, in esclusiva per l’IIC.

    Una serie di immagini per raccontare Montréal con gli occhi attenti di chi cerca atmosfere reali e poco turistiche: strade, quartieri, giardini e chiese…
    Fino ad arrivare al viaggio nella regione della Gaspésie (Quebec) con i protagonisti del Festival fotografico immersi in una natura ancora incontaminata.

    Per scaricare la versione integrale del libro clicca qui

    Kochan invitato a rappresentare l’Italia in Canada, nel festival fotografico Les Rencontres de la photographie en Gaspésie.
    Il progetto, nato nel 2016 da una riflessione sull’identità, sarà ospite del prestigioso festival canadese, grazie al supporto dell’Istituto italiano di Cultura di Montreal.

    La 13a edizione dei Rencontres de la Photographie en Gaspésie si svolgerà dal 15 luglio al 30 settembre 2022 in 12 comuni della penisola Canadese, città e parchi ospiteranno progetti fotografici selezionati dalla Commissione del Festival, che per quest’anno porta il tema “Speranza radicale“.
    Secondo Claude Goulet, direttore esecutivo e artistico dei Rencontres, “questo tema è sorto come un grido di speranza per esprimere in modo forte e chiaro l’urgenza e la necessità di creare, come un’affermazione della necessità di agire rispetto al ambiente, alla convivenza, alle disuguaglianze, di fronte al un cinismo globale”.

    Ecco il manifesto Radical Hope, scritto per la 13esima edizione del Festival:

    Creare è il modo migliore per affermare che le arti sono vive e vegete.
    Creare è il modo migliore per confermare che la cultura e l’arte sono beni essenziali.
    Creare è il modo migliore per celebrare la presenza dell’arte nelle nostre vite.
    Creare è il modo migliore per resistere.

    Creare è il modo migliore per dare notizie di noi.
    Creare è il modo migliore per avvicinarsi all’orizzonte infinito.
    Creare è il modo migliore per rompere il silenzio, la solitudine.
    Creare è il modo migliore per combattere la stupidità umana, il razzismo e l’ingiustizia.

    Creare è il modo migliore per ricordare la fragilità del pianeta.
    Creare è il modo migliore per far emergere la luce.
    Creare è il modo migliore per calmare le nostre menti e aiutarci a vivere meglio insieme.
    Creare è il modo migliore per celebrare la poesia!

    Kochan è un nome. Quello del protagonista di Confessioni di una maschera (Yukio Mishima, 1949). Una sorta di diario di viaggio, che accompagna il lettore alla scoperta di frammenti di vita e identità del protagonista. Kochan è anche il nome del progetto fotografico che ho iniziato nel 2016 quando ho scoperto che la New York Public Library aveva messo online una buona parte dei suoi documenti d’archivio. Il recupero e il riutilizzo di materiali sono il punto di partenza della mia ricerca e produzione artistica. Il lavoro che realizzo con i materiali d’archivio mi permette di creare nuovi universi e raccontare, ogni volta, nuove storie, oltre ad essere un vero e proprio viaggio nell’immagine fotografica. 
    Ho trascorso giorni interi tra carte geografiche, manoscritti e lettere. Ma è dalle mappe che sono stata attratta e, accompagnata dai loro segni e dalle loro tracce, ho deciso di affiancarle ad una serie di autoscatti. 
    Partendo da riflessioni sul concetto di identità, in questo progetto anche io, come Kochan, ho cercato di immaginare il viaggio che ogni persona compie per scoprire e affermare se stesso.
    Considerando il corpo come un territorio da esplorare, mi sono resa conto che nulla può essere considerato definitivo: i confini si ridisegnano, il territorio fisico è soggetto a cambiamenti cosi come i nostri atteggiamenti, le azioni ed il rapporto verso la natura e gli uomini.

    Per saperne di più sui Rencontres, clicca qui

    HERBARIUM. i fiori sono rimasti rosa

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    HERBARIUM. I FIORI SONO RIMASTI ROSA è il frutto di un percorso creativo in cui l’artista Alessandra Calò ha guidato sei persone con fragilità nella costituzione di un’ opera, dove il concetto di bellezza si estende fino a includere l’imperfezione, la fragilità e la marginalità.
    L’opera collettiva, presente nel circuito principale di Fotografia Europea, evoca l’intimità dell’esperienza personale e offre una lettura simbolica e sensibile delle abilità. 

    «Il lavoro si colloca nell’ambito concettuale tipico di questa fotografa e, nel medesimo tempo, ripropone un’operatività formativa che ritorna alle pratiche artigianali dei primordi fotografici, dando nuovamente valore all’abilità personale» Massimo Mussini, critico fotografico

    HERBARIUM è un progetto di Reggio Emilia Città Senza Barriere, Musei Civici di Reggio Emilia e Fotografia Europea realizzato in collaborazione con Farmacie Comunali Riunite, Consorzio Oscar Romero, Fondazione Palazzo Magnani, Strade e B. Diritto alla Bellezza.

    Palazzo dei Musei
    ingresso libera da via Secchi, 1
    Reggio Emilia

    giornate inaugurali
    29 aprile › 19-23
    30 aprile › 10-23
    1 maggio › 10-20

    dal 7 maggio al 12 giugno
    sabato, domenica e festivi › 10-18

    info&more: fotografia europea 2022

    Riparte Incontri! Arte e persone, un progetto di Reggio Città senza Barriere che pone al centro l’incontro tra fragilità e creatività nella convinzione che questo scambio possa essere generativo di nuove possibilità di inclusione sociale.

    Alla sua terza tappa, il progetto ha come protagonisti l’artista visiva Alessandra Calò assieme a sette persone con fragilità affiancate dallo staff dei Musei Civici e da un’atelierista di STRADE, nuovo ambito socio-occupazionale a favore delle persone adulte con disabilità del Distretto di Reggio Emilia progetto gestito dal Consorzio Oscar Romero. Dopo il grande successo ottenuto lo scorso anno, Incontri! torna ad essere ospitato all’interno di Palazzo dei Musei che con il suo ricco patrimonio, si offre come spunto e sostegno alla ricerca artistica di Alessandra Calò e dell’intero gruppo.

    La ricca collezione di erbari conservata nella sala di botanica di Palazzo dei Musei ha subito incuriosito l’artista, la cui ricerca è caratterizzata dalla pratica di riappropriazione e reinterpretazione di materiali d’archivio. Nella sua pratica Calò attualizza antiche tecniche e procedimenti di stampa realizzando la maggior parte del suo lavoro off camera. Un fare alchemico che riporta a tempi antichi, in forte controtendenza con l’utilizzo della fotografia dei giorni nostri.
    Per la loro fragilità e il valore storico che racchiudono questi antichissimi erbari non sono esposti al pubblico, ma conservati in ordinate ed eleganti scatole a forma di libro che lasciano trapelare il prezioso corpus di informazioni in esse custodito.

    Durante gli incontri, l’artista guiderà i partecipanti nella realizzazione di un vero e proprio erbario tramite l’utilizzo di antiche tecniche di stampa fotografica a contatto. Il nuovo erbario sarà ispirato a quelli custoditi presso i Musei Civici, al primo libro fotografico nella storia della fotografia (Anna Atkins, Photographs of British Algae: Cyanotype Impressions, 1843), ma sarà anche frutto di un’indagine sul territorio circostante, attraverso la raccolta non tanto piante antiche o rare, ma delle piccole “emergenze” che, in modo inaspettato e resiliente, crescono tra gli interstizi delle pietre di Luserna, nelle crepe dell’asfalto o sui muretti di cinta, segno di un adattamento della natura all’urbanizzazione che i nostri occhi non percepiscono quasi più.

    L’intero processo di avvicinamento all’opera finale, insieme agli esperimenti di stampa e al fare laboratoriale, saranno ospitati in un ambiente totalmente inedito di Palazzo dei Musei, un vecchio laboratorio in cui un tempo gli archeologi si prendevano cura di materiale emerso durante gli scavi. Lo spazio, accessibile da via Secchi, esterno alla zona espositiva del Museo, si presenta come una vera e propria vetrina che si affaccia sullo spazio urbano attraverso una saracinesca che ne cela tutto il fascino e la bellezza. Il luogo, recentemente recuperato, verrà abitato ogni giovedì pomeriggio dai protagonisti del progetto che lì accumuleranno il materiale raccolto, lasceranno le tracce degli esperimenti di stampa, appunteranno parole e immagini.

    La peculiarità di questo lavoro sarà la sua umanità, che si esprime nell’assenza di controllo sulla materia e ricerca diretta. Il progetto desidera quindi mettere al centro un fare artistico basato su tentativi e sperimentazioni, prove ed errori, secondo una visione inclusiva per cui tutto, in quanto parte integrante del processo creativo stesso, contribuisce al risultato finale.

    Proprio la fotografia e l’esperienza maturata nel corso degli anni dai Musei Civici nel campo del contemporaneo e dell’ibridazione dei diversi linguaggi saranno al centro di un workshop in grado di fornire esperienze uniche di crescita culturale e sociale, di aggregazione e condivisione aprendo nuove chiavi di lettura sulla fragilità e sul fare artistico. Lo spazio stesso, grazie al suo affaccio sulla città, si offrirà come ponte in dialogo tra il luogo della memoria e lo spazio della vita collettiva, dove l’incontro è possibile e diventa generatore di nuove visioni e convivenze.

    Il libro Secret Garden sarà presentato a Parigi, con giornata firmacopie, a Polycopies lo spazio di editoria

    13 Novembre ore 16:00

    Bateau Concorde-Atlantique
    Berges de Seine – Port de Solferino – 75007 Paris
    Métro: Concorde & Assemblée Nationale

    Creata nel 2014, Polycopies è un’associazione per la distribuzione e la promozione dell’editoria fotografica indipendente.
    Polycopies organizza ogni anno il suo festival in occasione di Paris-Photo, e trasforma la barca Concorde-Atlantique, ormeggiata sulle banchine della Senna, in una grande libreria effimera interamente dedicata ai libri di fotografia. Polycopies è diventato un punto di incontro per molti amatori, collezionisti, autori ed editori.

    Il progetto parte da una raccolta di antiche lastre negative, raffiguranti ritratti femminili, dall’identità sconosciuta. Ogni donna recupera un nome e un’avventura, liberamente ispirata, grazie dall’immaginazione di scrittrici contemporanee invitate a prendere parte al progetto. Differenti per provenienza, formazione, espressione artistica, le autrici rendono ogni racconto un diario personale estremamente attuale. Antichi ritratti di donne arrivate a noi senza ulteriori dettagli su vicende biografiche ci fanno viaggiare su un doppio binario fatto di tempo reale e immaginazione, facendo decadere l’esigenza di una lettura chiara e fedele ancorata all’immagine. Nell’accostarsi all’opera, lo spettatore può sbirciare dentro l’intimità di queste donne, può leggere frammenti di un’esistenza, seguire i fili individuali intrecciati a un percorso collettivo verso una maggiore libertà ed emancipazione.

    scatola in cartone contenente 27 stampe e veline con testo cm 15,5×20
    disponibile versione italiana ed inglese
    limited edition di 57 copie + 3 PA
    57 copie numerate da 1 a 57
    extra edition di 5 copie numerate da I a V in scatola di legno con opera originale fatta a mano dall’artista

    FISHEYE speciale Les Inconnues

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    La rivista francese Fisheye pubblica uno speciale sui fotografi partecipanti alla rassegna Photo d’Aix – regards croisés.
    Fino al 31 dicembre, la mostra sarà visitabile alla Galerie Zola, Cité du Livre, 8-10 Rue Des Allumettes, 13100 – AIX-EN-PROVENCE.

    De la nécessité de ne plus oublier
    Développant désormais son propre langage artistique, Alessandra Calò dit s’inspirer continuellement des gens qui l’entourent, des évènements tant historiques que quotidiens, mais aussi des émotions – surtout « lorsqu’elles sont vécues intensément ». Avec son nouveau projet Les inconnues, elle aborde la question de mémoire, via des figures féminines évincées des récits historiques. Elle rend hommage en particulier aux deux premières photographes à avoir pris et imprimé seules des photographies : Anna Atkins et Constance Fox Talbot.
    Se joignent à ces dernières d’autres intervenantes aux noms quant à eux dissimulés mais aux visages apparents et aux vies fulgurantes : « La présence de ces Inconnues peut être considéré comme le résultat d’une enquête et la tentative de remonter le temps, comme si je voulais entrer en contact avec des femmes de l’histoire de la photographie », explique l’artiste. Au-delà de cette volonté de les remettre au-devant de la scène, Alessandra Calò témoigne également de la nécessité d’une telle intention, et de l’empathie à avoir face à ces portraits. « Dans mes recherches, il existe un langage destiné à suggérer des émotions sans avoir besoin de trop de mots. Je pense que cela nous prouve que le passé conditionne le présent et qu’il devient épaisseur, poids, blessure. Les images sont comme un miroir, où chacun peut trouver quelque chose », ajoute-t-elle.

    Le médium c’est le message

    Toutes issues d’archives qu’Alessandra Calò a pu trouver en ligne, les images de ces femmes ont été retravaillées et ornées d’éléments naturels. Dans un souci constant de faire évoluer ses procédés, l’artiste a décomposé sa série en deux parties complémentaires, présentant les mêmes créations. L’une étant faite d’un simple tirage de papier, et l’autre de tirages spécifiques – réalisés grâce au procédé du calotype – imprimés sur des plaques lumineuses de cristal superposées.

    Ici, le processus créatif d’Alessandra Calò contribue à la concrétisation matérielle de sa réflexion symbolique. Autrement dit, grâce à sa composition particulière, elle met littéralement en lumière ces femmes de l’ombre. Parmi ces créations, l’une d’entre elles reste encore énigmatique pour l’artiste (ci-dessus) : « J’ai un sujet très étrange qui en fait ma préférée. J’ai passé beaucoup de temps à développer cette image. À chaque fois mes tirages étaient infructueux, son visage ne se révélait jamais à la chambre noire. Jusqu’à ce qu’elle apparaisse enfin et soit inondée au moment du montage sur la plaque de verre. C’est comme si cette femme voulait faire disparaître à jamais son identité », confie-t-elle. Véritable plaidoyer féminin, Les inconnues célèbre nos ancêtres, celles que l’on a oubliées à tort, et leur redonne, l’espace d’un regard, leur notoriété trop longtemps retirée.

    per saperne di piu: www.fisheyemagazine.fr

    La galleria Fontaine Obscure (Aix en Provence) organizza il festival Photo d’Aix per la 21° edizione, per presentare la fotografia contemporanea francese e straniera attraverso due eventi: Regards Croisés e Parcours au cœur de la cité.

    Regards Croisés accoglie cinque fotografi italiani che esporranno insieme a cinque fotografi francesi.
    Le loro opere svengono selezionate con uno sguardo incrociato: dialogo, risonanza, corrispondenza sensibile di sostanza o forma, nella riconciliazione o opposizione di tema ed estetica. Per l’edizione 2021 i fotografi invitati sono: Alessandra Calò, Marie Anne Hauth, Gabriel Dia, Francesca Catastini, Théo Giacometti, Fabio Mantovani, Matthieu Chazal, Stephanie Gengotti, Laure Pubert, Mario Lasalandra.

    Les Inconnues (omaggio ad Anna Atkins e Constance Fox Talbot)

    L’opera nasce come omaggio ad Anna Atkins e Constance Fox Talbot, le prime due donne che hanno realizzato fotografie e libri illustrati utilizzando immagini fotografiche. Lo studio del loro lavoro mi ha dato la possibilità di approfondire la ricerca sulle prime tecniche di stampa come calotipia e cianotipia.
    Si tratta anche della mia personale riflessione sul concetto di “immagine latente”. Infatti, attraverso l’utilizzo di emulsioni fotosensibili, ed in assolute condizioni domestiche – quasi a voler ricreare le azioni che compivano queste artiste nel XIX secolo – ho voluto impressionare su lastra frammenti di immagini femminili, che assomigliano più alla materializzazione di un sogno che ad un ritratto fotografico vero e proprio. Il processo di stampa – in questo caso ai sali d’argento – mi ha permesso di confrontarmi con l’elemento naturale, oltre che con quello casuale, facendo emergere la difficoltà e l’umanità del processo, che non possiede tra i suoi requisiti la precisione o l’assenza di difetto. Il concetto di tempo e la trasformazione da qualcosa di immateriale ad una forma visibile rimangono gli aspetti centrali del mio lavoro, e mi permettono di riflettere e dialogare costantemente con quelle che sono le qualità materiali del medium fotografico.
    Le protagoniste di Les Inconnues possono essere considerate, in un certo senso, il risultato di un’indagine e il tentativo di tornare indietro nel tempo, quasi a voler prendere contatto con le protagoniste femminili della storia della fotografia.
    6 ottobre > 31 dicembre 2021, Galerie Zola – cité du livre, Aix en Provence, France
    Mercoledi 06 ottobre 2021
    ore 17,30 Conferenza e 19,00 Vernissage

    Kochan entra ufficialmente nel circuito ufficiale del ⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣Festival Filosofia di Modena con una mostra a cura di Cristina Muccioli, dal titolo LIBERA DI DIVENTARMI
    Un progetto che si sposa con il tema dell’edizione 2021: Libertà.

    La soggettività femminile è stata compressa e costretta in silhouettes e ruoli, persino corpi, modellati dall’esterno. Dalle convenzioni, da regole scritte e non scritte di atavica tradizione patriarcale. Quel che riprende voce oggi nelle donne, più un’istanza di diritti e tutele riconosciute, è una più basilare, sinora aggirata, domanda sull’identità.
    Chi siamo. Questa è la domanda.
    Ed è l’interrogativo che si pone l’artista Alessandra Calò, che sembra dipingere su pellicola. Mappe e cartine geografiche, recuperate con la cura dell’archeologo negli archivi della New York Public Library, fanno dell’alterità la sua intimità, la sua nuova libertà di esplorarsi, ‘viaggiarsi’ in maniera inedita, con l’incanto e la sorpresa che riserva ogni terra straniera insieme con la mancanza dei consueti e calcificati punti di riferimento.
    Con le sue cartografie su epidermide, Alessandra Calò rende ibrida e fertile di possibilità l’identità dei soggetti fotografati, trascesi e dilatati in un paesaggio psichico di memoria attiva, allegorica e futuribile. Metafisici, ulteriori rispetto a ogni datità somatica rintracciabile, questi cesellati e poetici lavori fotografici sono paradossali: invece di fermare, di catturare come sempre si dice, l’attimo in un click, lo aprono, lo dischiudono.
    ‘Diventare’, che la grammatica ascrive all’intransitività, ammette qui un oggetto, si fa transitivo. Il soggetto può liberarsi dall’essere esito dei progetti sociali e culturali, delle costrizioni che il genere ha finito per imporre alle identità, per farsi autore di sé, demiurgo esplorante di sé.
    Un sé geograficamente sconfinato non perché gigantesco, ma perché tracima dolcemente, scavalla con grazia lo scontorno degli arti, il profilo del viso. È negli oltrepassamenti che si diventa (se stessi).
    Nella stasi si resta quel che ci è stato assegnato, quel ci è stato concesso.

    Il corpo è sempre a fondamento, è supporto di cartografia immaginaria, ma anche onirica, fatta di sogni a occhi spalancati, di volontà di dilatazione e soprattutto di riscrittura dei confini, anche temporali. Queste carte sono state recuperate da Alessandra Calò da un antico archivio della New York Public Library, marcano estensioni e porzioni di mondo oggi già cambiato, quindi scomparso. Calò le riattiva, facendo della geografia la sua espressione letterale: una scrittura (grafia) sulla pelle della Terra (Ghè, geo).

    Con queste visioni l’artista parte da sé, dall’inaggirabile di sé che è il suo corpo, e lo ammanta di alterità fino a che l’alterità si fa seconda pelle. Si fa seconda vita, la sola vita che può dirsi e può farsi libera. La seconda, ulteriore vita comincia quando si comincia a disegnarla, a prendere le distanze dalla prima. Un autoritratto fotografico o pittorico è sempre un guardarsi da fuori, da una certa distanza, è gesto iniziatico per il rito del diventare se stessi, di liberarsi da ciò che non si è potuto scegliere, capitato o subito. Spazi e scenari di cui nemmeno si immaginava l’esistenza paiono sprigionare da dentro, affiorare alla propria pelle. La visionarietà implica revisione,Queste mappe epidermiche non sono la copia di qualcosa, di qualcuno che esiste. È quel qualcuno, semmai, che aspira a diventare prova visiva della rappresentazione, traduzione tridimensionale di un desiderio, di una volontà. Questa volontà di divenire non ha a che fare col divenire ineluttabile cui siamo tutti sottomessi in quanto corpi, in quanto mortali, altrimenti non sarebbe volontà. Si tratta del divenire che decide dell’avvenire, del proprio, che è conseguente al passato ma che lo setaccia, scartando sterilità di esperienze, tenendo lampi di fiumi e nomi di città per mappare quel che abbiamo fatto di tutto quello che abbiamo vissuto

    Per approfondimenti sul Festival e consultare il programma: Festival Filosofia | Libertà

    Alessandra Calò
    Libera di diventarmi

    Curatrice: Cristina Muccioli
    Presentazione: venerdì 17 settembre ore 18:15 alla presenza dell’artista e della curatrice

    Orari durante il festivalfilosofia:
    Venerdì 17 settembre ore 9.00 – 23.00
    Sabato 18 settembre ore 9.00 – 23.00
    Domenica 19 settembre ore 9.00 – 21.00

    Luogo:
    ArteSì Galleria d’Arte Contemporanea
    Via Fonte D’Abisso, 10
    41121 Modena
    Tel. 338 6764679 | www.artesimodena.com

    SECRET GARDEN | Danilo Montanari editore

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    01.09.2021 nasce il nuovo progetto editoriale SECRET GARDEN, edito da Danilo Montanari.
    Un nuovo libro d’artista, rivisitato nel progetto grafico e nei contenuti: una scatola in cartone a custodire 27 lastre e 27 racconti stampati su vecchie veline.

    A raccontare di queste nuove donne, alcune delle autrici contemporanee più apprezzate nel panorama della letteratura contemporanea (e non solo): Laura Pugno, Melissa Panarello, Chiara Mezzalama, Irene Cao, Mariella Nava, Marcia Tambutti Allende

    Per ordinare il nuovo libro Secret Garden, clicca qui

    Il progetto parte da una raccolta di antiche lastre negative, raffiguranti ritratti femminili, dall’identità sconosciuta. Ogni donna recupera un nome e un’avventura, liberamente ispirata, grazie dall’immaginazione di scrittrici contemporanee invitate a prendere parte al progetto. Differenti per provenienza, formazione, espressione artistica, le autrici rendono ogni racconto un diario personale estremamente attuale. Antichi ritratti di donne arrivate a noi senza ulteriori dettagli su vicende biografiche ci fanno viaggiare su un doppio binario fatto di tempo reale e immaginazione, facendo decadere l’esigenza di una lettura chiara e fedele ancorata all’immagine. Nell’accostarsi all’opera, lo spettatore può sbirciare dentro l’intimità di queste donne, può leggere frammenti di un’esistenza, seguire i fili individuali intrecciati a un percorso collettivo verso una maggiore libertà ed emancipazione


    Dal 17 al 22 Giugno sarò in residenza artistica presso KAMart APS per realizzare un’opera che sarà protagonista del Festival altreterRE.

    Il paese dove ha sede l’Associazione KAMart è Cereggio, arroccato su di un colle che affaccia sulla Valle dell’ Enza, nell’Appennino Reggiano.
    L’idea è quella di partire da un documento ritrovato, risalente ad un censimento del 1415 dove la comunità di Cereggio (governata dagli Estensi) dichiarava abitanti “15 bocche e 2 case” ed una descrizione morfologica del territorio riportava presenza di campi, rovi e vegetazione selvaggia.
    Sono questi i miei punti di partenza e riflessione: oggi come allora, gli abitanti della Montagna restano pochi ma la loro presenza condiziona il paesaggio fino al limite del bosco.

    Ho condotto una mappatura dettagliata (ispezione-catalogazione-studio) sulle erbe spontanee che dalla sede di residenza KamArt arrivano fino al limite del bosco. Esse indicano la presenza dell’uomo, anche se fa fatica a palesarsi”.
    Origini lontane, proprietà fitoterapiche, veleni… L’erbario, oltre ad essere una preziosa raccolta di esemplari vegetali (hortus siccus) è anche l’oggetto che lo custodisce. Già tra il XV e il XVI secolo, quando le tecniche di stampa non si erano ancora pienamente affermate, la realizzazione delle tavole botaniche, veniva fatta attraverso la matrice naturale della pianta stessa.

    Attraverso l’antica tecnica di stampa ai sali di ferro ho realizzato una serie di opere su carta, dove le erbe spontanee – spesso sconosciute dagli attuali residenti ma note in epoche remote come rimedi fitoterapici – saranno le protagoniste. Il risultato finale è ERBARIO MISTICO d’APPENNINO, una raccolta di callitipie stampate a mano, utilizzando le piante stesse come negativi. L’ opera, avrà un doppio valore: se da una parte sarà l’Appennino stesso a regalarci la materia prima, dall’altra avremo un vero libro d’artista stampato con antiche tecniche legate alla storia della fotografia.


    ERBARIO MISTICO D’APPENNINO
    Ancora una volta l’uomo e la natura si incontreranno a metà strada per creare insieme un’opera d’arte.


    Gli artisti invitati a partecipare alla rassegna artistica sono 6 e ad ognuno è stato affidato un luogo caratteristico della Montagna: Pietro Iori – Museo del Sughero di Cervarezza, Penelope Chiara Cocchi – Osservatorio astronomico di Cervarezza, Alessandra Calò – Borgo di Cereggio nel Comune di Ventasso, Angela Viola – Corte Campanini, Francesca Catellani – Rifugio della Pietra di Bismantova, Monika Grycko – Casa Museo di Vasco Montecchi nel Comune di Baiso. La rassegna è stata curata da Francesca Baboni e Stefano Taddei.

    La residenza e tutto il Festival, sono stati patrocinati dalla Comunità Montana e dal Comune di Reggio Emilia.

    Per saperne di piu su KAMart, clicca qui. Per conoscere il Festival, qui.

    Questa pubblicazione è sostenuta dalla Fondazione De Pietri Artphilein in occasione del suo quindicesimo anniversario.

    Il recente passato, da quando è iniziata l’emergenza Covid-19, ha messo in luce in particolare la nostra fragilità. Oggi la pandemia è tutt’altro che finita e non sappiamo quando i blocchi e le restrizioni, che sono stati messi in atto da quando è iniziata e che riguardano la nostra vita quotidiana, saranno revocati per sempre. Le attività culturali (come concerti, spettacoli, mostre, ecc.), che nel migliore dei casi non beneficiano di particolare tutela e sostegno da parte delle autorità, sono diventate oggi un obiettivo chiave per misure particolarmente restrittive e inibitorie. Come in precedenza per Non-Gasoline Stations (2020), con Let’s meet on a cloud of freedom Artphilein Editions ha deciso ancora una volta di essere pro-positivi, di prendere posizione contro questi tempi di divisione e separazione.


    Artphilein Editions ha quindi invitato diversi artisti a partecipare a un nuovo progetto collettivo, concretizzato con una pubblicazione ed una esposizione collettiva presso la sede di Lugano.


    Ilaria Abbiento, Tonatiuh Ambrosetti, Alessandra Angelini, Gianluca Arienti, Veronica Barbato, Gianni Berengo Gardin, Adriana Beretta, Gian Luca Bianco, Sofia Bramuzzo, Pietro Bologna, Alessandra Calò, Simone Casetta, Bruno Cattani, Nikolas Chasser Skilbeck, Chiapparini–Marrese, Giuseppe Chietera, Marco D’Anna, Giuseppe De Mattia, Matteo Di Giovanni, Steffi Drerup, Cosimo Filippini, Maria Cristiana Fioretti, Nicola Foletti, Vittoria Fragapane, Mirko Frignani, Maria Jauregui Ponte, Anastasia Khoroshilova, Michele Lombardelli, Esther Mathis, Mercedes Mangrané, Yari Miele, Stefan Milosavljevic, Enrico Minasso, Maurizio Montagna, Davide Monteleone, Pino Musi, Gabriele Napoli, Leo Pellegatta, Luca Reffo, Caio Reisewitz, Marco Rigamonti, Gianna Rubini, Carlo Rusca, Beatrice Mika Sakaki, Carolina Sandretto, Luca Scarabelli, Domenico Scarano, Rudolf Steiner, Fabio Tasca, Andrea Tonellotto, Traslochi Emotivi, Eric Vernhes, Giuseppe Violetta and Marc Volk


    ©Alessandra Calò,
    cloud_studio 2 (hypothesis of freedom), calotype on Arches paper

    “Le nuvole sono internazionali; non hanno alcun interesse per la sovranità statale, i sistemi giuridici, i confini nazionali o gli spazi di fuga. Le nuvole sono nomadi, apolitiche, anarchiche, inafferrabili e incontenibili. Eppure, nonostante la loro natura volatile e transitoria, sono allo stesso tempo una presenza tenace e persistente nella nostra esperienza visiva”

    Caterina De Pietri, Artphilein Foundation

    INFO&MORE: Let’s meet on a cloud of freedom 

    Felice di annunciare la mia partecipazione al Festival Phot’Aix edizione 2021, con il progetto Les Inconnues (omaggio ad Anna e Constance).



    Il festival è patrocinato dal Comune di Aix en Provence, ed organizzato dai soci della Galleria Fontaine Obscure.
    Nell’ambito della rassegna, Regarde croisés: le opere di 5 autori della nazione selezionata, saranno invitati al festival per dialogare con altrettanti fotografi francesi. L’edizione 2021 è dedicata all’italia e gli autori scelti sono:


    Alessandra Calò, Fabio Mantovani, Francesca Catastini, Stéphanie Gengotti, Mario Lasalandra.
    Dal 7 ottobre al 31 dicembre 2021 presso la Galleria Civica Emile Zola di Aix en Provence, France.

    L’inizio del 2020 non ha dato alcun preavviso che solo poche settimane dopo, le nostre vite e la nostra routine quotidiana sarebbero cambiate radicalmente. All’improvviso, uno stop totale: tutti immobili, rinchiusi in casa, isolati, limitati dalle distanze sociali.
    L’idea di contrastare l’isolamento sociale con un libro collettivo, corale, a più mani è stata la risposta di Artphilein Editions per imporre un senso positivo a questo frangente, difficile per molti ed estremamente tragico per altri: le stazioni non di benzina.

    Quindi abbiamo inviato il seguente messaggio a un gruppo di artisti:
    “Il messaggio ripetutamente proclamato dai media ‘dopo la fine dell’emergenza in corso, niente sarà come prima’ è lasciato aperto alla decrittazione: intimidazione, esortazione, annientamento o cosa? Come inevitabile conseguenza della nostra forzata immobilità, nel frattempo il traffico automobilistico e, di conseguenza, i consumi di carburante sono notevolmente diminuiti. Il futuro ci dirà se e cosa cambierà davvero e se l’auto continuerà ad essere un mezzo di locomozione. Proviamo a immaginare che le stazioni di benzina perdano la loro funzione di distributori di carburante: diventano obsolete, un ritrovamento storico, una testimonianza archeologica di un mezzo di trasporto obsoleto”.

    Tutti gli artisti a cui si è rivolto questo messaggio hanno accolto l’invito e inviato l’immagine scelta. Ogni immagine selezionata per questa pubblicazione costituisce un mosaico, il cui legame unificante è dato dalla comune atmosfera di tempo sospeso, di caducità, di dissolvenza.

    Il risultato delle loro risposte, presentate in ordine cronologico, è raccolto in un libro (edito da Artphilein Edition) e in due mostre che apriranno a Lugano il 1 settembre 2020.

    Gli artisti invitati a partecipare al progetto:

    Tonatiuh Ambrosetti, Alessandra Calò, Simone Casetta, Bruno Cattani, Gabriele Chiapparini / Camilla Marrese, Giuseppe Chietera, Marco D’Anna, Aline d’Auria, Matteo Di Giovanni, Délio Jasse, Milo Keller, Anastasia Khoroshilova, Ángel Marcos, Stefan Milosavljevic, Enrico Minasso, Maurizio Montagna, Davide Monteleone, Pino Musi, Igor Ponti, Luca Reffo, Caio Reisewitz, Carolina Sandretto, Laura Santamaria, Domenico Scarano, Fabio Tasca, Andrea Tonellotto, Salvatore Vitale, Jean-Marc Yersin.

    Le opere degli artisti saranno esposte dal 1 settembre al 30 ottobre presso gli spazi espositivi di Choisi, via F. Pelli 13, 6901 Lugano – Switzerland. Il libro sarà esposto presso la limonaia di Villa Saroli, viale Franscini 9, Lugano – Switzerland

    Particolare dell’opera realizzata da Alessandra Calò: Viale Regina Margherita, 15 ( 2020, stampa ink jet su plexiglass, cm 30×40)

    testo:

    In questo mio piccolo omaggio a Ed Ruscha ho cercato di riappropriarmi dell’immagine fotografica partendo dal suo interno. La natura che avanza ne abita lo spazio, divenendo simbolo di ciò che sta succedendo nel mondo in questo momento. Una vita si cela nell’apparente forma inerte, che riesce ad essere visibile solo attraverso la radiografia dell’oggetto. L’immagine si carica così di un nuovo significato: inatteso, isperato. Un nuovo oggetto prende vita abitando le forme del precedente. Il processo di trasformazione è in atto. A tutti noi di scrivere questa nuova storia.

    Alessandra Calò

    Una bellissima collaborazione, nata quasi per caso, produce uno dei primi oggetti da collezionare del 2021: trattasi di #0 Issue – Dispaccio, ovvero un esperimento editoriale firmato Riccardo D’Ercole, direttore di Nea_Magazine.  Il progetto si occupa di arti, linguaggi e pensiero ed ha come obiettivo la riscoperta dell’intimo legame tra fotografia e scrittura.  Dal 2018 Nea_ prova a instaurare un dibattito culturale profondo collaborando con molti tra artisti e fotografi (esordienti e non) provenienti da tutto il mondo.


    Un dossier d’altri tempi si nasconde all’interno di una carpetta legata a mano. Graffette tengono insieme storie di parole e di immagini, segrete lettere e fotografie appartenute a mondi lontani…


    Più che ritenerlo un magazine, è sicuramente da definirsi oggetto da collezione: tipografato a mano con una macchina da scrivere Olivetti ET Personal 510 II, lasciamo che sia l’ideatore a parlarcene:
    Pensiamo che i lettori contemporanei abbiano bisogno di toccare con mano e di svincolarsi dall’esercizio passivo di “sfogliare una rivista” – senza nulla togliere alle riviste classiche. La sfida che ci poniamo è quella di costruire un’esperienza che permetta al lettore di attraversare uno scenario che superi il tempo. Da noi il concetto di tipografia è un concetto molto ampio, che si presta a diverse interpretazioni, a ragionamenti avulsi da ragioni puramente commerciali. Per questo motivo anche i numeri successivi muteranno i formati seguendo una logica di riappropriazione tipografica che si innesti profondamente nel legame fra contenuto e supporto.
    (R. D’Ercole)

    Partendo da un’immagine anonima, abbiamo cercato di immaginare e ricostruirne la storia:  nasce cosi Edoardo, (che in battaglia fu Futuro).

    >> Se vuoi leggere la storia di Edoardo, clicca qui

     

     

    KOCHAN vince ERRANTE di Riaperture Festival

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Kochan vince il Primo Premio della categoria Scatto Singolo per il Festival Riaperture, decisione presa dalla Giuria composta da: Fausto Podavini (fotografo vincitore World Press Photo), Lina Pallotta (fotografa e docente), Giacomo Brini (fotografo e presidente dell’APS Riaperture). 

    Il tema della quarta edizione del festival e del concorso è ‘Errante’ e obbliga a confrontarsi con una parola dal significato profondo e importate, attuale, concreto e dai tratti quasi mistici: perdersi, cercare, trovarsi, porsi obiettivi, raggiungerli dopo lunghe peregrinazioni.  Vuole sfidare sé stesso, portandoci ad errare verso un percorso fotografico complesso, mai definitivo, ma che possiede, nell’andare apparentemente senza un tracciato predeterminato, verso un obiettivo che è indagare e scoprire. Indagare e scoprire i luoghi e le storie, le realtà e le immaginazioni, le persone e gli edifici, le domande e le risposte, le illusioni e le certezze.

    Errare è andare verso, ma anche sbagliare in questo percorrere verso, è un errore che ti fa cambiare strada o strategia, ma difficilmente approdo finale nella complessità della convinzione. Il festival vorrà essere tutto questo, andare fino all’obiettivo, attraversare mondi e idee, credenze e passioni, malattie e dipendenze, fughe e viaggi, casualità e pianificazione, andare e sbagliare, in un dedalo di possibilità, vie, immagini e spazi.

    La quarta edizione del Festival Riaperture ci aspetta dal 25 al 27 settembre e dal 2 al 4 ottbre 2020: in programma mostre, workshop, letture portfolio, incontri e tanto altro. Ferrara aprirà alla fotografia luoghi nascosti, dimenticati, segreti. Per finire dietro casa, in giro per il mondo, per perdersi dentro e fuori di sé.

    Per saperne di piu sul Festival : www.riaperture.com

     

    KOCHAN per SPIEGAMELO! Festival

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Spiegamelo! Festival è un progetto che Daniela Ravanetti e Federico Vergari hanno pensato insieme all’associazione Salso Coworking. Lo ha sposato e lo sostiene la città di Salsomaggiore Terme che lo ha inserito nella proposta del festival diffuso Acque@chePassione. Entrambi i progetti sono in programma per Parma Capitale Italiana della Cultura.

    Spiegamelo! è il festival della divulgazione che si svolgerà a Salsomaggiore Terme dal 24 al 27 settembre 2020. Iscrivendosi alla newsletter, in attesa che arrivi settembre, riceverete: 7 buone notizie, 1 libro, 1 pillola di psicologia e 1 sguardo sull’altrove curato da Luana Rigolli.

    Questa settimana KOCHAN è protagonista della rubrica LO SGUARDO ATROVE

    Info&More: www.spiegamelo.it

     

    La galleria di fotografia contemporanea VisionQuesT (Genova), propone IMAGES & VOICES: uno strumento per raccontare dalla vivavoce degli artisti rappresentati le proprie ricerche e progetti fotografici.
    Alessandra Calò presenta KOCHAN, raccontando la sua genesi, la tematica affrontata attraverso simbologie legate al viaggio, l’utilizzo dei materiali d’archivio della NYPL (New York Public Library), l’omaggio al tormentato Yukio Mishima…

    Copyright © VisionQuesT 4rosso 2020 – All rights reserved

     


    Info:
    VisionQuesT 4rosso contemporary photography
    Piazza Invrea 4r
    16123 Genova – Italy
    +39 010 2464203 – 335 6195394
    dal martedì al sabato dalle 15:00 alle 19:00 e su appuntamento 
    www.visionquest.it  – info@visionquest.it

    Il portale EVENTI A CASA TUA, curato da Comude di Reggio Emilia, propone uno speciale sulla Giornata Internazionale contro l’omotransfobia, in collabroazione con l’Assessorato alle Pari Opportunità e l’arci alla
    Partecipa anche Secret Garden, con un focus su Akiko – nata dalla collaborazione con l’autrice Rossella Bianchi – presidente di Princesa, l’associazione voluta da Don Gallo a sostegno delle persone transgender di Via del Campo (GE).
    Le parole di Rossella e di Akiko ci fanno comprendere come sia importante oggi abbattere il muro della discriminazione e del pregiudizio a favore della pari dignità per tutti gli essere umani.

    Una delle prime autrici coinvolte nel progetto è stata Rossella Bianchi con la quale, nel novembre 2015, ho realizzato l’opera a cui lei ha dato il nome di Akiko. Rossella l’ho scelta per il suo coraggio e la sua storia, fatta di battaglie pur di per vivere la propria identità.

    Scappata dalle campagne di Lucca e da una serie di avventure giovanili, arriva nel ghetto di Genova negli anni 70. Qui le trans sopravvivevano prostituendosi e le lanterne rosse davanti le loro case indicavano i loro “negozi”. Si vendeva la vita e Rossella – per mezzo secolo – decide che quella è la sua strada. Da quelle parti identità è sinonimo di reato e quotidianamente ci si scontra con violenza, pregiudizio ed emarginazione. Carcere, sanatorio (dove vede morire le sue amiche) non la spezzano: Rossella dichiara di sentirsi fortunata e libera perché nella sua vita ha scelto la verità ed ha scelto di essere.
    Un’ incontro le cambia radicalmente la vita e lo descrive lei stessa cosi:
    «Nel 2007 incontro Don Andrea Gallo. Le sue parole me le ricordo ancora – ragazze, voi non dovete rendere conto a nessuno, solo al vostro cuore. Cercate dio in voi stessi perché dio è lì –
    Lui aveva la capacità di guardare oltre. Il suo messaggio di inclusione e speranza era rivoluzionario e grazie a lui ho iniziato a rendermi conto che avevo ancora dei valori. Insieme alle trans del ghetto costituimmo l’associazione Princesas, dove io ero presidente. Anche se l’associazione non c’è più, la mia vita ha preso un’ altra direzione: sono diventata scrittrice, ho pubblicato due libri autobiografici (In Via del Campo nascono i fiori, 2014; Angeli con le ali bagnate, 2016) ed uno su Don Gallo (L’amico degli ultimi. Don Gallo visto dalle Princesas, 2018), dove racconto il nostro percorso fino a quel senso di terribile vuoto che la sua dipartita ci ha lasciato.

    Il testo scritto per Secret Garden è un inedito tratto dalla bozza del mio penultimo libro. E’ un pensiero intimo, un frammento autobiografico che va ad inserirsi perfettamente nel progetto di Alessandra, dove emerge chiaro un “racconto corale” sulla condizione della donna che si evolve e cambia (forse non abbastanza) dall’Ottocento a oggi.
    Quando ho visto l’opera la prima volta, mi sono emozionata: nell’accostarsi a queste immagini si può sbirciare dentro all’intimità di queste donne, leggere frammenti di un’esistenza di gioie e dolori, solitudine, sogni. Si possono seguire i fili individuali intrecciati a un percorso collettivo verso una maggiore libertà ed emancipazione. Oggi è il 17 maggio. Oggi questa libertà la sento meno distante. Domani, diventerà più vicina.»

     

    Dal 14 al 20 maggio, il portale ‘Eventi a casa tua’, col titolo “Tutte, Tutti, Tutt*” ospiterà una serie di contributi culturali di alto livello sul tema delle diverse identità e della molteplicità degli sguardi; attraverso i diversi linguaggi espressivi, dal teatro alla musica, dalla fotografia alla poesia, dalla letteratura all’architettura, si esploreranno i temi legati all’identità di genere e degli orientamenti sessuali grazie ai contributi messi a disposizione da artisti e artiste. All’interno del portale verrà pubblicata una selezione di cortometraggi a tema proiettati nelle precedenti edizioni del Reggio Film Festival, che per l’edizione 2020 prevede una menzione speciale dedicata al tema dell’identità di genere.

    Tra gli appuntamenti il contributo cinematografico realizzato da Alberto Nicolini, presidente di Arcigay dal 2016, sul film Che mi dici di Willy? (diretto da Norman René nel 1990), prima pellicola statunitense distribuita su scala nazionale ad affrontare il tema dell’Aids. Lucky Dance, il contributo del Gruppo Migranti Arcigay Reggio Emilia racconta, attraverso la danza, cosa significa essere omosessuale in Nigeria e il grande valore della libertà conquistata in Italia. Il corto L’amore rivelato ideato da Maria Rosaria Malapena con la regia di William Mussini, è un invito ad accogliere la sessualità delle persone con disabilità. Diversi i contributi sul tema della famiglie arcobaleno, raccontati da Giuseppina La Delfa, tra le fondatrici dell’Associazione Famiglie Arcobaleno. L’artista visiva Alessandra Calò prende parte all’iniziativa con la narrazione del suo progetto Secret Garden. Una delle prime autrici coinvolte è stata Rossella Bianchi, scrittrice transessuale che ancora oggi lavora nel ghetto dei vicoli genovesi del quartiere di Pre’.

    “Alla Fine dei Conti | riflessioni sulla via e sulla morte” è una rassegna annuale che si svolge presso la Casa del Mantegna, a Mantova, ed è ideata e curata da Elena Alfonsi, studiosa di Storia della Critica d’Arte, Tanatologia Culturale e Death Education.

    Tra i progetti ospitati e presentati nell’edizione 2020 doveva esserci anche Secret Garden (la rassegna è stata annullata causa COVID-19)
    Qui di seguito, riportiamo un approfondimento voluto da Elena Alfonsi e pubblicato sul sito della rassegna:

    «Il lavoro che svolgo con l’utilizzo della Fotografia, anche in ambito tanatologico in funzione della diffusione della Death Education in Italia (basandomi principalmente sugli studi svolti dalla Professoressa Ines Testoni ideatrice e direttrice del Master Death Studies & the End of Life, dell’Università degli Studi di Padova – Dip. FISPPA), mi spinge alla ricerca di opere singole o progetti che mi offrano ulteriori sviluppi di approfondimento. Sia per lo studio della Storia della Critica d’Arte che per quello della Tanatologia, una materia multidisciplinare vastissima, cerco di cogliere lo straordinario contenuto di approcci teorici all’Arte che propongano risposte implicite: un insieme di assunti di base distintivi sulla natura umana.

    Secret Garden può essere considerato uno di questi approcci teorici, sviluppato da Alessandra Calò con competenza e sensibilità.

    In molti modi ogni persona è come tutte le altre, ma in molti modi ogni persona è diversa da tutte le altre. Ogni individuo ha un insieme proprio di caratteristiche che lo rendono assolutamente unico. Il Progetto Secret Garden, attraverso la sinergia tra la Fotografa Alessandra Calò e le autrici dei testi, ha creato una teoria di nuove attribuzioni fantastiche nelle quali le differenze individuali afferiscono tutte al concetto di personalità.

    Ogni autrice ha potuto liberare la fantasia e le emozioni per attribuire alle donne rappresentate nelle lastre un nuovo nome, una nuova identità, ma soprattutto, un’insieme caratterizzante di pensiero e di comportamento definendo, di ciascuna, quello stile assolutamente personale con cui la protagonista reagisce all’ambiente in cui vive, che frequenta, dal quale è ospitata, nel quale si proietta.

    L’ immagine, importante non solo per l’esito ma per il processo che l’ha generata, ricrea per ogni Donna il perfetto equilibrio di un luogo silenzioso: il Secret Garden.»

    Secret Garden rappresenta il paesaggio interiore che si nasconde a prima vista ma che può essere scoperto da chi è capace di guardare oltre l’apparenza. E’ una installazione itinerante, un’opera dove fotografia, botanica e letteratura si uniscono.

    Differenti per provenienza, formazione, espressione artistica, le autrici si distinguono nei campi della letteratura, musica, poesia, impegno politico e sociale, rendendo ogni racconto un diario personale estremamente attuale.
    Tra le autrici invitate, noti nomi della musica italiana (Maria Antonietta, Angela Baraldi, Mara Redeghieri, Rachele Bastreghi); del cinema e teatro internazionale (Silvia Calderoni, Mariana Rondon, Marta Cuscunà, Cecilia Dazzi, Marcia Tambutti Alliende); della letteratura contemporanea (Laura Pugno, Silvia Salvagnini, Francesca Genti, Antonella Ossorio, Daniela Brogi, Alessandra Sarchi).

    Mentre l’autrice compone il testo, l’artista rielabora il ritratto scelto attraverso la creazione di un erbario tridimensionale che si pospone alla lastra creando visivamente una immagine inedita che si rinnova ogni volta che l’occhio umano la percepisce. Antichi ritratti di donne arrivate a noi senza ulteriori dettagli relativi alle personali vicende biografiche ci fanno viaggiare su un doppio binario fatto di tempo reale e immaginazione, facendo decadere l’esigenza di una lettura chiara e fedele ancorata all’immagine.

    Nell’accostarsi all’opera, lo spettatore potrà sbirciare dentro l’intimità di queste donne, potrà leggere frammenti di un’esistenza, seguire i fili individuali intrecciati a un percorso collettivo verso una maggiore libertà ed emancipazione.
    A completamento dell’opera, nel 2018 è stato prodotto un libro da Danilo Montanari Editore (Ravenna).

    https://www.danilomontanari.com/wordpress/libro/secret-garden/

    Il Volume contiene una selezione di 23 immagini e racconti. La struttura del libro (quartini rovesci con alternanza di carte pregiate) rispecchia l’opera installativa, dando risalto a sovrapposizioni e visioni arboree.

    l libro è stato stampato in 100 copie in lingua italiana e 100 in lingua inglese ed una limited edition con scatola in legno e lastra negativa originale.

    In previsione di nuove esposizioni, entro il 2021, il Progetto Secret Garden si arricchirà di nuove collaborazioni e di una nuova edizione del libro sempre curata da Danilo Montanari.

    Tra i nuovi contributi Maria, nata dalla collaborazione al Progetto di Elena Alfonsi, che sceglie questa antica lastra per dar voce a riflessioni intime e ricordi lontani….

     

    Elena Alfonsi è studiosa di Storia della Critica d’Arte, Tanatologia Culturale e Death Education. Laureata in Storia della Critica d’Arte all’Università degli Studi di Padova scrive dal 1992 come Critica d’Arte. Abita a Mantova ed è Critica d’Arte indipendente diplomata in Tanatologia Culturale al Master Death Studies & the End of Life – Dipartimento FISPPA dell’Università degli Studi di Padova. Si occupa di arte, cultura e Death Education attraverso la pittura, la scultura, la fotografia, la letteratura, la poesia.

    E’ ideatrice di progetti didattico–culturali, di progetti di responsabilità etica a sostegno della cultura, di laboratori didattico formativi per un corretto approccio all’arte. Dal 2017 organizza a Mantova, nella prestigiosa sede della Casa del Mantegna, una Rassegna di Cultura intitolata Alla fine dei conti. Riflessioni sulla vita e sulla morte. Dal 2018 promuove il Progetto “La morte nell’Arte. La cultura veicolo di sviluppo”.
    Dall’A. A. 2019/2020 è Docente Esterna di Storia dell’Arte e Storia della Critica d’Arte alla Accademia Internazionale dell’Intaglio a Bulino e Belle Arti di Bruno Cerboni Bajardi a Urbino.

    info & more:

    www.allafinedeiconti.it

     

    #acasatuttibene la rubrica di Espoarte

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    #acasatuttibene è il un nuovo progetto editoriale del magazine Espoarte, in collaborazione con Arteam e Vanilla Edizioni.
    A partire dal 3 aprile alle ore 12.00 sul portale di Espoarte verranno pubblicati quotidianamente le riflessioni di una serie di artisti invitati alla partecipazione, tra cui anche Alessandra Calò.

    La pubblicazione è datata 10 maggio ed è a cura di Livia Savorelli.

    La redazione Espoarte ha istituito questa rubrica per dar voce agli artisti e creare una sorta di diario corale in un momento, come quello che stiamo vivendo, che ha messo in discussione le certezze legate al mondo dell’arte.

    Dare la parola agli artisti, da sempre interpreti del nostro tempo, significa soprattutto continuare ad attribuire un giusto valore e un senso rinnovato al nostro discorso attorno ai linguaggi dell’arte, scambiare idee, pensieri e suggerimenti, non necessariamente legati alla situazione contingente della diffusione del COVID-19.
    Il progetto editoriale – basato su una call ad invito – si sviluppa su due livelli: il primo, la pubblicazione sul portale Espoarte dell’insieme dei contributi di pensiero ricevuti dagli artisti, invitati a diventare parte di una narrazione collettiva in un momento così drammatico della nostra esistenza; il secondo, l’invito agli stessi a dar vita ad una pagina (una piccola opera, un disegno o uno schizzo, una fotografia, una grafica, un pensiero tradotto in testo o anche un racconto breve) che contribuirà a creare un diario d’artista corale, testimonianza delle riflessioni generate dalla quarantena e dall’isolamento sociale di questi mesi, che diventerà un libro pubblicato dall’editore Vanillaedizioni.


    Il volume ha inoltre l’obiettivo di dare un contributo attivo all’editoria d’arte, mondo a cui appartiene l’associazione Arteam e l’editore Vanillaedizioni, in un momento in cui le condizioni dell’editoria, già di per sé piuttosto difficili, potrebbero complicarsi ulteriormente.

     








     

    collaborazione con DIARIO DI PASSO

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    In questo periodo ho avuto il piacere di collaborare con Diario di passo, il blog di Franca Mancinelli, dedicato alla poesia, alla letteratura e tutto ciò che concerne il lavoro di ricerca di questa giovane autrice.

    Franca Mancinelli è nata nel 1981 a Fano dove vive. Ha pubblicato un libro di poesie, Mala kruna (Manni, 2007; premio opera prima “L’Aquila” e “Giuseppe Giusti”); Pasta madre (2013), Libretto di transito (2018), uscito nello stesso anno con traduzione inglese di John Taylor, con il titolo The Little Book of Passage. È inclusa in diverse antologie, tra cui Il miele del silenzio. Antologia della giovane poesia italiana, a cura di Giancarlo Pontiggia (interlinea, 2009), La generazione entrante. Poeti nati negli anni Ottanta (Ladolfi editore, 2011) e Nuovi poeti italiani 6, a cura di Giovanna Rosadini (Einaudi, 2012).
    Collabora con riviste e periodici letterari tra cui «Poesia».


    16 Marzo 2020

    Le immagini, sono state create per la pubblicazione dell’intervista di Sofia Fiorini per la sua tesi di laurea magistrale in Sociolinguistica: «La lingua della poesia italiana contemporanea. Uno studio sperimentale tra lingua e linguaggio» (relatrice prof.ssa Enkelejda Shkreli, Università di Bologna, 2019).
    Per la creazione di queste immagini, mi sono fissata come parole chiave: lingua-parola, poetica femminile, memoria.


    27 Aprile 2020

    Per questa pubblicazione riguarda la trascrizione di un incontro all’interno della rassegna MediumPoesia, attualmente pubblicato su Poesia e contemporaneo. A dialogo con i poeti contemporanei, vol. 1 (LampioniAerei, Milano 2019).

    Per la realizzazione di queste immagini, mi sono affidata alle parole di Tommaso di Dio, Franca Mancinelli, Giuseppe Nibali protagonisti di questo incontro.


    Per leggere i testi integrali e fare ulteriori ricerche inerenti al tema letterario:
    DIARIO DI PASSO
    di Franca Mancinelli

    TOMMASO DI DIO
    GIUSEPPE NIBALI

     

    Kochan | finalista Aperture Festival

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Riaperture  è il festival di fotografia della città di Ferrara che promuove la fotografia in spazi urbani trasformati o in trasformazione. 
    Giunto alla sua IV edizione con il tema Errante, Riaperture propone una ricca programmazione fatta di mostre, workshop, letture portfolio, incontri con autori ed un concorso per singola opera o progetto fotografico.
    La giuria, composta da Fausto Podavini (vincitore World Press Photo), Lina Pallotta (fotografa e docente), Giacomo Brini (fotografo e presidente Riaperture PhotoFestival Ferrara) ha seleziona KOCHAN nella sezione scatto singolo.


    Errante è colui che migra, verso una stella polare, presagio del miglioramento delle condizioni di vita; errante è un pezzo di plastica abbandonato in mare, gemello di altrettanti scarti vagabondi dell’oceano, uniti quasi come fossero continenti; errante è un adolescente che studia e cresce tra sogni e realtà; errante è una ragazza che diventa donna, poi madre, moglie e nonna; errante è colui che precipita nelle dipendenze e per poi redimersi, uscirne; errante è una città che muta continuamente facendosi organismo in evoluzione; erranti sono i percorsi bui attraversati nei vortici della malattia. Errare è andare verso, ma anche sbagliare in questo percorrere verso, è un errore che ti fa cambiare strada o strategia, ma difficilmente approdo finale nella complessità della convinzione.

     
    AGGIORNAMENTI COVID 19

    In ottemperanza alle disposizioni del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri il Festival sarà postecipato alle date: 12,13,14 e 19,20,21 giugno 2020

    Info:

    RIAPERTURE A.P.S.
    Via Ortigara 13
    44121 Ferrara IT
    +39 320 015 2974

     

    Dal 1 marzo 2020 Kochan – progetto artistico di Alessandra Calò – sarà esposto presso il Battistero di Velate (Varese) per inaugurare la stagione artistica di questo luogo sacro, da anni ormai consacrato all’arte, sotto la direzione artistica di Carla Tocchetti. “Kochan. Cartografia di una identità femminile” promosso da Carla Tocchetti e Clelia Belgrado di VisionQuesT Contemporary Photogaphy, racconta un viaggio autobiografico di ricerca interiore realizzato attraverso doppie esposizioni fotografiche con mappe geografiche d’archivio della New York Public Library.

     

    “Attraverso il lavoro di questa talentuosa fotografa emiliana vogliamo celebrare, nel mese dedicato alla Donna, l’intensità e la delicatezza con cui ogni donna si afferma in modo unico e particolare. Al di là dei generi e delle etichette, è la personalità che conta: nel caso delle Donne, però, dobbiamo lottare ancora con i tanti stereotipi femminili che la società ogni giorno ci presenta”, afferma Carla Tocchetti, presidente dell’ Associazione Beautiful Varese, organizzatrice della programmazione nell’oratorio seicentesco. “Attraverso l’autoscatto, l’Artista non punta il suo sguardo altrove ma si concentra sul ruolo da attribuire al proprio corpo, paragonandolo ad un territorio da esplorare. La ricerca di se stessi è un viaggio che si compie senza precise coordinate, in un territorio a volte sconosciuto, che cerca e trova spazio, rivendicando la possibilità di un modo diverso e consapevole di stare al mondo”, commenta la co-curatrice Clelia Belgrado.

    Il progetto Kochan di Alessandra Calò è stato selezionato e presentato in anteprima per Circulation(s) Festival de la jeune photographie européenne a Parigi, dove ha vinto il Tribew Prix (premio editoriale) e il Prix Photo Masterclass, attribuiti da una autorevole giuria internazionale composta da Marta Gili, Flore, Cécile Schall, Eric Karsenty, Brigitte Patient e Sylvie Hugues; la collezione inoltre è stata esposta all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, presso il Palacio de Abrantes, nell’ambito della XIV Giornata del Contemporaneo 2018 con la collaborazione di AMACI Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani; alla Galerie du Forum di Ginevra nella collettiva La Fabrique du Monde.
    A Varese la mostra è patrocinata dal Comune di Varese e dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto.

    AGGIORNAMENTI COVID 19
    In ottemperanza alle disposizioni del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato sabato 7 marzo circa la sospensione delle manifestazione straordinarie e il divieto di assembramento di persone per contrastare la diffusione del coronavirus….
 l’allestimento di KOCHAN | Cartografia di una identità femminile 
sarà visitabile al pubblico solo su  appuntamento, o collegandosi on line sui canali social.

    Info:
    Carla Tocchetti
    +39 335 6746497
    battisterodivelate@gmail.com

    Secret Garden su Leggendaria

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Leggendaria. Libri Letture Linguaggi è una testata autonoma e indipendente nata nel gennaio 1997 e distribuita in libreria e per abbonamento. La rivista si colloca nell’ambito degli strumenti del pensiero critico, assumendo il sapere e l’esperienza delle donne come punto di vista collocato e privilegiato per la critica del presente: ha un approccio multidisciplinare e multiculturale rivolto a donne e uomini, ed è particolarmente attenta alla trasmissione generazionale.

    Nel primo numero del 2020, pubblica l’ articolo di Giuliana Misserville – “Il segreto del tempo” – dedicato al progetto editoriale Secret Garden

    (2018, Danilo Montanari Editore).

    «Nel mondo della scrittura i ritorni sono un tempo fondamentale, immobile. E’ possibile parlare di un mondo che non esiste? Si può, se si riesce a evocarne l’esistenza. Il gioco appare gratuito, ma ha origine nella realtà … Trama vegetale e trama biografica si mischiano cosi in un lavoro che fa della sovrapposizione il suo leitmotiv e la sua suggestione profonda.»

    Leggendaria:
    Ideata e diretta da Anna Maria Crispino, è prodotta da un piccolo nucleo redazionale (Lucina Di Mauro, Monica Luongo, Silvia Neonato, Matilde Passa, Giovanna Pezzuoli, Bia Sarasini, Nadia Tarantini, Maria Vittoria Vittori) che si avvale di un ampio giro di collaborazioni qualificate, di studiose e appassionate, giornaliste e scrittrici, senza escludere le firme maschili.

    info: https://www.leggendaria.it/

    OfficinARS

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    L’Associazione Villa Sistemi Reggiana presenta, dal 23 novembre al 21 dicembre 2019, presso la sede di Sistemi Reggio Emilia (via Montagnani Marelli 18, Gavassa), “OfficinARS – Tra Naufragi e Voli”, esposizione collettiva con opere di Alessandra Calò, Giacomo Modolo, Silvia Paci, Ersilia Sarrecchia, Angela Viola, vincitori dell’omonimo concorso.

    La mostra “OfficinARS – Tra Naufragi e Voli” è l’esito di un concorso ad accesso gratuito al quale hanno partecipato artisti di età compresa tra i 20 e i 45 anni. Una giuria professionale, composta da Francesca Baboni (critico d’arte, curatrice), Daniele De Luigi (curatore di fotografia e arte contemporanea) e Francesco Criscuolo (Villa Sistemi Reggiana), ha selezionato i cinque vincitori, le cui opere saranno inserite nel catalogo annuale di Villa Sistemi Reggiana, pubblicato per la prima volta da Vanillaedizioni.


    Kochan è una riflessione personale sul concetto di identità di genere.
    Ho voluto paragonare l’essere ad un territorio da esplorare, ed immaginare il viaggio che ognuno di noi compie – senza precise coordinate – per cercare le ragioni dell’esistenza. Per realizzare questo progetto ho utilizzato i materiali d’archivio della NYPL The New York Public Library. Le antiche mappe si fondono con i corpi creando cortocircuiti identitari e ridisegnando confini, spesso immaginari.
    Ho dedicato il mio progetto fotografico a Kochan, giovane protagonista dell’opera letteraria Confessioni di una maschera di Yukio Mishima, che nel 1948 scrisse questo romanzo (drammaticamente autobiografico) sotto forma di diario.

    «La scelta delle opere – spiegano i giurati – non è stata semplice poiché la qualità era veramente elevata. Abbiamo cercato di diversificare gli ambiti pur mantenendo degli elementi di raccordo legati anche all’interpretazione della tematica che spazia dall’infinito leopardiano ai voli pindarici. Abbiamo scelto pittori come Silvia Paci che gioca con l’ambiguità di una fantasia che può diventare inquietante, Giacomo Modolo che ha trattato il tema legandolo ai frammenti di memoria collettiva in riferimento al dato naturale ed Ersilia Sarrecchia che con un segno nitido e tagliente racconta le molteplici sfaccettature del femminile. Per quanto riguarda la fotografia e l’installazione, ben si legano insieme il lavoro di Alessandra Calò con un corpo che diventa una mappa da scoprire e l’identità familiare controversa di Angela Viola, che si muove su pesi esistenziali e legami difficili».

    L’inaugurazione si terrà sabato 23 novembre alle ore 17.00.

    Il progetto è realizzato con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia e la collaborazione del Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi (LU); media partner Espoarte. La sede di Sistemi Reggio Emilia è accessibile da lunedì a venerdì con orario 9.00-18.00. Ingresso libero.

     

     

     
     
     
     

    Nea_Magazine (critica del circostante)

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Nea_ è una rivista che si occupa di arti, linguaggi e pensiero.
    Dal 2018 critica del circostante a cura di Riccardo D’ercole, che dichiara: «Il contesto di Nea è quello dei social media, delle piattaforme di condivisione infinita che spezzettano la percezione dei concetti alterandone il senso ultimo e profondo […] Non abbiamo intenzione di essere un sito di recensioni. Noi non recensiamo. Ed è questa la ragione per cui abbiamo rifiutato di parlare di temi trendy dell’ultimo periodo. Non vogliamo cavalcare nessuna onda, bensì costruire un percorso speculativo intorno alle arti paziente e ragionato. Nea è un angolo paziente che rimane fermo nello scorrere rapido di topics che hanno una breve durata nel tempo e che dopo un picco di interesse cadono nel dimenticatoio»

    Nea_ magazine presenta F U T U R O, frutto della visione di Riccardo D’ercole in collaborazione con l’artista Alessandra Calò

     

     
     

     

    ©Riccardo D’ercole

    info: www.neamagazine.it

    REPLICA è l’archivio italiano del libro d’artista.

    Il 20 ottobre presso la sede di Villa Vertua Masolo, REPLICA apre le porte al pubblico, ufficializzando la sua costituzione.

    Il progetto – ideato da Lisa Andreani, Martina De Rosa e Simona Squadrito – si pone come obiettivo divulgazione sensibilizzazione e avvicinamento al libro d’artista, con l’intento di approfondire questo linguaggio attraverso la creazione di un archivio contemporaneo e una constante attività espositiva a cui collegare giornate di studio e conferenze sul tema.

    Il libro Secret Garden è stato selezionato e farà parte dei libri conservati come documento d’arte contemporanea e sarà esposto durante le giornate inaugurali di REPLICA.

    I libri attualmente selezionati per l’archivio, sono opere dei seguenti artisti :
    
Marta Allegri e Graziella Giacobbe, ALMARE, Daniela Ardiri, Franco Ariaudo, Marzia Avallone, Pietro Ballero,Banane Fanzine, Susanna Baumgartner, Paola Bernardi, Thomas Berra, Davide Bertocchi, Nicola Bertoglio, Giulia Bersani, Bruno Biffi, Silvia Bigi, Matteo Binci,Dario Bitto, Saverio Bonato, Pietro Bologna, Thomas Braida, Maurizio Buongiovanni, Calembour, Alessandra Calò, Calori Maillard, Case Sparse, Guglielmo Castelli, Roberto Casti, Lia Cecchin, Giorgio Cellini,Francesca Cerfeda, Melany Cibrario Ruscat, Collettivo Borderlight, Luca Concetti, Filippo Cristini, Giulia Currà – Trasclochi Emotivi, Simona Da Pozzo, Elena Danelli, Maria Antonietta D’Amora, Matteo De Nando e Giulia Papetti, Carla Della Beffa, Louis De Belle, Claudia Di Franesco, Irene Fenara, Mattia Ferretti, Flexin Flexin, Francesco Fossati, fivezerotwo twozeroone, Furlani-Gobbi, Matteo Gatti, Genda, Nicoletta Grillo, Elia Gobbi, Alicia Iglesias, Sebastiano Impellizzeri, Fresh White,Nicolas Magnant, Nicola Melinelli, MELMA, Alberto Messina, Meta, Caterina Morigi, Nicolò Moronato, Ignazio Mortellaro, Francesco Nava, Matteo Nuti, Tiziana La Melia, Dermis Leon, Giorgia Lo Faso, Eleonora Luccarini, Eleonora Luccarini e Sathyan Rizzo, Silvia Pasquetto, Anna Elena Paraboschi, Simona Pavan, Francesco Pedraglio, Chiara Pergola, Federica A. Peyrolo, Ettore Pinelli, Gianandrea Poletta, Postmedia books, Francesco Pozzato, Riccardo Previdi, Elena Radice, Jessica Raimondi,Fabio Ranzolin, Leonardo Ruvolo, Alessandro Savelli, Patrizia Emma Scialpi, Giuseppe Schenone, Marco Schiavone, Marco Schiavone e Ottavia Plazza, Davide Sgambaro,Vincenzo Simone, Ivana Spinelli, Luca Staccioli, Studio Natale,g. olmo stuppia, Valentina Taetti, Takecare collective, Enrico Tealdi, Daria Tommasi, Tomas c. Toht e Sylwana Zybura, Jacopo Valentini, Valerio Veneruso, Marco Vinicio, Matteo Zoccolo, Vincenzo Zancana.

    Opening 20 ottobre h 17.00


    Villa Vertua Masolo

    Via Giuseppe Garibaldi, 1, 20834 Nova Milanese MB

    orari di apertura al pubblico:
    sab. 15:30/18:30 dom 10:00/12:00, 15:30/18:30

    
progetto patrocinato dal Comune di Nova Milanese e promosso dall’Associazione Casagialla
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    Allestimento realizzato da Furlani-Gobbi e Parasite 2.0

    Secret Garden | Studio Faganel Gorizia

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    opening 11 ottobre ore 18,30 alla presenza dell’artista

    La galleria Studiofaganel presenta Secret Garden di Alessandra Calò, un progetto che mette in relazione fotografia e letteratura.

    Alcune scrittrici contemporanee sono state invitate dall’artista a confrontarsi con una lastra fotografica raffigurante l’immagine di una donna sconosciuta, e a tracciarne un’identità immaginata, attraverso un racconto in prima persona.

    Prende cosi forma una sorta di diario illustrato, unico nel suo genere ed estremamente attuale per la diversa provenienza, formazione, espressione artistica delle autrici. L’immagine, di ognuna di queste donne, delineata nella lastra negativa, trasparente, è arricchita dalle ombre del piccolo giardino retrostante che definisce e fa percepire la reale tridimensionalità della scatola. Secret Garden è la metafora di un paesaggio interiore, un giardino segreto, che si nasconde a prima vista ma che può essere scoperto da chi è capace di andare oltre l’apparenza.
    Il progetto viaggia su un doppio binario temporale, poiché le protagoniste sono donne che arrivano dal passato, ri-immaginate nel presente. Ma attraverso queste esistenze frammentarie intende stimolare una riflessione anche su un percorso futuro, da intraprendere o meglio rimarcare, e che coinvolge tutte le donne, verso una maggiore indipendenza ed emancipazione. 


    A Gorizia presso la galleria studiofaganel sarà esposto per la prima volta un giardino segreto che vede la collaborazione di Alessandra Calò con l’attrice e autrice di teatro Marta Cuscunà. Il giardino di Marta e Alessandra si ispira alla storia di un personaggio realmente vissuto, una donna della resistenza partigiana isontina di nome Ribella Fontanot.


    Secret Garden è diventato anche un libro in edizione limitata, pubblicato da Danilo Montanari Editore, con un testo di introduzione di Erik Kessels, che sarà disponibile presso la galleria.

    Presso studiofaganel sarà disponibile una tiratura limitata di callotipie realizzate a mano dall’artista in esclusiva per l’evento.

    studiofaganel

    Viale XXIV maggio 15/c, 34170 Gorizia

    +39 0481 81186

    studiofaganel.com

    IncontraRE la Fotografia | Alessandra Calò

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    25 settembre incontro con l’autore

    Spazio Fotografia San Zenone continua il ciclo di incontri gratuiti mensili dedicati alla fotografia d’autore. Mercoledi 25 Settembre, sarà presente Alessandra Calò.

    L’incontro si svolgerà presso Spazio Fotografia San Zenone
    Via San Zenone 2/B, Reggio Emilia, Reggio Emilia
    mercoledi 25 settembre – h 20.45

    Obbligatoria la prenotazione

    Info: http://www.fotosuperstudio.it/

    Un palco per giovani talenti.

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    SIFEST Savignano Immagini 2019

    Al via il SIFEST – Festival di fotografia contemporanea a Savignano sul Rubicone – sotto la direzione artistica di Denis Curti.
    Dal 13 al 15 settembre, presso le sale del Consorzio di Bonifica, una videoproiezione curata da Claudio Composti sulle giovani promesse della fotografia italiana.

    Le mostre

    Il fitto calendario che animerà il festival comprende nomi di fotografi di fama nazionale e internazionale come Marco Craig, che conduce alla scoperta della fascinazione verso le icone sportive, Toni Thorimbert con Seduction of Photography, Lady Tarin, in mostra con il suo raffinato punto di vista sulla seduzione legata all’ambito dell’erotismo e della sensualità. Il fotografo Guido Harari presenterà al pubblico il suo intimo reportage sul cantautore Fabrizio De André, mentre Alizia Lottero offrirà uno sguardo sulla sua attrazione verso luoghi naturali in quanto riflesso dell’interiorità e di una soggettiva percezione del mondo. Cesare Cicardini sarà in mostra con la bellezza delle sue ballerine di burlesque, Pier Luigi Gibelli, grande appassionato e uomo sedotto dal fascino dell’immagine porterà al Si Fest una selezione dalla sua collezione fotografica. Melissa Ianniello, vincitrice del Premio Si Fest Portfolio “Lanfranco Colombo” 2018, porterà al festival Wish it was a coming out, il suo progetto che indaga il tabù tra omosessualità e vecchiaia a partire da un’esperienza biografica; Le immagini di autori internazionali come Helmut Newton saranno in esposizione sotto forma di videoproiezioni, insieme a UN palco per giovani talenti a cura di Claudio Composti, curatore e direttore della MC2 Gallery di Milano e fondatore della piattaforma Periscope Photoscouting, che svelerà i nomi dei nuovi autori da tenere d’occhio della fotografia contemporanea: Silvia Bigi, Alessandra Calò, Francesca Catastini, Martina Cirese, Vittoria Gerardi, Nicola Lo Calzo, Michela Palermo, Claudia Petraroli, Marco Tagliafico.

    info:
    www.sifest.it

    13 settembre  –  29 settembre 2019
    Inaugurazione: 13 settembre, ore 18,30

    La Biblioteca Minicelli di Rossano Calabro, in collaborazione con Museo Diocesano e del Codex, della Biblioteca Diocesana Santi Nilo e Bartolomeo, del Comune di Corigliano Rossano e dell’Università della Calabria, intende rendere omaggio al Codex Purpureus Rossanensis organizzando una mostra internazionale di Libri d’Artista denominata CODEX. Il sacro dell’Arte. Omaggio al Codex Purpureus Rossanensis

    Al tempo stesso l’intenzione della Mostra è anche quella di sollecitare gli Artisti ad una riflessione sull’attualità del concetto di sacro nell’Arte, come auspicato da Paolo VI in una sua famosa lettera agli Artisti, a conclusione del Concilio Vaticano II. (1965).
    La mostra si inserisce nel progetto Vedere Parole, che la biblioteca Minnicelli ha avviato nel 2013 con la mostra dei libri d’artista svoltasi nel castello di Amendolara e nel complesso di S. Berardino.
    In occasione della mostra, sarà editato un catalogo da Edizioni Gutemberg.

    L’opera selezionata per la partecipazione alla mostra è Fotoscopia (di Alessandra Calò e Irene Russo): il libro celebra il mistero della vita e il commovente desiderio di proteggerla.


    Gli Artisti invitati a partecipare: Abate Rocco, Agostini Laura, Altobelli Franco, Ambrosino Antonio, Anelli Salvatore, Attianese Michele, Barba Calogero, Bednarska Kamila, Benzoni Claudio, Bonaduce Maria, Boschi Anna, Bucci Rossana, Calò Alessandra, Caporale Antonio, Caravita Lamberto, Carrasco Olenka, Celati Berardo, Chen Li (Cina), Chomicz Malgorzata (Polonia), Cicconi Fabrizio, Corsitto Carmela, Cortese Marisa, Credidio Maria, Crona Karin (Svezia), De Leo Mario, De Mitri Giulio, de Palma Teo, Decembrino Carmen, Diotallevi Marcello, Donnarumma Giovanna, Fedi Fernanda, Flaccavento Franco, Galletti Teresa, Gambatesa Regina, Gianinetti Roberto, Gini Gino, Giuliana Lillo, Ippolito Gennaro, Kelly Jean Marie (Canada) , Kouwenhoven Paula (Olanda), Lagrotteria Massimo, Lange Judith, Liberatore Nicola, Liuzzi Oronzo, Lo Coco Mario, Maggi Ruggero, Magro Francesca, Marra Max, Miliani Alberto, Montagnani Gianremo,  Morgese Giovanni, Mueller-Baji Susanne (Germania), Offergelt Florine (Olanda), Panella Franco, Pangaro Rocco, Patti Enzo, Petrungaro Anna, Pingitore Tarcisio, Prota Giurleo Antonella, Punzina Samantha, Quintini Rosella, Rea Mauro, Rotundo Lucia, Ruggiero Enzo, Saltini Andrea, Sassu Antonio, Savoia Pino, Sergio Gianfranco, Testori Roberto, Tonon Vittorio, Valentino Giuseppe, Zdanski Clarice (Stati Uniti).

    info:
    Palazzo della Cultura – Complesso monumentale di S. Bernardino
    Via S. Bernardino, 87067 Rossano CS

    21 settembre  –  20 ottobre 2019
    Inaugurazione: 21 settembre, ore 18,30

    Il Premio Marco Bastianelli – per il miglior libro fotografico pubblicato in Italia nel corso del 2018 – arriva alla sua XV edizione.
    Osservatorio attento del mondo dell’editoria fotografica, è uno dei premi più ambiti per chi fa libri di fotografia in Italia e per chi vuole farsi conoscere dagli addetti ai lavori.

    Il premio è diviso in due categorie: opera di autore italiano e opera autoprodotta di autore italiano, self-publishing o libro d’artista.
    In questa nuova edizione, dove si premiava il miglior libro pubblicato nel 2018, la giuria era composta da: Chiara Capodici, owner of Leporello. Alessandra Mauro, direttore artistico della Fondazione Forma per la Fotografia di Milano e direttore editoriale della Casa editrice Contrasto. Lina Pallotta, fotografa e docente di fotografia. Daria Scolamacchia, photoeditor. Fabrizio Scrivano, docente universitario di storia e di cultura letteraria, di scrittura e cultura visuale.

    I vincitori sono stati nominati il 31 maggio e sono:

    INDEX G
    autori: Piergiorgio Casotti – Emanuele Brutti
    Fiorenza Pinna book project & design,  Editore Skinnerboox

    La giuria ha apprezzato la coerenza fra la scelta di un argomento concettualmente forte e i linguaggi utilizzati per renderlo visibile. Gli autori hanno saputo raggiungere un equilibrio difficile fra opposti: il bianco e nero e il colore, l’esterno e l’interno, il testo e le immagini. Un design essenziale, tagliente, riesce a restituire la durezza dei confini urbani e razziali, in un progetto che è insieme una indagine su un contesto preciso e una riflessione di portata generale sull’esclusione e sul conflitto sociale.

    Nell’esaminare i libri pervenuti e valutando l’alto livello delle proposte la giuria ha, inoltre, ritenuto di voler segnalare con una menzione speciale:

    SECRET GARDEN
    autore: Alessandra Calò
    Editore Danilo Montanari 

    Attraverso immagini che portano in un luogo indefinito del paesaggio interiore, i ritratti al femminile ci parlano, suggerendo visioni arboree, di temi legati alla condizione femminile ed alla sua evoluzione nel tempo. Un bel libro edito da Danilo Montanari, casa editrice specializzata in libri d’arte a tiratura limitata.

    Il premio assegnato alla sezione opera autoprodotta di autore italiano (self-publishing, libro d’artista) è andato a: Auguri di Daniela Ardiri, güle güle di Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni.

    Il premio Bastianelli intende diffondere la conoscenza del libro fotografico e premiare il lavoro di fotografi ed editori che si sono distinti per l’elevata qualità delle produzioni nell’ambito dell’editoria fotografica.
    Si vuole promuovere il libro fotografico nella sua forma di progetto completo ed innovativo nella fotografia, nella grafica come nella capacità descrittiva della narrazione e nell’estrema libertà di sperimentare forma, struttura, materiali e contenuti che offre il libro d’arte misurandosi con lo spazio compositivo del foglio e dell’immagine.

    La premiazione avrà luogo il 10 giugno a Roma, nella sede dell’associazione Civita, in Piazza Venezia 11.

    Raconte-moi une histoire. La jeune photographie italienne
    è un progetto a cura di Laura Serani per l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
    Una selezione di artisti emergenti in Italia sarà ospitata dal 19 giugno al 27 agosto a Parigi, presso le sale espositive di Rue di Varenne, sede dell’Istituto italiano di Cultura.
    Tra gli artisti selezionati: Alessandra Calo’, Ilaria Crosta, Enrico Di Nardo, Giorgio Di Noto, Francesco Levy, Karim El Maktafi, Michele Palazzi, Michela Palermo e Federica Sasso.

    Raconte-moi une histoire. La jeune photographie italienne.

    L’urgence de raconter et de se raconter, l’art du portrait et du reportage saisi dans son processus et son évolution, un certain regard sur le paysage, l’exploration de nouvelles techniques et l’évocation de la tradition…
    Pour faire le point sur l’actualité et le devenir de la jeune photographie italienne, l’Institut culturel italien accueille neuf artistes (Alessandra Calò, Ilaria Crosta, Enrico Di Nardo, Giorgio Di Noto, Karim El Maktafi, Francesco Levy, Michele Palazzi, Michela Palermo et Federica Sasso) sélectionnés par Laura Serani, commissaire de l’exposition.

    Dix ans après la première et très belle exposition sur la photographie émergente en Italie, ce rendez-vous propose une mise à jour de la variété des langages visuels utilisés par la nouvelle génération.
    Une projection réunissant une large sélection de projets de différents auteurs accompagne l’exposition.                                                                  

    Vernissage mercredi 19 juin à 19h, exposition jusqu’au 27 août

    du lundi au vendredi de 10h à 13h et de 15h à 18h, ainsi qu’en soirée lors des manifestations.

    Istituto Italiano di Cultura di Parigi
    50 rue de Varenne
    75007 Paris

    Sabato 18 maggio alle ore 18,30 la galleria ArteSì inaugura Il silenzio della Luce, mostra personale dell’artista Alessandra Calò, con presentazione di Alessandra Redaelli, curatrice e critica d’arte.
    Giovane artista tra le più interessanti del panorama italiano, Alessandra Calò porta alla galleria Artesì una mostra in cui i suoi tre progetti più recenti si ricollegano uno all’altro in un unico racconto intorno alla ricerca dell’identità e al recupero delle memorie del passato.

    «Alessandra parla di donne perché, da donna, ne sa, e siccome ne sa ha ben chiaro come una ricerca intorno all’identità, al passato e alla storia sia tanto più interessante se condotta su figure femminili, perché la Storia – quella con la “s” maiuscola – di ruoli nel passato alla donna ne ha concessi pochi, e così le storie delle donne sono rimaste per lo più sepolte, riservate ai racconti verbali e ai diari, piccole vicende spesso eroiche, qualche volta nemmeno narrate, perché non parlavano di scoperte scientifiche che avrebbero cambiato il mondo né di guerre, ma parlavano – per l’appunto – di quelle cose che accadono dentro e che spesso, proprio da dentro, hanno il potere di modificare i destini.»

    Alessandra Redaelli


    «Partendo dal protagonista del romanzo di Yukio Mishima Confessioni di una maschera (dal cui nome la serie prende il titolo), Alessandra Calò decide qui di indagare su quello che rappresenta per ognuno il cammino alla ricerca della propria identità e sul bagaglio di incertezze, di errori e di dolore che questo cammino comporta.»

    «Ancora profondamente installativa, così, è la serie dal titolo Les inconnues, per la quale l’artista va a scavare fino alle origini della fotografia. Dedicata a Constance Talbot e ad Anna Atkins, pioniere del libro d’artista troppo spesso dimenticate, la serie parte ancora dalla figura femminile d’epoca. Qui, tuttavia, l’artista le lastre le costruisce da sé. E’ un percorso al contrario attraverso il quale mettersi sulle tracce di una tecnica antica e, impadronendosene, darle un sapore unico e squisitamente attuale.»

    Alessandra Redaelli

    info&more:

    Inaugurazione sabato 18 maggio 2019 ore 18,30

    La mostra sarà aperta al pubblico fino al 16 giugno con i seguenti orari:
    10,30-12,30 e 17,30-19,30
    (chiusura settimanale: lunedi mattina, giovedi e festivi)

    via Fonte D’Abisso, 10 – 41123 Modena

    galleria@artesimodena.com
    www.artesimodena.com

    Il Museo Civico di Palazzo della Penna ospiterà dal 20 aprile al 16 giugno 2019 la mostra «Memorie. L’essere umano tra evocazione e ricordo», iniziativa che rientra nel ciclo di eventi culturali promossi da Munus Arts & Culture, concessionaria del Comune di Perugia per i servizi museali e di valorizzazione di Palazzo della Penna, della Cappella di San Severo e del Complesso Templare di San Bevignate.

    La mostra indaga, attraverso lo sguardo di cinque importanti esponenti della fotografia contemporanea, affermati in ambito internazionale, il tema della memoria, la differenza e gli intrecci tra quella individuale e quella collettiva, le percezioni sensoriali ad essa legate, gli effetti che produce sulla coscienza e sulla conoscenza, scandagliandone le differenti tipologie. La memoria, intimo scrigno di ciascun essere umano, luogo ideale di selezione e archiviazione di frammenti di vita, si collettivizza nella storia che diviene memoria d’un popolo, d’una comunità; le nostre stesse radici.

    Dalle riflessioni artistiche di Alessandra Calò, in cui identità, tempo e memoria s’intrecciano, permettendo a chi osserva le sue opere di calarsi nella dimensione più intima di sé, si passa alle poetiche e potenti fotografie di Patrizio Del Duca, dove il concetto di memoria trasmuta da emozione personale a sentimento collettivo. Fabiano Parisi, invece, narra di luoghi abbandonati dall’uomo, in cui la rovinosa atmosfera ne sospende il tempo, lasciandoci avvolgere da percezioni al limite del surreale. Il passato che s’intreccia con il presente, attraverso continui rimandi che divengono monito per azioni future è, infine, il fil rouge che accomuna le opere di Francesco Pistilli.

    Alessandra Calò, Patrizio Del Duca, Fabiano Parisi e Francesco Pistilli ci conducono in un viaggio personale, intimo, ma al tempo stesso comune e collettivo, attraverso segni, tracce, simboli ed emozioni che ci riportano alla dimensione più profonda del nostro essere


    NDT (No destructive Testing)
    è l’acronimo utilizzato dopo il primo test a raggi X,  per indicare che il metodo non ha modificato l’oggetto e che la necessità di investigare non ha influito sull’integrità della materia. Trasferito nel livello genealogico familiare, la metafora descrive l’approccio dell’artista che non intende modificare lo svolgersi delle storie personali ma osservarle, attraversarle quasi in controluce, ricordare le sue radici prima di proiettarle nel futuro.

    Tra le altre opere esposte: Secret Garden; Les Inconnues con il poema Lisabetta, scritto da Silvia Salvagnini.

     

    info&more:

    Museo Civico di Palazzo della Penna,  Via Prospero Podiani 11, Perugia
    orari di apertura al pubblico:
    lun-dom 10.00 – 19.00 (mese di maggio chiuso il lunedì)

    Catalogo Edizioni Munus Arts & Culture

    Ufficio Stampa:
    +39 06.88522517
    manuela.campione@munus.com

    Art on a Postcards | Photo London

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    L’associazione Art on a Postcard raccoglie fondi per la campagna di The Hepatitis C Trust per eliminare l’epatite C entro il 2025.
    In occasione di Photo London, coinvolge artisti di fama mondiale a prendere parte ad un’asta segreta ed aggiudicarsi opere autoriali.

    In occasione di Photo London POAP ritorna come partner ufficiale di beneficenza, organizzando una mostra che include una serie impressionante di fotografi aderenti all’iniziativa benefica: Aaron Schuman – AdeY – Alessandra Calò – Alex Currie – Alexander Anufriev – Alice Hawkins – Alison Jackson – Alixandra Fazzina – Allan Forsythe – Alvaro Deprit – Amani Willett – Amelia Troubridge – Amy Currell – Andras Ladocsi – Andre Lichtenberg – Andreas Gefeller – Andrew Fox – Andrew Holligan – Anna Skladmann – Anne Bean – Anne Brenner – Annegien Van Doorn – Annegret Soltau – Anne Yli-Ikkelä – Anja Carr – Ashkan Sahihi – Augustin Rebetez – Aurore Bagarry – Babak Kazemi – Babe Studio – Barbara and Zafer Baran – Eamonn Doyle – Barry Salzman – Benjamin Deroche – Bill Armstrong – Bradley Lohman – Camilla Rutherford – Carl Bigmore – Carla Iacono – Carla van de Puttelaar – Carolien Scholtes – Carolyn Young – Catharina Pavitschitz – Catherine Balet – Catherine Losing – Céline Bodin – Charlotta Hauksdottir – Cheryl Dunn – Chris Frazer-Smith – Chris Steele-Perkins – Christian Chaize – Christina Simons – Daniel Blaufuks – Daniel Gordon – Danila Tkachenko – David Bate – David Hoffman – David Titlow – David Vintiner – Davide Monteleone – Dirk McDonnell – Donata Wenders – Douglas Beasley – Douglas Mandry – Edouard Taufenbach – Ellie Davies – Emily Stein – Enda Bowe – Erle Kyllingmark – Ester Vonplon – Felicity McCabe – Gabriel Lester – Gerry Johansson – Giles Price – Graeme Oxby – Greg Gorman – Guen Fiore – Guia Besana – Guilio Di Sturco – Hiroshi Watanabe – Homer Sykes – Imantas Selenis – Ina Jang – Ivars Garvlejs – Jack Latham – Jahel Guerra – James O Jenkins – Jamie Baldridge – Jan Hoek – Janet Delaney – Jari Silomäki – Javier Arcenillas – Jeffrey Wolin – Jeffrey Milstein – Jen Osbourne – Jennifer Pattison – Jenny Lewis – Jenny Matthews – Jessica Antola – Jim Lee – Joanne Dugan – John Ferguson – John Myers – John MacLean – Jorge Isla – José Manuel Ballester – Josef Hoflehner – Joseph Ford – Joseph Szabo – Joséphine Michel – Juana Gomez – Julia Fullerton-Batten – Julien Mignot – Jun Ahn – Kai Bastard – Karen Halverson – Karen Knorr – Karina Wisniewska – Kate Peters – Kensuke Koike – Kim Reierson – Klara Källström & Thobias Fäldt – Larry Clark – Larry Fink – Laura J Padgett – Les Krims – Lidia Benavides – Lisa Erdberg – Lisa Levine – Lisa Mitchell – Liza Ambrossio – Liz Nielsen – Lorenzo Tugnoli – Louis Quail – Maak Flo – Maarten Vromans – Mai Almoataz – Makiko – Marco Zanta – Marcus Leatherdale – Margot Errante – Maria Konstanse Bruun – Mariette Allen – Massimo Vitali – Matthew Casteel – Matthieu Gafsou – Maurice Haas – Max Barstow – Max Forsythe – Max Pinckers – Maya Rosenbaum – Merry Alpern – Michael Labica – Michael Wolf – Mieke Douglas – Mirjana Vrbaski – Morgan Silk – Murray Close – Murray Fredericks – Nancy Burson – Nikolai von Bismarck – Nina Röder – Parker Day – Patrick Willocq – Paul Bogaers – Paul Cupido – Paul Hart – Paul Kenny – Paul Trevor – Peter Zelewski – Peter Jacobs – Phillip Keel – Polly Braden – Polly Brown – Polly Penrose – Rachel Monosov – Rebecca Morrello – Richard Ansett – Richard Foster – Richard Heeps – Robert Farber – Robert Hackman – Roger Ballen – Roger Steffens – Ronni Campana – Rosanna Jones – Sage Sohier – Samuel Hicks – Sandro Miller – Sarah Brittain Edwards – Sarah Choo – Scott Latham – Sean Lee – Sebastian Castañeda – Sebastian Copeland – Serge Najjar – Shauna Summers – Simone Santilli – Simon Roberts – Sissi Farassat – Sofia Uslenghi – Sophie Harris-Taylor – Stane Jagodic – Stephen Wilks – Steve McCurry – Steven Barritt – Susan Derges – Tara Wray – Tereza Červeňová – Thierry Cohen – Thomas Devaux – Thomas Flechtner – Tim Hall – Todd Hido – Valda Bailey – Virgine Rebetez – Wendy Pye – William Abranowicz – William Ellis – Wolf Böwig – Yan Wang Preston – Yoshinori Mizutani – Yvon Chabrowski

    Le fotografie sono state accuratamente scelte per includere alcuni degli artisti contemporanei più interessanti nel panorama del collezionismo mondiale.
    Inoltre, la mostra è in collaborazione con il British Journal of Photography e il “Portrait of Humanity” di Magnum Photos.

     

    info:
    www.artonapostcard.com
    www.hepctrust.org.uk

    “Quando l’arte si appropria della cartografia, la neutralità e l’obbiettività non sono più parole chiave e lungi dall’esprimere certezze, gli artisti disegnano le carte dei nostri dubbi, delle nostre lotte dei nostri sogni.”
    Thierry Ruffieux

    Sabato 6 aprile la VisionQuesT 4rosso presenterà KOCHAN la nuova mostra di Alessandra Calò.

    In questo elegantissimo e intenso “viaggio” personale ma universale, dove mappe e materiali d’archivio si sovrappongono ad aree del corpo e viceversa, Alessandra Calò registra implacabile stati d’animo, fantasie, turbamenti, dolori e gioie che si susseguono dietro il percorso a prove ed errori, della ricerca di noi stessi e lo fa con un impegno talmente minuzioso e sincero da provocare in chi guarda le sue immagini quasi la sensazione di una profanazione, come se ci spingesse nel luoghi più reconditi e privati.
    Partendo da riflessioni sul concetto di identità, in questo progetto anche lei, come Kochan, ha cercato di immaginare il viaggio che ogni persona compie per scoprire e affermare se stesso, considerando il corpo come fosse territorio da esplorare.


    Un percorso indubbiamente non semplice: “Ho voluto paragonare il corpo a un territorio da esplorare, come in un viaggio dove la mappa non possiede coordinate – spiega la Calò – In questo progetto fotografico ho sovrapposto immagini e documenti d’archivio e, per la prima volta, ho deciso di inserire un elemento umano contemporaneo. In particolare mi sono posta di fronte alla macchina fotografica, scegliendo di rendere la mia identità – fisica e intellettuale – soggetto di questa ricerca”.
    La sua raffinatezza e delicatezza visiva sono molto somiglianti al modo con cui Mishima, con parole di assoluta bellezza, narrava dell’amore e del desiderio, del corpo e dell’anima, indicando quanto sia profondamente doloroso lottare con se stessi alla ricerca di una propria identità.

    VisionQuesT 4rosso
    contemporary photography
    Piazza Invrea 4r – 16123 Genova – Italy
    +39 0102464203 – 3356195394
    dal martedì al sabato dalle 15.00 – 19.00 e su appuntamento

    1+1 Project | Il corvo e la fanciulla

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Giovedi 14 marzo, presso Settedifiori Studio, sarà presentato il primo progetto artistico della serie 1+1, ideato e promosso dalla nota galleria brasiliana Noaddress, con sede a Rio de Janeiro, specializzata in arte contemporanea e monitoraggio artisti emergenti.
    Il progetto nasce dalla commissione affidata a due artisti scelti nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, per la creazione di un’opera unica, in esclusiva per Noaddress Gallery.

    La prima opera della serie è stata realizzata dagli artisti Alessandra CalòAndrea Saltini con il supporto tecnico di Nicola Manfredi della Stamperia Mavida, e grazie all’utilizzo di tecniche sperimentali applicate al supporto originale (fotografia per Calò e pittura per Saltini), hanno creato Il Corvo e la Fanciulla, opera su carta realizzata con le tecniche di solar plate (procedimento di stampa calcografica con matrice realizzata su lastra polimerica impressionata attraverso esposizione a bromografo) e litografia (procedimento di stampa con matrice costituita da pietra calcarea, sulla quale è stata eseguita l’opera pittorica).

    Il Corvo e la Fanciulla | Alessandra Calò e Andrea Saltini per noaddress gallery
    Inaugurazione: giovedi 14 marzo 2019 dalle ore 18,00
    Settedifiori Studio – Corso Canalchiaro 138/A, Modena

    L’esposizione sarà visitabile fino al 3 aprile con possibilità di prenotazione ed acquisto.

    Info:
    www.noaddressgallery.com
    info@noaddressgallery.com

    Kochan | Trevignano Fotografia

    Autore: alessandra Cetegorie: Senza categoria

    Dal 16 marzo, presso Villa Onigo, avrà luogo la X edizione di Trevignano Fotografia a cura di Francesca Della Toffola con il patrocinio del Comune di Trevignano e Assessorato alla Cultura.
    Una mostra fotografica dedicata alla sperimentazione fotografica, che vede tra gli ospiti: Nino Migliori, Graziano Burin, Alessandra Calò, Maurizio Ciancia, Roberta Cuzzolin, Pier Paolo Fassetta, Rebecca Ganz, Maria Novello, Silvia Pasquetto, Giuseppe Pavone, Enrica Pontin, Giustino Salsa.

    Il termine “Sperimentalismi”, scelto come titolo-tema della decima edizione di Trevignano Fotografia, vuole sottolineare l’aspetto sperimentale proprio del linguaggio fotografico. Fin dagli esordi la fotografia ha dovuto far fronte ai limiti tecnici del mezzo attraverso una forte sperimentazione per affermarsi, pellicola e camera oscura prima, digitale e camera chiara oggi.

    «Il nemico della fotografia è ciò che è convenzionale, sono le rigide regole delle istruzioni per l’uso. La salvezza della fotografia sta nella sperimentazione. Colui che sperimenta non ha idee precostituite sulla fotografia. Non crede che la fotografia sia la ripetizione e la trascrizione esatta della vista ordinaria…» scriveva László Moholy Nagy nel suo libro Vision in motion.


    La mostra vuole mettere in luce la peculiarità straordinaria della fotografia che supera la “ripetizione e la trascrizione” di fatti per approdare alla pura poesia visiva aperta ad una nuova visione, inaspettata e sorprendente. La casualità, legata allo sperimentare, è principio di creazione, l’errore può diventare opera d’arte o comunque incipit per nuovi progetti.


    Trevignano Fotografia
    | X edizione
    Villa Onigo, Via Monsignor Mazzarolo n°5 di Trevignano (TV)

    Inaugurazione: sabato 16 marzo 2019 dalle ore 18,00
    Catalogo in mostra

    La mostra rimane aperta fino a 31 marzo 2019

    Orari apertura mostra:
    sabato e domenica: 10.00 – 12.00 – 16.00 – 19.00; altri giorni su appuntamento

    Info: Ufficio Cultura tel. 0423 – 672842